Capitolo 17

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Isaac Pov

Odio le discoteche e sono sempre più convinto che venire sia stata una cattiva idea. Ma Juliette ci teneva e non potevo dirle di no.

Il buttafuori da una pacca sulle spalle di Ian e i due si guardano in modo complice sorridendo, e chissà perché questo mi infastidisce.

-Siete amici? - chiedo a Ian, cercando si sovrastare la musica altissima, non appena oltrepassiamo il buttafuori.

-Si, diciamo di si - dice lui con sguardo malizioso.

-Fammi indovinare. Siete stati insieme, non è vero?

-Geloso?

-Perché dovrei esserlo?

-Sai, si dice che chi risponde ad una domanda con un altra domanda, in realtà non vuole ammettere quello che sente davvero.

-Be, nel mio caso non è vero. Non mi importa con chi stai.

Stranamente però, quest'affermazione suona falsa anche alle mie orecchie.

Cosa cavolo mi succede...?

-Certo Isaac. Continua a negare a te stesso ciò che sei davvero.

-Io non nego niente. Quando ti entrerà in testa che non sono come te?

Lui inizia a ridere.

-E adesso perché ridi?

-Sei divertente.

Decido di non prestare più attenzione a lui e mi avvicino a Juliette iniziando a ballare con lei. Mi rendo conto di essere un pezzo di legno, però non mi va di stare insieme a Ian o di isolarmi in un angolino. Proverò a divertirmi. E questo che si fa in discoteca. È questo che si dovrebbe fare nella vita.

-Vado a prendere un drink - grido a Juliette.

Magari così mi scioglierò un po'.

-Okay. Non tornare a mani vuote. Voglio bere anche io - dice sorridente.

Non posso fare a meno di ricambiare il suo sorriso.

-Tranquilla. Ho già in mente qualcosa che ti piacerà di sicuro.

Lei mi scocca un rapido bacio in guancia e io mi avvicino al bar.

-Due bicchieri di caipiroska alla fragola, per favore - dico al barista che dopo neanche cinque secondi mi serve.

-Mi sorge un dubbio. Bevi per dimenticare o per negare?

-Cosa? - dico voltandomi verso Ian, seduto su uno sgabello vicino al bancone, con in mano un bicchiere di Bloody Mary.

-Riformulo - dice sorridendo -Vorresti dimenticare quello che ti ho scatenato con le mie insinuazioni o negare quello che sei davvero?

Il suo modo di parlare, di atteggiarsi... mi fanno imbestialire.

Poso i bicchieri sul bancone e lo prendo per il colletto della sua maglietta.

-Lasciami in pace - gli intimo.

-Sennò? Sai che ho ragione. Juliette è solo una scusa. La stai solo usando per nascondere ciò che sei in realtà. Perché non lo ammetti e basta?

-Io non sto usando nessuno - urlo e gli sferro un cazzotto sulla mascella.

Come si permette di dire una cosa simile. Io non potrei mai. Io non...

La mano di Juliette mi afferra la spalla. Mi volto verso di lei e vedo che sul suo volto si è dipinta un'espressione preoccupata.

-Cos'è successo? Perché l'hai picchiato?

-Già. Perché mi hai picchiato? Spiegalo alla tua fidanzata - si intromette Ian.

Faccio un respiro profondo per calmarmi, imponendomi di non picchiare a sangue Ian e, prendendo Juliette per mano, la conduco lontana da lui.

-Mi dispiace. Io... Non è stata una buona idea venire qui. Me ne vado - esco dalla tasca dei pantaloni un bigliettino e glielo porgo -Quando vuoi rientrare in hotel, chiama questo numero. È il nostro autista.

-Pensavo che se ne fosse andato subito dopo il nostro arrivo.

-No. È stato mandato qui nel caso avessimo avuto bisogno di lui. E questa sera ce ne sarà bisogno. Non puoi tornare a piedi da sola a quest'ora. Mi dispiace, ma io non posso proprio rimanere.

So che sono un egoista. Che dovrei rimanere, ma proprio non ci riesco. Voglio andarmene da questa stupida città e dimenticarmi per sempre di Ian.

Juliette, invece di prendere il biglietto che le porgo, fa una cosa che non mi sarei mai aspettato facesse.

Mi prende la mano e mi dice: -Andiamo insieme in hotel. Volevo solo vedere com'era una discoteca. E ora che lo so, posso dire che anche se è divertente, dopo un po' è noioso. Ti spintonano di qua e di la e c'è una puzza tremenda di alcol, fumo e sudore. Andiamocene.

Le sorrido, ringraziando il Cielo di avermi messo sulla strada di questa bellissima donna. Chiamo il nostro autista e andiamo in hotel.

****

-Mi sento in colpa. Se volevi restare un altro po', potevi farlo - dico sedendomi a letto.

-Tranquillo. Non fa per me. È troppo chiassoso. E poi se volessi continuare a ballare potrei mettere un po' di musica qui e divertirmi lo stesso. Forse anche di più.

-Vuoi farlo? - dico alzandomi e accendendo le luci della lampade sul comodino.

Spengo quella del lampadario sul soffitto e guardando la sua faccia perplessa inizio a ridere.

Prendo il cellulare e mi avvicino a lei.

Schiaccio Play su Give me love e vedo i suoi occhi illuminarsi.

Le prendo una mano e l'altra la poggio sui sui fianchi e insieme iniziamo a muoverci sulle note di Ed Sheeran.

-Non la smetti mai di sorprendermi - dice mettendo la sua testa sul mio petto.

-Sono felice che almeno in una cosa ci so fare - dico divertito.

Lei mi da un piccolo schiaffetto, guardandomi negli occhi divertita.

-Sei perfetto in tutto quello che fai - dice d'un tratto seria.

So cosa si aspetta da me in questo momento. E non posso evitarlo un'altra volta. Adesso sono pronto. Devo esserlo. Provo qualcosa di forte per lei. Non so se sia amore, ma so che non voglio deluderla. So che farei di tutto per renderla felice.

Lei è il mio futuro. Io voglio che tra noi funzioni. Riuscirò ad amarla come merita e il primo passo perché ciò accada è non respingerla.

Le do un bacio lieve sulla fronte, poi un altro sulla punta del naso e infine uno sulle sue dolci e vellutate labbra. È un bacio dolce, leggero... destinato a diventare sempre più passionale.

Nella mia mente si affollano numerose immagini.

Zach che mi prende in giro per non essere mai stato con nessuna ragazza, il bacio con Juliette e subito dopo il rimprovero di mio fratello per aver rifiutato la mia fidanzata.

E poi l'immagine di Ian, che si impone prepotente anche nei miei pensieri. Cerco di scacciare la sua faccia dalla mia mente e continuo a baciare Juliette, a toccarla dappertutto e a dirle quanto sia perfetta.

E finalmente ci riesco. Ian non è più nella mia testa, e insieme a lui, sono spariti anche i nostri vestiti, buttati chissà dove, in giro nella stanza.

E prima che me ne accorga e che possa registrare i miei movimenti, sono sopra Juliette a fare quello che cambierà per sempre il nostro rapporto.

One Love, One LieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora