(Sabri's pov)
Licenziata e spedita di nuovo in carcere: sono così soddisfatta di aver fatto fare ad Alice ancora questa fine... So che è sbagliato comportarsi così, ma sbagliare, qui, è altamente relativo: una mamma, per la sua bambina, sarebbe capace anche di uccidere, e questo non credo sia solo un problema mio, ma che accomuna tutte le mamme del globo terrestre. Credo che pure mia madre sarebbe capace di uccidere, se succedesse qualcosa a me o ai miei fratelli, perciò non vedo questa condanna a sei mesi dietro le sbarre come qualcosa che prima o poi mi farà sentire in colpa, semplicemente è stata una sorta di autodifesa. Fidandomi delle parole di Violet, ovvero che si sta frequentando con un suo collega e non le importa più nulla di Sascha, penso che per almeno sei mesi si può star tranquilli, senza Alice in mezzo alle scatole.
È successo, però, un giorno, che, mentre stavo editando un video, una challenge registrata col resto dei Mates, mi è arrivata una chiamata insolita. (nda: sta frase ha più virgole che parole, lol.) Nessun numero sconosciuto, privato o di questo tipo, bensì ho ricevuto una telefonata dall'asilo. Mi si è gelato il sangue a veder illuminarsi lo schermo per via della 'Scuola Materna': se fosse successo qualcosa di grave a Sara? Se si fosse sentita ancora male tanto da esser nuovamente portata in ospedale? Non riuscirei a concepirlo. Mi ci è voluto molto tempo prima di prendere coraggio e alzare la cornetta, ma alla fine ci sono riuscita.
"Sì, pronto?"
"Buongiorno, parlo con la signora Burci?"
"Ehm, sì..." rispondo, un po' ansiosa.
"Perfetto, io sono l'insegnante di Sara."
"Ah, molto piacere..."
"Volevo semplicemente comunicarle che ho bisogno di parlare con lei, uno di questi giorni."
"Capisco... Posso sapere per quale motivo?"
"Si tratta della situazione di sua figlia, abbiamo riscontrato qualche problemino insolito con lei e mi sembrava opportuno riferirglielo."
Problemino? Di che tipo? Oh Madonna, sono così in ansia... Cosa potrebbe essere successo alla mia piccola? È lei che non si comporta bene? O sta subendo qualcosa? Non mi ha mai detto nulla! Lo sa che quando ha qualche problema deve dirmelo... Come mai non lo ha fatto? Cavolo... Ora come reagisco? Come mi comporto? Sono impanicata.
"Va bene..." mi limito a dire. "Allora, a quando l'appuntamento?"
"Le va bene mercoledì 24?"
"Mercoledì 24? Mi dia solo un secondo..." la avverto, controllando il calendario e vedendo miracolosamente uno spazio vuoto.
"Ok, vada per dopodomani." confermo.
"Perfetto, allora arrivederci."
"Arrivederci..." riattacco, titubante.
Devo assolutamente parlarne sia con Sascha che con la diretta interessata. Appena ritornano dalla scuola di danza dirò loro tutto. Ed è presto detto: il rumore della porta aprirsi ha attirato subito la mia attenzione.
"Ciao cuccioli..." li saluto, a braccia aperte.
"Ciao cucciola..." sorride Sascha, dandomi un bacio sulle labbra.
"Ciao mamma!"
Anche Sara mi salta addosso, quasi facendomi cadere. "Ciao amore mio! Come è andata la lezione?"
"Molto bene!" sorride, saltellando, mentre faccio cenno a Sascha di passarmi le cose di danza della piccola, le avrei messe a posto io.
"Vieni che sistemiamo la roba!" esclamo, approfittandone del fatto di poterle chiedere qualcosina, non appena salite nella sua cameretta.
"Saretta, la dici una cosa alla tua mamma?" le domando, non appena tiro fuori il suo piccolo body rosa e le sue scarpette dalla borsa.
"Va bene..."
"Ma all'asilo tu stai bene?"
"Sì!"
"Non ci sono, ad esempio, dei bambini che ti fanno i dispetti?"
"No."
"La maestra ti ha mai detto qualche cosa?"
"No."
"Stai dicendo la verità, Saretta?"
"Sì!"
"Sicura sicura?"
"Sì!"
"Sai che alla tua mamma devi dire tutto?"
"Sì!" mi cantilena.
"Va bene amore." vado verso di lei, lasciandole un bacio sulla guancia.
"Io vado in bagno." mi dice di punto in bianco, alzandosi dal letto e uscendo dalla sua stanza. Perfetto, almeno dopo aver finito, posso andare a raccontare tutta questa storia a Sascha, già rintanatosi nel suo studio.
"Amore, prima che cominci a registrare mi concedi solo un secondo?" mi avvicino alla sua postazione, posandogli le mani sulle spalle, che prontamente mi prende: "Solo un secondino perché sono molto indietro... Che cosa succede?"
"Mi ha telefonato l'asilo."
"Cosa?"
"Dopodomani dobbiamo andare a parlare con l'insegnante di Sara... Mi ha detto che hanno qualche problema con lei..."
"Di che tipo?"
"Questo non lo so... Semplicemente si è limitata a riferirmi che dobbiamo parlarle perché ha riscontrato qualcosa di strano nella piccola..."
"Oh Dio..."
"La cosa che mi infastidisce è che non mi ha mai detto niente. Anche prima, mentre sistemavo la sua roba, le ho chiesto se ci fosse qualcosa che non andasse e mi ha confermato che non aveva nulla. Non capisco se veramente non ha niente o mi dice qualche bugietta..."
"Non lo so, posso dirti che ci vuole molto a tirarle fuori la verità, ma alla fine confessa sempre..."
"Non ci resta che aspettare dopodomani, e capire cosa ha da dirci la sua maestra..."
"Esattamente."
Rassegnati, perciò, abbiamo aspettato che il giorno X si presentasse, per poter andare a parlare con la sua insegnante, una giovane donna dagli occhi verdi e non troppo alta che ci ha accolto subito, portandoci direttamente in sala ricevimenti, una saletta molto più spoglia rispetto al resto dell'edificio, una vera e propria esplosione di colori.
"Allora, andiamo subito al sodo. Di recente, mi sono accorta che in vostra figlia non va tutto bene, per questo motivo avrei voluto spendere due paroline con voi."
"Scusi, non vorrei essere scortese..." incomincio a mia volta. "...Ma se non ci dice che tipo di problema ha nostra figlia, non possiamo sapere come comportarci."
"Dunque, la bambina sembra presentare dei disturbi alimentari."
"Disturbi alimentari?" chiediamo, scioccati, all'unisono.
"Esattamente. In parole povere, vostra figlia non sta più mangiando."
"Come sarebbe a dire, non sta mangiando?" sento di star iniziando a stizzirmi. Dopo tutto quello che ho passato sulla mia pelle, ho cominciato a tenere conto dell'argomento 'alimentazione' in maniera molto ponderante, soprattutto sulle mie bambine. Non posso permettermi che loro non mangino, e, se serve per evitare possibili capricci, do anche a loro, più a Sara che a Silvia, due opzioni su cosa mangiare, e loro possono addirittura scegliere ciò che vogliono, onde evitare insoddisfazioni. Diciamo che mi curo molto del loro modo di nutrirsi: scelgo sempre il cibo più sano, bilanciato, e dalla qualità più alta per loro, che comunque mandan giù volentieri, quindi non capisco perché questa, adesso, ci venga a dire che la piccola non mangia.
"Si è verificato questo problema sia venerdì scorso che l'altro ieri. La cuoca ed io le abbiamo servito il pranzo come ogni giorno, ma si è messa a piangere in un modo mai visto, nemmeno quando si fa del male piange in questo modo, e inoltre gridava continuamente di non voler mangiare. Ho provato a convincerla, almeno ad assaggiare, voi sapete che non costringiamo i bambini a mangiare, ma perlomeno un assaggio devono farlo. Non ha voluto nemmeno assaggiare, non c'è stato verso, non ha fatto altro che piangere e ripetere che non voleva toccare cibo, l'altro giorno ha addirittura lanciato il piatto contro il muro. Il fatto è che non si è mai comportata così. Se non le piaceva il cibo mi diceva semplicemente di non volerlo più, e lo avanzava normalmente."
Come cavolo è possibile tutto ciò? A casa mangia sempre senza lamentarsi!
"Mi scusi," interviene Sascha. "Posso sapere che cosa le avete servito per pranzo?"
"Pennette allo zafferano... E una bistecca di maiale come secondo."
"Ecco spiegato tutto." sospira. "Immagino abbia rifiutato la bistecca."
"Immagina bene, signore."
"Evidentemente ha subito un trauma..."
"Un trauma?" chiede perplessa l'insegnante.
"Di recente ha subito un'intossicazione alimentare data da una bistecca avariata. Perciò..."
"Beh, se si tratta di un trauma, posso darvi un consiglio. In questo istituto c'è una psicologa molto buona che potrebbe aiutarla a uscirne fuori, vi suggerisco caldamente di fargliela consultare."
"Una psicologa? Ne ha davvero bisogno?"
"Per forza. Si tratta comunque di una questione da risolvere, pur quanto piccola sia la bambina, ha comunque avuto un comportamento non adeguato, soprattutto nel lanciare la bistecca contro la parete."
Oh Dio, adesso come diremo a Sara che ha bisogno di esser seguita da una psicologa?
Come la prenderà?Ciuffy's Corner:
Ieri non avevo per nulla sonno, e quindi boh mi sono decisa di scrivere un capitolo. Non pensavo di riuscire ad essere così veloce nel pubblicare. Wow.
Comunque un po' si vede che mi diverto a scriverlo, sto sequel. Adoro scrivere di loro con delle bambine.
🙈
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How Long is Your Love?||Saschina [SEQUEL]
Fanfiction[INTERROTTA PER OVVI MOTIVI 🦌] Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio: non sempre le persone sono capaci di mantenere la parola data, e la situazione si aggrava quando di mira viene presa un'intera famiglia. Ebbene, purtroppo a volte ritornano... E...