Capitolo 13

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Zach Pov

-Cenerai con noi anche questa sera? - mi chiede Isaac senza smettere di camminare avanti e indietro sul mio tappeto maculato.

È da quando è arrivato che non la smette di muoversi.

E sono quasi sicuro di sapere cosa lo rende così nervoso.

-Non lo so. Dovrei? - rispondo stancamente, sdraiato sul mio letto.

-Fai parte della famiglia, perché non dovresti?

-Lo sai il perché.

-Ma è una storia passata.

-Non è passata. Non lo sarà mai. Mi ha mentito per 18 anni.

-Però, alla fine ti ha detto la verità. Ci ha messo un po', è vero, ma ti vuole bene. Te ne ha sempre voluto. Tu sei il figlio preferito...

-Si, come no. Gli faccio solo pena...

Il suo fare avanti e indietro sta innervosendo pure me adesso. Per non parlare di questa discussione.

-Mi dici che sei venuto a fare nella mia stanza? E per favore, la smetti di pestare il mio tappeto? L'ho appena fatto pulire e spazzolare.

Isaac si siede su una poltrona davanti a me e prende una palla di vetro in mano rigirandosela più volte fra le mani.

Quella palla me l'ha regalata lui per il mio diciottesimo compleanno. Un giorno orribile senz'altro, ma quel regalo ha reso tutto più sopportabile.

All'interno c'è una casetta con due ragazzini che si rincorrono con una palla di neve in mano, pronti a colpirsi da un momento all'altro.

Per me è stato importante sapere che nonostante tutto, lui mi voleva bene, e so che me ne vorrà sempre.

-Ho paura di non essere all'altezza. Non solo del trono.

-Ti riferisci a Juliette?

-Già.

-Non ti piace?

Se dice di no lo uccido davvero. Juliette merita di essere amata, starei malissimo se fosse infelice per colpa di mio fratello.

-Certo che mi piace, è bella, simpatica, piena di energia...

-Ma? Non sembri molto entusiasta di sposarla.

-Non so. Sarà tutta questa situazione assurda. Odio vivere questa costrizione.

A queste parole mi viene voglia di strozzarlo. Mi metto seduto e lo incenerisco con gli occhi. Per quanto voglia bene a mio fratello, quando fa così non lo sopporto.

-Mi spieghi cos'hai che non va? Sei proprio assurdo. La tua vita non potrebbe essere più perfetta di così e stai qui a lamentarti. E poi ti ricordo che l'hai voluta tu. Ma cos'hai in testa? Stai per diventare re, sposerai una ragazza stupenda. Che cazzo vuoi di più?

-Libertà. Ecco cosa vorrei.

-Be io vorrei volare, ma non si può avere tutto dalla vita.

-Lo so. Lo so - sospira -Devo solo imparare a convivere con questo senso di inadeguatezza.

-Cerca di non scordarti che non esisti solo tu Isaac. Nemmeno Juliette fa i salti di gioia. Devi amarla e rispettarla come merita.

-Non le farei mai del male.

Bene, perché in caso contrario dovrei ucciderti.

-Senti sono venuto qui per un consiglio non per sentirmi dare dell'idiota. Per questo ci pensa già la mia coscienza.

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