24 - 13 Ottobre

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Stamattina mi sono svegliata con il ticchettio regolare del cuore di Yoongi, ed è stato piacevole e rassicurante allo stesso tempo. Le sue parole sono riuscite a farmi dimenticare per qualche ora quello che è successo ieri sera, e mi hanno permesso di riposare. Dopo essermi chiusa in bagno per lavarmi, mettermi il reggiseno, e cambiarmi con un paio di jeans ed un maglioncino rosso, vado in cucina. Voglio preparare la colazione a Yoongi, per sdebitarmi, ma i miei piani crollano nel momento in cui vedo Jimin, seduto a tavola, con una ciotola di latte e cereali in più di fronte a sé, e il mio cuore si frantuma di nuovo. Si alza in piedi, e mi sorride, indicandomi la tazza in più. Non sorridermi Jimin, perché ho bisogno di chiudere questo capitolo, ho bisogno di un motivo convincente per odiarti, e se fai così non potrò mai riuscirci

'' oh Park grazie, non avevo proprio voglia di prepararmela da solo''

'' non ti azzardare a toccare quei cereali Min, non sono assolutamente per te''

Non ho la forza per assistere ad una nuova discussione, o forse non ne ho proprio voglia, così prendo il cappotto, la borsa, mi metto le scarpe ed esco di casa. Essendo sabato ho intenzione di passare a trovare Jin in ospedale, ho voglia di stare da sola. Corro non appena vedo che l'autobus si sta fermando alla fermata davanti casa di Yoongi, e ringrazio l'autista non appena riesco a salire. Mi siedo sull' unico sedile libero in fondo, e mi sistemo i capelli guardandomi nella fotocamera frontale del telefonino. Sono un disastro, non mi sono aggiustata neanche un po', e infatti si vede. Tutti i capelli stropicciati, la faccia gonfia per il sonno, o per le lacrime, non saprei, e lo stomaco che brontola. Noto l'orario, ed è già l'ora di pranzo, ormai stando dietro a Yoongi ho perso il normale corso del giorno e della notte. Poi osservo la data di oggi. È il 13 Ottobre. Oggi è il compleanno di Jimin, ed io non gli ho neanche fatto gli auguri, non che se li meriti in realtà, ma ho sempre trovato scortese non fare gli auguri di compleanno, così apro kakaotalk, apro la sua chat, ed indugio sulla tastiera. Forza Hee, non è poi così difficile, basta solo premere un Tanti Auguri e finisce la storia, senza faccine, senza nulla, eppure lo trovo estremamente complicato da fare. Ieri sera ho deciso di chiudere definitivamente questo argomento, e devo mantenere ferma la mia idea, non posso lasciare che la mia fragilità mi faccia continuare a soffrire. Sicura, o forse, della mia decisione, chiudo la chat, e rimetto il telefonino in tasca, dopo averlo spento, non ho voglia di disturbare qualche paziente in ospedale. Mi godo il tragitto, venendo sobbalzata di tanto in tanto a destra e a sinistra, per le curve brusche dell'autista. Vorrei poter mettere in ordine i miei pensieri in questo momento, ma non ne ho la forza, né fisica né mentale. Alla sola idea sento già la testa pesante, quindi è meglio evitare di fare sforzi inutili

'' prossima fermata Fatima hospital. Prossima fermata Fatima hospital''

È la mia fermata, e mi sbrigo per non perderla, visto che l'autista sembra aver fretta di concludere la sua corsa. Una volta scesa mi meraviglio della struttura di questo ospedale. L'altro giorno non l'avevo guardato con attenzione, forse per l'ansia e la paura, ma adesso, sotto il sole, noto come sia grande ed appariscente. Una montagna bianca, contrassegnata da un centinaio di finestre che brillano, si affaccia su un giardino enorme, nel cui centro vi è la statua immensa di un angelo con le braccia aperte, e lo trovo decisamente macabro. Entro, pregando di ricordarmi la strada per arrivare alla terapia intensiva, ma fortunatamente questa mattina le corsie sono nettamente più trafficate, e mi è impossibile perdermi, soprattutto perché chiedo ad una decina di infermiere per essere sicura. Mi preparo per entrare, e una volta dentro mi fermo al bancone dell'accettazione, per chiedere informazioni. Aspetto, con le mani incrociate dietro la schiena, che qualcuna si liberi dalle sue mansioni per darmi attenzione, e fortunatamente una piccola infermiera dai capelli neri, raccolti in una lunga coda di cavallo, dopo aver attaccato la cornetta del telefono, si dedica a me

Stepbrother  (Wattys2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora