(Sascha's pov)
"Ehi tesoro, ho parlato tanto e ho la gola secca... Mi prendi un bicchiere d'acqua per favore?"
"Ma non so dove sono i bicchieri..."
"Va bene anche il tuo bicchiere che tieni sul tuo comodino!"
"Ma è mio!"
"Tanto non mi fa schifo se ci hai bevuto tu! Poi la mamma lo lava!"
"Ma non perché mi fa schifo, ma perché è mio! Tu bevi nei tuoi."
"E va bene... Vorrà dire che berrò l'acqua dalla bottiglia."
"Ok."
"Saresti così gentile da andarmela a prendere? É sopra al tavolo in cucina."
"Ok." annuisce Sara, scendendo dal letto e andando verso la cucina, dandomi appunto il tempo di rivestire Sabrina. Ho fatto una fatica enorme nel non svegliarla, soprattutto perché si è mossa molto, e per un attimo aveva anche semi aperto gli occhi, mi è toccato cercare di farla addormentare nuovamente, e devo dire che con qualche bacio e qualche carezza ci sono riuscito quasi istantaneamente, e finalmente, grazie a Dio, la mia piccola Saretta è tornata con la bottiglia d'acqua poco dopo aver rivestito quella bella addormentata della mia moglie, cosicché Sara potesse dormire 'sicura'.
"Eccomi!" esclama, cercando di agitare quella bottiglia che a momenti è più grossa di lei.
"Grazie amore!" sorrido, dandole un leggero bacio sulla guancia una volta infilatasi di nuovo sotto le coperte.
"Prego papà!" ricambia sia il mio sorriso sia il bacino sulla guancia, per poi lasciarmi bere poca acqua.
"Così poca?"
"Dovevo solo idratare la gola, te l'ho detto!"
"Ah... Ma che cosa vuol dire idratare?"
"Vuol dire che il tuo bisogno di bere dell'acqua è stato... Come dire... Curato, sistemato."
"Aaaah! Ho capito!" La vedevo molto entusiasmata nell'imparare tutte queste cose.
"Perciò, quando hai sete, puoi dire anche che sei disidratata!"
"Wow... Quindi adesso bevo un po'! Perché sono disidratata!"
"Esatto! Bravissima!" sorrido, porgendole la bottiglia e dando una controllatina all'ora.
Si erano fatte già le tre di notte! Ringrazio il cielo che domani è domenica e possiamo dormire quanto vogliamo!
"Oh cielo, si è fatto tardissimo!" esclamo, esagerando un po' per giocare. "Forza, sistemati bene sotto le coperte, che ora bisogna dormire!"
"Ma non ho sonno!" cantilena.
Sospiro. "Ok, te lo trovo io il modo per farti venire sonno." comincio, giudicando il successone che ho avuto nel far addormentare la sua mamma. "Ti racconto una storia?"
"Sì!" esclama, entusiasta.
"Va bene, allora mettiti qui, vicina vicina a me." le dico, iniziando ad accarezzare lentamente e dolcemente la sua testolina, e, contemporaneamente, la vedevo intenta ad osservare e ridisegnare con linee immaginarie la moltitudine di cupcake colorati sui pantaloni del suo pigiamino azzurro, mentre la calda luce soffusa emanata dalla piccola lampada sul mio comodino, rendeva ancora più caratteristico questo dolce quadretto che si è appena creato.
"C'era una volta..." incomincio, cercando di inventarmi una storiella al momento, visto che non me ne sono venute in mente. "In un maestoso castello, una principessa che si chiamava Sara."
"Come me!"
"Esatto, proprio come te, amore." sorrido, per poi continuare il mio racconto. "Era la principessa più bella del paese, e tutti i principi e anche gli altri uomini avevano perso la testa per lei!"
"Wow!"
"Però il suo papà, il re, che le voleva tanto tanto bene, non voleva che la sua adorata figlia, l'unico ricordo che le era rimasto di sua moglie, fosse stata a contatto con persone piene di cattive intenzioni. Quindi, aprì delle candidature per trovare l'uomo adatto per sua figlia."
"Ma cosa sono le candidature?"
"Sono dei concorsi in cui i candidati, ovvero delle persone, vogliono aggiudicarsi un posto in un determinato lavoro!"
"E cosa vuol dire aggiudicarsi?"
"Ottenere." rispondo, guardandola.
"Ho capito. però adesso vai avanti con la storia!"
"Ok, stavamo dicendo che il Re aveva indetto un concorso per chi fosse l'uomo migliore per questa bella principessa. Ecco, diciamo che la fanciulla non aveva alcuna intenzione e voglia di obbedire a suo padre!"
"Oh... Come mai?"
"Beh, perché lei aveva un grande amico fin da quando era piccola come te: un giovane contadino che viveva nel castello e procurava le verdure, la frutta e i cereali alla famiglia reale. E un giorno la nostra principessa finì per innamorarsene! Solamente, il suo papà non lo sapeva fino a quel giorno, che ha deciso di scappare dal castello per sfuggire a questo concorso. Lei non voleva sposare nessun principe! Questo contadino era l'uomo della sua vita, lo sai?"
"Oooh, che bello! E come si chiamava?"
"Si chiamava Ivan!" dico, menzionando volutamente il suo amichetto del cuore. E si è visto, Sara ci è rimasta letteralmente di sasso.
"Come il mio compagno dell'asilo?"
"Proprio così. So che è il tuo migliore amico, è vero?"
"Sì! E poi Swami è la mia migliore amica femmina!"
"Non sai quanto sono contento che tu abbia degli amichetti!"
"E ci sono anche Diana, Nicola e Simone!" (nda: cito questi nomi perché queste personcine belle, in futuro, saranno di importanza davvero fondamentale, e lo scoprirete solo vivendo!)
"Comunque, tornando alla storia, il re era davvero disperato! E la cercò in lungo e in largo! Fino a quando non la trovò in un campo di fieno a guardare il cielo con il suo amico contadino. Quando si accorse che era arrivato suo papà, scoppiò a piangere, perché era innamorata di Ivan, essendo l'uomo della sua vita, e avrebbe voluto sposare lui e non un principe che non le piaceva. Quando il re capì le sue parole, e ricordatosi delle umili origini della sua moglie, lasciò che la sua adorata figlia sposasse il contadino, perché sarebbe stata felice. Lo scopo del re, infatti, da quando nacque la fanciulla, era di farla felice a tutti i costi!"
"Che bello... E tu sei come il re, vero?"
"Eh sì, per la tua felicità farei i salti mortali."
Sara sorride. "Sono contentissima di averti come papà!"
"E io sono contentissimo di averti come figlia. Non ti cambierei per niente al mondo... Neanche per quei cento cammelli che voleva barattarmi quel signore lì al parcheggio..."
"Ti voglio tanto bene..." sento le sue piccole braccia avvolgersi attorno a me, e nel giro di mezzo secondo la mia Saretta è completamente scivolata nel sonno.
"Anche io piccoletta..." le sussurro, guardando la sua minuscola cassa toracica alzarsi e abbassarsi e il suo faccino sereno appoggiato alla mia pancia. Non ho potuto fare altro che abbozzare un sorriso, per poi stringere a me anche Sabrina e finire per scivolare nel sonno, abbracciato praticamente a tutta la mia vita.Ciuffy's Corner:
Aiuto domani la prof interroga e ho l'ansia.
Potrò anche aver studiato, ma ho comunque l'ansia.
Avrò sempre l'ansia.
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How Long is Your Love?||Saschina [SEQUEL]
Fanfiction[INTERROTTA PER OVVI MOTIVI 🦌] Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio: non sempre le persone sono capaci di mantenere la parola data, e la situazione si aggrava quando di mira viene presa un'intera famiglia. Ebbene, purtroppo a volte ritornano... E...