(Sascha's pov)
Forse era proprio quello che ci voleva.
Sì, una bella boccata d'aria per staccare un po' dal mio lavoro era seriamente quello che ci voleva. Mi sento realmente rinato in mezzo a tutto questo verde, che in realtà di verde ha ormai ben poco: pronte per cadere, infatti, le foglie degli alti alberi sopra di me, si sono ormai tinte del loro caratteristico marrone, lo stesso colore di cui si è dipinta la distesa d'erba, grazie a tutte le altre foglie già staccatesi. È inutile dire che anche alla mia dolce e vivace bambina è piaciuto tantissimo questo scenario: si è in un attimo tuffata in mezzo a tutto quel fogliame e ha cominciato a ridere, giocando e divertendosi con davvero poco, per essere raggiunta dalla sua sorellina in breve tempo. Ah, quanto vorrei tornare alla loro età, senza problemi, senza preoccupazioni; quel periodo della vita in cui la decisione più grande pendeva su quali cereali accompagnare al latte durante la prima colazione o sul Pokémon con cui avresti voluto cominciare a giocare ed esplorare la tua regione virtuale; quel periodo della vita in cui qualsiasi cosa non era data per scontata e in cui si sapeva davvero gioire anche per il gesto più piccolo. Tuttavia so che indietro non posso più guardare, per questo mi accontento di vedere le mie due dolci crearurine spassarsela così tanto in mezzo a questo classico paesaggio autunnale, e devo dire che la loro vista mi riempie il cuore di gioia. Quasi quasi mi metto anche io a giocare con loro...
Alla fine... Rimarrò sempre un bambino, a prescindere dall'età. E forse avere delle figlie non fa altro che darmi benefici: posso soprattutto rimanere con il mio carattere e la mia personalità senza essere giudicato, visto che la società mi etichetterebbe solamente come un padre serio e presente, come del resto quello che voglio essere.
"Ma quindi giochi con noi?" Sara mi sveglia da tutti i pensieri, tirandomi una manciata di foglie secche addosso.
"Oh, certo amore... Però girati! Sta arrivando la tua amichetta!"
Sara così fa: "È arrivata Swami!" mi strilla, indicando una bambina dai capelli biondi, legati in due trecce, che sta avanzando verso di noi, per mano al suo papà. È così, la mia primogenita è scappata verso l'altalena assieme alla sua compagnetta Swami, mentre io sono rimasto assieme a Silvia, che presto torna tra le mie braccia, e al padre dell'amica di Sara, che (naturalmente) conosco e con cui ci ho instaurato un buon rapporto. Certo non saremo migliori amici, però una bella chiacchierata non mi fa affatto dispiacere, nonostante lui sia molto più serio è composto di quanto sia io, dalla indole ancora giovane.
Non è passato nemmeno il tempo di salutarci, di scambiarci quattro chiacchiere, e già le due bambine sono tornate vicine a noi.
"POSSIAMO PRENDERE IL GELATO?"
"Cosa? Il gelato adesso? Sara, amore, non ti sembra una cosa un po' azzardata? È mattino!"
"Ha ragione anche per te, Swami. È presto per comprarsi il gelato. Hai appena fatto la colazione."
"Sì, ma io volevo il gelato..." sua figlia incurva le labbra in un'espressione tristissima, come del resto sta facendo la mia. "Anche io..."
"No bambine. Il gelato adesso no."
"Uffa..."
"Sara, amore, io te lo comprerei anche, ma se te lo comprassi, tua madre mi ucciderebbe! Quindi per oggi va così. Ti prometto che la prossima volta andrà diversamente."
"Però almeno possiamo andare a bere alla casa dell'acqua?" chiede la sua amichetta, indicando una piccola casetta azzurra dal tetto blu, posta poco lontano da noi.
"Sì, a bere potete andare." le risponde il padre, lasciando che anche io dessi il consenso alla mia Saretta.
La sento ringraziarmi felicemente, per poi prendere la sua compagnetta per mano e correre verso il piccolo edificio blu.
"A-ch-io! A-ch-io!" strilla Silvia, rompendomi anche l'altro timpano.
"Vuoi andare anche tu a bere?" le chiedo.
"Sì!"
"Però tu vieni con me, perché se corri, e per sbaglio inciampi, tua madre mi spezza tutte le ossa!"
"-A bene!" ride, poggiando le sue manine sulla mia faccia.
"Allora andiamo!" sorrido, avviandomi anche io verso la casa dell'acqua, dove ho visto che gli amichetti di Sara si sono moltiplicati. Si sono infatti aggiunti i suoi compagni d'asilo di cui mi parlava ieri notte, dei bambini che conosco fin troppo bene, dal momento che quasi ogni settimana me li ritrovo in casa.
"Papà! La Diana mi ha detto che mentre stava camminando per venire qui ha trovato due signore che stavano urlando!"
"Si tirano quasi i capelli!" aggiunge l'altra sua amichetta, una bimba dai mossi capelli dorati e dai ridenti occhi ambrati, che prende il nome di Diana. "E allora gli ho detto a loro che volevo spiarle!"
"Ma lo sapete che non è bello spiare le persone?"
"Però a me mi piace!" ridacchia Diana, mettendo le mani dietro la schiena. (nda: ricordatevi che gli errori sono fatti volutamente. Sono pur sempre dei bimbi di quattro anni a parlare!)
"Papà! Una di quelle signore era la cameriera che mi ha dato le cotolette col melone!"
"Cosa?"
"Sì! E si stanno tipo dicendo tantissime parolacce e poi hanno anche detto..."
"Non ripetere quello che hanno detto." le metto di scatto l'indice davanti alle sue labbra. "Non è buona educazione."
"Sascha, vero che vuoi spiarla anche tu adesso?" ride Diana, toccandomi una gamba.
Sì, mi chiamano per nome. Alla fine sono come una specie di zio per loro: sono sempre in casa mia!
"So che origliare non è bene, però... Mi portate a vedere dove sono?"
"Sì! Tanto si stanno ancora dicendo le parolacce! Guarda!" Diana mi indica un punto del parco alle mie spalle.
"Va bene... Sono abbastanza interessato a sapere che cosa sta succedendo." ghigno tra me e me, mentre l'amichetta di Sara mi prende per mano. "Ti porto io! Dobbiamo stare in silenzio e nasconderci dietro i cespugli!"
"E va bene." sorrido, lo so che origliare non è bene, però vorrei sapere il più possibile su tutto ciò che sta succedendo: sono cose che, in un modo o nell'altro, stanno minando la nostra famiglia!Ciuffy's Corner:
RAGASCUSATEILLUNGOTEMPOMAHOSENPREUNAMONTAGNADICOMPITIENONRIESCOMAIADAGGIORNARE.
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How Long is Your Love?||Saschina [SEQUEL]
Fanfiction[INTERROTTA PER OVVI MOTIVI 🦌] Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio: non sempre le persone sono capaci di mantenere la parola data, e la situazione si aggrava quando di mira viene presa un'intera famiglia. Ebbene, purtroppo a volte ritornano... E...