Capitolo 29: Ti lancio una sfida.

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Prima di cominciare: Finalmente le idee sono tornate! Devo essere sincera, la storia essendo calata un po' di visualizzazioni e quindi piacendo a meno gente, ha fatto si che un po' la mia voglia di continuarla passasse. Tuttavia, non voglio buttare quella che è stata per me "la gallina dalle uova d'oro". Perciò che dire follettini e follettine, sono tornata. Più forte di prima. UPDATE. Sarò onesta: pensavo di riuscire a mantenere un buon andamento ma niente. Molto probabilmente la cosa è anche dovuta allo studio. Anzi. Quasi sicuramente. Per quelli che mi seguono su instagram (laciuffyofficial) ormai penso sia risaputo che quest'anno ho la maturità ed è un anno veramente difficile, i cui mille impegni e attività fanno fatica ad essere conciliati e naturalmente lo studio deve occuparmi almeno il 75% della giornata, se non il 90% addirittura. Il tempo per scrivere é davvero poco e l'ansia costante che ho mi fa concentrare di più su delle idee per one shot banalmente usate per sfogarmi su tutte le mie preoccupazioni e le mie croci di questo periodo. Probabilmente, visto che in linea di massima per il 6 luglio (tra l'altro in concomitanza con il terzo anniversario di quando cominciai a seguire Sabrina) dovrei aver finito del tutto la maturità (e finalmente potrò dire di essere in vacanza per sempre 😍) potrò dedicarmi nuovamente alla FF come una volta. Per ora non so darvi notizie sugli aggiornamenti, quando saranno propriamente. So che saranno lenti, ma tenete duro. Come ho detto prima, questa storia la voglio finire. Buona lettura!

(Sabri's pov)
"Sascha." sospiro, guardando sconcertata quell'assordante scenario. "Sascha, comincia a correre."
"Cosa?" ridacchia lui, scrollando Syria dalle spalle. "Che succede amore, non sto andando bene?"
"NO, NON STAI ANDANDO BENE." grido spazientita. "Ci sono due bambine che piangono e non riesci a calmarne nemmeno una?"
"Ehm..."
Sbuffo. Mi scoccia non potergli dare fiducia. Eppure sembra che io non lo possa fare. Ma se una delle tre si facesse male e lui non se ne accorgesse, come la mettiamo? Sarebbe giusto un po' un casino, e di certo andrei su tutte le furie. Anche se non penso possa arrivare a questi livelli. Ma con oggi...
"Silvia," mi avvicino a lei. "Cos'hai?"
"PA-INO! HO FAME!"
"Il panino? Vuoi un panino giusto?"
"SÌ! PA-INO NUTELLA!"
"Il panino con la Nutella?" ripeto, cercando di farmi sentire da mio marito. "IL PANINO CON LA NUTELLA?"
"Dai amore, insisteva a più non posso! E poi anche tu sei una cicciottona e la Nutella te la mangi sempre!"
"SASCHA NON È IL MOMENTO DI SCHERZARE. Ha due anni, capisci?"
"Ma..."
Non gli rispondo, non so che risposta dargli. Vedo solo che dalle indicazioni di Silvia, effettivamente, c'è un piattino con un panino alla Nutella sul bancone della cucina. Meglio portarglielo per farla star buona.
"NUTELLAAAA!" mi apre le braccia lei, non appena glielo metto davanti. Un po' la capisco, anche io vado matta per la Nutella.
"E va bene... Nutella sia... Per questa volta." sospiro, baciandole la fronte. "Silvietta..."
"Beh, tutto è bene..." fa per dire Sascha, ma io subito lo interrompo.
"Oh no no no. Non pensare di passarla liscia."
"Cosa... Ma, come. Voglio dire. Come."
"Senti un po'. Io sono tornata a casa e ti ho trovato con entrambe le bambine che piangevano come delle matte. Ti sembra che sia... Finita bene?"
"Beh, per il momento nessuna delle due sta piangen..."
"Non mi interessa."
Sascha mi guarda perplesso.
"Senti, non fare quella faccia."
"Ah, pure?"
"Mi è venuta un'idea."
"Sentiamo questa tua brillantissima idea..."
"Ti lancio una sfida."
"Cosa? Come, scusa?"
"Ho detto, ti lancio una sfida."
"Una sfida?"
"Una sfida."
"Cioè, proprio una sfida sfida?"
"Sì. Mi è venuta in mente questa cosa... Di potare la Saretta in Giappone. Devo vedere per quanto tempo ci starò, ma sai com'è... A me manca molto, non ci andiamo da un pezzo."
"Vai avanti."
"Ti lascio con le altre due bambine. Vediamo se te la cavi."
Pensavo di aver fatto una cosa abbastanza... Onesta, ma lo sguardo perplesso di Sascha mi sta facendo dubitare di ciò che ho detto.
"Sascha?"
Quasi sembrava trattenesse le lacrime agli occhi.
"Sascha, che hai?"
"Veramente? No, dico io, veramente?"
"Sì..."
"Sabrina, per l'amor di Dio. Tu pensi davvero di... Ma che cavolo. Andartene a fare la bella vita così a caso e lasciarmi qui da solo nella merda?"
"Se magari fossi capace di gestire le tue figlie, non saresti così nella merda come dici!"
"Ma cosa c'entra questo ora!"
"C'entra che lo sto facendo apposta per impratichirti!"
"E per impratichirmi devi per forza andare in Giappone? Non puoi, che ne so, andartene a farti una vacanza con Sara a Campobasso? No, per forza in Giappone? Senza di me? Come se la stessi quasi utilizzando come una scusa per andartene in Giappone senza di me, così giusto perché sembra quasi che io sia solo una zavorra e che le tue figlie pure!"
Stavolta ero io ad essere senza parole.
"Ma sei serio o lo dici per scherzo?"
"Ma vedi tu! Ti sembro uno che lo dice per scherzo?"
"Ma, non si sa mai. Sono dieci anni che stiamo insieme, ti conosco, a volte fingi fin troppo bene."
"Ah beh, se per questo non sono l'unico."
"Come scusa?"
"Vogliamo parlare del fatto che tu fingi di amarmi?"
Fingi di amarmi.
Non può averlo detto sul serio.
Io che fingo di amare Sascha.
"Cioè... Ah, sì. Io, che tanto faccio finta di amarti, così, decido di non mandarti a fare in culo dopo dieci anni che ti sopporto, dopo che ho deciso di sposarti, dopo che ho dovuto per tre volte sopportare le doglie, cosa che, se tanto avessi finto di amarti, avrei evitato perché, sai, non ci avrei tenuto abbastanza, i figli non sono mica da fare con la persona giusta eh! Ma ti sembra un comportamento sensato il tuo?"
"Da che pulpito viene la predica..." si interrompe bruscamente. Noto che la sua voce si sta spezzando. "Da che pulpito viene la predica, Sabrina. Veramente. Perché ovviamente è sensato prendere e partire lasciando tuo marito con l'acqua alla gola."
"Ma è una sfida!"
"Allora vacci in culo ai lupi, con Sara! Non in Giappone!"
"Ma perché ti da così tanto fastidio?"
Sascha mi guarda con degli occhi talmente lucidi che, a momenti, potevano parlare: effettivamente, se è vero che gli occhi sono lo specchio dell'anima, e in questo caso anche lo specchio di Anima (ndr: dovevo), potrei dire che, davvero, i suoi stanno trasmettendo... Un senso di distruzione, di perdita.
Forse l'ho distrutto, e me ne sto accorgendo solo troppo tardi?
"Sai perché mi da così tanto fastidio?" domanda retoricamente, guardandomi fisso con i suoi occhi tutt'altro che sorridenti. "Perché sembra quasi che tu lo faccia per voler andare senza di me. Per farti una sorta di bella vita in mia lontananza."
"Ma..."
Sascha non mi risponde, va solo verso le scale, tirando su con il naso.
"No, ma un corno, Sabrina. Mi è caduto il mondo addosso."

How Long is Your Love?||Saschina [SEQUEL]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora