Capitolo 8

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Non sto con Isaac da ieri, e già mi manca. Sono patetica, lo so. Ma non faccio che pensare alla bella giornata che abbiamo passato ieri. Abbiamo parlato tanto. Lui mi ha raccontato dei suoi viaggi, e io gli ho raccontato di quello che ho fatto fin ora e delle storie che scrivo. Non avevo mai parlato così tanto della mia vita con qualcuno, ma con lui mi riesce naturale, e questa è una cosa che mi piace un sacco.

Oggi ci siamo visti solo a colazione e pranzo, ci siamo seduti vicini, ma non abbiamo parlato granché. Mi ha detto che di pomeriggio avrebbe voluto vedermi e che avrebbe inviato qualcuno a chiamarmi, ma non si è ancora fatto vivo nessuno.

Seduta in un divano in soggiorno cerco di non pensarci leggendo un libro, ma vengo interrotta da Robert, il maggiordomo.

-Miss Juliette, scusi se la disturbo, ma il signorino Isaac desidera vederla nella sala musica. Se mi vuole seguire...

-Certo.

Poso il libro e mi alzo di scatto seguendo il maggiordomo verso il grande portone che separa la parte ovest da quella centrale. Giungiamo in un lungo corridoio illuminato da candelabri, percorriamo un grande atrio, e capisco che siamo nell'area est del castello, la casa di Isaac, non molto diversa da quella della mia famiglia.

Saliamo le scale al centro della stanza e percorriamo un altro lungo corridoio.

Il maggiordomo si ferma davanti ad una porta, bussa e sentiamo una voce profonda provenire dall'interno.

-Avanti.

Apre la porta, lo ringrazio e se ne va.

Entro e vedo Isaac appoggiato ad un pianoforte. Scorro lo sguardo e noto che la sala, con le pareti beige, è molto spoglia. C'è solo un pianoforte, un divano e un camino di fronte. molto povera rispetto a quella della parte ovest che ha un sacco di strumenti di ogni genere.

La parete dietro al pianoforte è per metà occupata da una grande finestra, con vista sui giardini.

Quando mi vede, Isaac fa un inchino e mi sorride. Faccio la mia riverenza e gli vado incontro.

-Buonasera Miss Mickealson - dice con quel suo sorriso adorabile.

-Buonasera a lei, Mr Montrose.

Scoppiamo a ridere.

-Sa questo abitino viola corto che indossa oggi, le dona molto.

L'ha notato. Oggi ho messo un vestito corto semplice ma d'effetto, con una scollatura a cuore, senza maniche, con un taglio sotto al seno, con la speranza che lo notasse e sono contenta che lo abbia fatto.

-Grazie, Mr Montrose - dico contenendo la mia felicità.

-Miss Mickealson le annuncio che oggi la delizierò con un brano scritto dal sottoscritto, suonato al pianoforte - dice facendo gesti teatrali e una voce buffa.

-Be si muova non ho tutto il pomeriggio - dico facendolo scoppiare di nuovo a ridere.

Mi piace la piega che sta prendendo questo incontro. Prendere in giro il nostro rango è molto divertente.

Isaac si siede sullo sgabello accanto al pianoforte e mi fa cenno di avvicinarmi.

Si sgranchisce le dita delle mani e inizia a scorrere sui tasti producendo una melodia dolce e soave.

Mi viene quasi voglia di ballare, ma mi trattengo. Questa melodia, sarebbe perfetta per un lento. Mi sorprendo a immaginarmi a ballarla con lui, con un abito da sposa...

Okay. Sto davvero esagerando...

Troppo presto l'atmosfera magica che si era creata, si interrompe.

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