31 - Febbre

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E come previsto rincaso per le 23, l'autobus è passato nell 'arco di cinque minuti, e mi ha lasciato proprio di fronte casa. Per tutto il tragitto non ho fatto altro che pensare a cosa potesse essere successo a Jimin, se si è sentito male, se è svenuto, perché non mi risponde più al telefono. Metto la chiave nella serratura con una mano tremante, ed apro di scatto, accendendo tutte le luci, ed iniziando ad urlare il suo nome. Non ricevo alcuna risposta. Inizio a correre avanti e indietro, la prima stanza che controllo è la sala, per poi passare alla cucina, per poi passare al bagno, ed infine alla sua camera. Non lo trovo da nessuna parte, ma un tonfo sul pavimento mi fa capire che Jimin deve essere nella mia stanza. Corro, precipitandomi nella mia camera, e trattengo a stento un urlo quando lo trovo sdraiato sul pavimento, a faccia in giù, tutto sudato, pallido, ed in iperventilazione. Mi accosto a lui, e la prima cosa che faccio è scuoterlo, chiamando il suo nome. Non mi risponde. La sua pelle brucia, credo che abbia la febbre alta. Cerco di girarlo con tutta la forza che ho, e continuo a chiamare il suo nome. Prendo il telefono nella tasca dei pantaloni, e compongo il numero per chiamare aiuto, sbagliando a premere i tasti per via di questo tremolio che non vuole lasciarmi andare

'' Hee..''

'' Jimin! Resisti, sto chiamando l'ambulanza, vedrai che andrà tutto bene''

'' no.. non è niente..''

'' che diavolo dici? Hai appena perso i sensi, dobbiamo chiamare aiuto!''

'' è solo febbre.. aiutami ad andare in bagno, e a fare una doccia''

Nonostante sia scettica sulla sua decisione, mi lascio convincere dalla sua richiesta d'aiuto. Pongo il suo braccio sulle mie spalle, e lo aiuto ad alzarsi da terra. Iniziamo così a camminare lentamente, fermandoci ogni due passi per fargli riprendere fiato. Jimin sta grondando di sudore, e la sua pelle olivastra si sta schiarendo secondo dopo secondo, facendomi salire l'ansia, ho paura che possa collassare di nuovo. Una volta raggiunta la porta del bagno, la apro con il piede, facendola sbattere. Aiuto Jimin a mettersi seduto sulla tazza del water, e preparo la vasca, facendo partire l'acqua calda

'' Jimin, da quanto stai in queste condizioni??''

'' un paio di giorni..'' risponde a fatica

'' e non hai preso neanche una medicina?''

'' no.. lo sai che non mi piacciono''

'' potevi almeno chiamarmi!''

'' l'ho fatto stasera.. scusa''

Ed un improvviso senso di colpa si impossessa di me, avrei dovuto capire che Jimin non si sentiva bene quando non l'ho visto venire a scuola, non è il tipo di ragazzo che la marina, anche se ne ha la faccia. Mi accovaccio davanti a lui, che è piegato su se stesso, con le mani sullo stomaco

'' ti aiuto a spogliarti, e mentre ti fai un bagno caldo, io ti preparo una zuppa, va bene?''

'' non voglio che mi vedi nudo..''

'' non è questo quello per cui ci dobbiamo preoccupare adesso'' cerco di prendergli il lembo della maglietta, ma mi blocca le mani

'' ti ho detto che non voglio..''

'' Jimin, ma che ti prende?''

'' non voglio che mi vedo nudo, almeno non in queste condizioni''

E so che forse dovrei sgridarlo, dovrei costringerlo con la forza a spogliarsi, ma in questo momento tutto quello che mi viene da fare è abbracciarlo. Lo avvolgo nelle mie braccia, e gli accarezzo dolcemente i capelli bagnati dal sudore, è come se fosse un bambino

Stepbrother  (Wattys2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora