35 - Mezze Verità

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'' Ti amo Park Yong Hee, voglio essere veramente il tuo fidanzato, e se anche tu provi un briciolo di quello che sento io, apri la porta ''


Inutile dire che non riesco a fermare le lacrime, penso di non aver mai pianto tanto in vita mia. Non ce la faccio. Non so quello che devo fare, il mio cuore potrebbe spezzarsi definitivamente da un momento all'altro, sono in bilico. Il mio petto fa male da morire, sono di fronte ad un vicolo senza uscita, più mi muovo per cercare una via di fuga, e più perdo energie, senza trovare una soluzione. Sono stanca. Jimin mi afferra la mano, e la stringe con forza, facendomi tornare alla realtà. Lo guardo, ed i suoi occhi sono indescrivibilmente tristi, capisco che sta cercando un modo per aiutarmi, ma non è possibile, devo farcela da sola. Non avrei mai voluto fargli sentire la dichiarazione di Yoongi, ma è successo ormai. Gli lascio un rapido bacio sulla guancia, e gli strizzo l'occhio, per cercare di fargli capire che sto bene, ma non sembro riuscirci, perché la stretta sulla mia mano si fa sempre più forte, e non mi lascia un secondo, nemmeno quando mi avvicino alla porta per aprire. La mia mente sembra essere divenuta improvvisamente bianca, non so quello che gli devo rispondere, non mi ricordo più come si parla, la mia lingua si è intorpidita. Per fortuna, o per sfortuna, torno in me nel momento in cui sento urlare fuori dalla porta una voce stridula ed irritante. Che diavolo ci fa lei qui? Apro prima che possa suonare il campanello, e non ho il tempo di chiederle nulla, che salta al collo di Jimin, facendo sciogliere così le nostri mani

'' Oppa come stai?? Mi sono preoccupata nel momento in cui ho visto che non mi rispondevi, non puoi capire quanto è stato difficile convincere il portiere a farmi salire, è da 10 minuti che sono qui sotto''

Il mio sguardo cade per un secondo su Yoongi, che sembra un cane bastonato lì sul tappetino, e lo invito ad entrare con un rapido cenno del capo. Sembra non avermi capito, ed è per questo che lo afferro per il braccio, e lo trascino dentro

'' Jimin, portala fuori, non la voglio in casa mia'' dico con una rabbia incontrollabile

'' stai calma tesoro, sono qui per vedere il mio Op-''

'' puttanella da quattro soldi, oggi non è proprio giornata, e se continuo a vederti anche solo per un secondo in più dentro casa mia, giuro che ti inizio a prendere a calci in culo''

Prima che la situazione degeneri, Jimin la prende per le spalle, e l'accompagna fuori dalla porta, lasciando me e Yoongi da soli nel salone, circondati solo dalla luce della televisione muta, e dai nostri problemi. Lo sento respirare affannosamente, continua a muovere le mani in una danza incontrollata, piega e attorciglia le dita, per poi grattarsi la testa. I suoi soliti atteggiamenti di quando è in difficoltà

'' questo vuol dire..?'' sibila

'' non posso risponderti a quello che vuoi Yoongi, ho solo bisogno di stare da sola, ho bisogno di pensare, non so neanche io  perché ti ho aperto la porta'' 

'' fammi almeno spiegare quello che è successo, fammi raccontare la verità''

'' non la voglio Yoongi, ho già sentito abbastanza, e adesso se non ti dispiace vorrei riposare, aspetta Jimin per me, ti prego''

'' allora perché hai aperto? ''

Non rispondo, e mi allontano, non guardandolo mai negli occhi, perché so che so lo faccio potrei rimanerne accalappiata, e vado in camera mia. Per mia grande sorpresa Yoongi non mi raggiunge. Cosa mi aspettavo? Mi getto sul letto, con lo sguardo fisso sul soffitto. Che cosa sta succedendo? Perché tutto a me? Se all'inizio provavo soltanto tristezza, voglia di piangere e basta, adesso mi sta salendo una rabbia indescrivibile nel petto. Non capisco perché si devono tutti prendere gioco di me, nessuno mi ha mai detto la verità, e a quanto pare tutti la sapevano. Ah già, non volevano '' farmi soffrire '', ma che cosa credono di aver fatto adesso? Sono il frutto di una bugia enorme, e ancora non riesco a capirne il significato. Cerco di riportare alla mente tutti i dettagli che posso, per creare una mia soluzione, ma non ne esce nulla di comprensivo, sono solo una manciata di tessere di un puzzle, e non posso completarlo, o non ancora almeno. Prendo il mio diario, ma non ci trovo nulla di utile, solo le solite preoccupazioni da bambina, studio, e litigate con mia madre. Non ho più nominato il rapporto con Jimin, o parlato di Yoongi e di sua sorella, deve essere successo tutto dopo che mi ha rubato il diario. Voglio ottenere delle risposte, ma non da loro, ho bisogno di qualcun'altro che possa aiutarmi. All'improvviso un lampo di genio, c'è una terza persona, esterna, che sa per forza come sono andate le cose. Prendo il telefono, e lo chiamo

Stepbrother  (Wattys2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora