Capitolo 15

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-Julie. Julie - sento qualcuno che mi scuote leggermente il braccio.

-Mm - mormoro.

-Siamo arrivati - dice Isaac.

Apro gli occhi controvoglia. Non pensavo che viaggiare in aereo fosse così rilassante.

Io e Isaac scendiamo dall'aereo privato che il Re ci ha gentilmente offerto e ci dirigiamo verso un Audi nera.

Raggiunta la macchina, un'autista ci apre lo sportello e noi saliamo.

Aspettiamo che si metta al volante è partiamo.

-Benvenuta a Londra!

-Non posso credere che stia succedendo davvero - dico sprizzando allegria da tutti i pori.

-È tutto vero. Ti prometto che sarà una vacanza indimenticabile.

Mi attira a se e mi mette un braccio sulle spalle. Mi accuccio a lui, e mi godo il panorama dal finestrino.

È tutto così diverso da Harepam. Tutto così moderno, bello e soprattutto vivo.

Lì sono tutti uomini d'affari e donne d'aristocrazia. I giovani sono pochi e diventeranno come i loro genitori, snob pieni di soldi.

Anche se viviamo in una società in cui  in generale tutti hanno le stesse cose e gli stessi diritti, viviamo nella vanità ed è principalmente questo che ci rovina.

Percorriamo una strada piena di luci, palazzi altissimi e negozi con abiti bellissimi esposti nelle vetrine. Ecco il mio mondo.

La macchina si ferma davanti a un grandissimo stabilimento tutto bianco, l'autista spegne il motore e viene ad aprirci la portiera.

Isaac prende le nostre due valigie, poi ci giriamo verso l'autista che ringraziamo e salutiamo e ci avviamo verso il grande portone del palazzo, dove campeggia una grande insegna con scritto The Beaumont Hotel ed entriamo. L'interno è perfino più bello dell'esterno. Tutto in vetro con dettagli neri e bianchi.

Una giovane donna dietro ad un bancone bianco con il piano superiore nero, su cui sono poggiati vari oggetti, ci accoglie sorridendo.

Isaac e la receptioninst iniziano a parlare in inglese e dopo qualche battuta di cui afferro ben poco, la ragazza dà una chiave ad Isaac, ci indica dove è la camera, e dopo averla ringraziata, ci avviamo su per delle scale di vetro con ringhiera nera.

Dietro di noi, un fattorino porta le nostre valigie.

I gradini sono così trasparenti e limpidi che sembra quasi di camminare in aria.

Finite le scale, camminiamo in un corridoio con pareti bianche e soffitto e pavimento a scacchi neri e bianchi.

Arriviamo alla stanza 58 ed entriamo.

Stupenda come il resto dell'hotel.

Con pareti bianche e pavimento e soffitto nero, che a quanto ho capito è il segno distintivo di questo posto. Al centro c'è un grande letto con un piumone nero, cinque cuscini bianchi e una testiera imbottita bianca. Ai lati ci sono due comodini neri e ai piedi, c'è un divano nero con un tavolino bianco. A destra c'è un grande armadio nero a specchio e una porta che da sul bagno, anch'esso nero e bianco. Davanti al letto c'è un'enorme tv. A sinistra la parete è in vetro, e dà su una vista spettacolare. Un po' simile ad Harepam, ma senza tutti i boschi che la caratterizzano. Qui abbondano le guglie di chiese lontane e sembra che il tempo si sia fermato ad un epoca passata. Si vede anche il Big Bang.

L'ho sempre e solo visto in foto e adesso ce l'ho proprio davanti agli occhi. A qualche passo di distanza.

-Sei stanca? - mi chiede Isaac.

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