Capitolo 20

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-Mm... Questa pizza è ottima - dico con la bocca piena.

Siamo a Napoli e non potevamo non assaggiare la pizza. Non l'avevo mai mangiata, ad Harepam non ci sono pizzerie e il solo pensiero di essermi persa questa meraviglia per tutti questi anni mi fa capire, ancora una volta, che nella nostra isola ci perdiamo un sacco di cose belle.

In ogni posto che abbiamo visitato abbiamo visto solo le cose più importanti. Abbiamo camminato tanto e dormito poco. Dopo la prima tappa a Londra, mi sono resa conto che dormire era una perdita di tempo e che dovevo combattere contro la stanchezza per poter vedere il più possibile.

Il tempo che avevamo per visitare ogni città era limitato, quindi dovevamo sfruttarlo al meglio.

Ma anche se è stato un po' stancante, mi sono divertita davvero tanto.

Isaac sembra essersi dimenticato di quella strana telefonata e io non ci rimugino più tanto come prima.

Non credo che mi abbia tradita, non lo farebbe mai e poi mi fido di lui.

-Quando diventeremo i sovrani di Harepam faremo aprire una pizzeria. È un oltraggio che non ce ne sia nemmeno una - mi dice Isaac sorridendo.

-Assolutamente si. Ci saranno molti cambiamenti da fare - affermo con decisione.

-Si cert... - si blocca all'improvviso diventando bianco e il suo viso assume un'espressione tesa e quasi terrorizzata.

Noto che fissa un punto dietro di me così mi volto e vedo Ian sulla soglia che guarda verso di noi con un'espressione meravigliata ma anche un po spaventata, credo.

Si avvicina al nostro tavolo con una certa lentezza, quasi come se fosse un condannato che si avvicini alla ghigliottina.

-Ciao - ci saluta con un sorriso incerto.

-Ciao? Che ci fai qui? - risponde Isaac con freddezza mista a qualcos'altro. Rabbia forse?

-Sto dai miei genitori per qualche giorno. Abitano qui, davanti a questa pizzeria - dice facendo segno alla casa bianca proprio di fronte a noi.

-Non dovevi rimanere a Londra per due settimane? Saresti dovuto tornare fra tre giorni...

-Ho avuto un imprevisto e ho dovuto prendere il primo aereo e fiondarmi qui. Non mi aspettavo di vedervi ancora.

-Siamo solo di passaggio. Domani andiamo a Roma.

-Mm. Okay, emm... È stato bello rivedervi.

Lancia ad Isaac una strana occhiata, parla con un cameriere ed esce dal locale.

-È stato strano - affermo.

-Strano? Si penso lo sia stato. Be dopo l'altro giorno, non mi aspettavo diversamente. Avresti dovuto vedere come insisteva per venire con noi. Che faccia tosta...

-Sai, a me non darebbe fastidio. È simpatico. E poi potrebbe mostrarci quella scuola d'arte di Firenze che frequenta.

-Non... Non penso sia una buona idea. Julie noi non potremmo mai andarci, sarebbe solo l'ennesima cosa che vedremo senza poterne fare parte sul serio.

-Hai ragione. A volte mi piacerebbe essere una persona normale con una vita normale...

-Ti prometto che farò del mio meglio per ritagliare momenti normali come questo - dice sorridendo.

Ricambio il sorriso e continuo a mangiare la mia pizza.

Quanto può essere dolce? Non riesco ancora a credere che fra due settimane ci sposeremo. Sembrava impossibile, eppure devo ammettere che nonostante all'inizio sia stato difficile, adesso l'idea di diventare marito e moglie, Re e Regina, non mi spaventa più come in passato. E questo solo grazie a lui.

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