Capitolo 11

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Chiamo Nadya e mi faccio aiutare ad indossare un abito dorato corto, ricoperto di diamantini sul corpetto che si allaccia dietro con dei nastri, e brillantini sulla gonna costituita da strati di tulle.

È un abito stupendo, e questa sera voglio essere stupenda.

Verranno dei funzionari, amici di Carlos e di papà, quindi devo essere più decente del solito. Di norma, mi sarei limitata ad indossare qualcosa di elegante ma non troppo, ma, visto come stanno le cose con Isaac, voglio seguire il consiglio di Charlotte. Farò l'indifferente, ma con classe.

Non mi sono mai curata molto del mio aspetto esteriore, e qui ho sempre rifiutato acconciature troppo elaborate e trucco troppo abbondante, ma ora ho voglia di esagerare.

Nadya mi sistema i capelli con uno chignon, che ferma con delle mollette con dei piccoli diamanti incastonati, poi passa al trucco, mi applica dell'ombretto dorato sulle palpebre con un filo di eyeliner, della cipria sul resto del viso e un rossetto nude.

Devo dire che il risultato ottenuto, non è niente male. Potrei anche abituarmi ad agghindarmi così.

Scendo al piano di sotto e trovo Charlotte in abito rosso e mio padre accanto, in abito nero.

Quando mi vedono arrivare restano a bocca aperta.

-Mio dio, Juliette, sei stupenda - dice mio padre.

Sorrido. Sono felice che gli piaccia, e spero che piaccia anche ad Isaac.

Arrivati all'ingresso del castello, troviamo i coniugi Montrose discutere con i nostri ospiti.

Sono una coppia. Lui si chiama Leonard ed è un uomo sulla quarantina, lei si chiama Rose e avrà all'incirca trent'anni.

Ci avviciniamo e li salutiamo con delle riverenze.

Finite le presentazioni e i saluti, ci avviamo nel grande salone per cenare, ma qualcuno mi afferra il braccio con forza e mi strattona nella parete dietro la porta, nascosti dagli sguardi altrui. Alzo gli occhi aspettandomi di vedere Isaac, ma invece dei suoi occhi azzurri, mi trovo davanti due occhi verdi.

-Zach! Ma che cavolo fai? - dico infuriata cercando di liberare il braccio.

-Ciao anche a te - dice sorridendo.

-Che vuoi? - dico fra i denti.

-Ma come sei scorbutica Jul.

-Jul? Mi chiamo Juliette. E ora lasciami il braccio - cerco di liberarmi, ma non ci riesco. La sua presa è troppo salda.

-Non ancora Jul. Senti voglio solo scusarmi okay? So di avere dei modi... particolari, ma sono un gentiluomo, quindi vi porgo le mie scuse Madmoiselle - dice facendo un inchino e lasciandomi finalmente il braccio.

-Tu sei malato - dico e raggiungo gli altri.

Ma dico, che cavolo gli passa per la testa? Prima mi insulta e poi fa questa scenetta delle scuse a cui, si vedeva benissimo, non credeva neanche lui.

Ma che hanno questi Montrose che non va?

Prendo posto nel tavolo al centro della sala, e mi siedo vicino ad Isaac.

Per quanto vorrei sedermi il più lontano possibile da lui, non posso. Susciterebbe domande alle quali non ho proprio voglia di rispondere.

Si sono già accomodati tutti e questa sera è presente anche il Re a capotavola.

-È successo qualcosa? - mi chiede il mio futuro marito.

-No - mento.

-Sicura? Stringi quel bicchiere da più di cinque minuti - mi fa notare.

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