(Sascha's pov)
"SIETE CATTIVI!"
Mi sono svegliato di soprassalto, con un pianto stridulo arrivare dritto alle mie orecchie.
"Ehi, ma chi è che sta piangendo... Silvia?" volgo incredulo lo sguardo verso di lei, seduta sul pavimento a gambe divaricate. Subito, preoccupato, scendo dal letto.
"SIETE CATTIVIII!" strilla, lasciando che la prendessi in braccio.
"Ma dai Silvia, non dire ste stupidaggini... Piuttosto, cosa è successo?"
La mia piccina trattiene il pianto in un grosso magone, per poi indicare Sara e indicarsi subito dopo, facendo con quel ditino il classico cenno usato per dire 'no', tornando a piangere disperatamente. Credo di aver capito come mai si sta comportando in questo modo.
"Ma amore, lo sai che nel lettone puoi venire ogni volta che vuoi!"
"NO- È VE-O!" mi strilla, prossima all'orecchio, quasi spaccandomi il timpano.
"Sì invece, e puoi anche farlo stasera, se hai voglia."
"Davve-o?" mi chiede, smettendo subito di piangere.
"Ma certo, amore mio!" sorrido, lasciandole un piccolo bacio sulla fronte. E come premio per quel piccolo gesto venutomi spontaneo, la piccola e sorridente Silvia mi ha stretto nel suo primo abbraccio, azione a cui ha corrisposto il fatto che io non abbia potuto far a meno di lanciarla di poco in aria, per poi ovviamente riprenderla, come un piccolo aeroplanino, ovviamente per giocare e farla ridere un po'. E obiettivo centrato! Difatti, la piccina non ha fatto altro che ridere e gridare divertita.
"Shh, amore! Non facciamo troppo chiasso o le tue sorelline si sveglieranno!" la avverto, mettendo l'indice vicino alla mia bocca, azione che Silvia subito ripete. "Shh!"
"Eh sì! In silenzio! Brava cucciolina!" E qui un altro bacio sulla fronte. "Ascolta, vogliamo andare a fare colazione o aspettiamo le tue sorelline?"
"Av-anno sooooonno!" mia figlia apre le braccia, mostrandomi un'espressione di ovvietà in volto.
"D'accordo." traggo una conclusione, tenendo conto delle sue parole. "Visto che è ancora molto presto le lasciamo dormire. Però, allora, per adesso, non se ne parla di colazione..."
Vedo che quell'espressione ovvia assunta da Silvia giusto poco fa, si tramuta in un magone mostruoso, e in men che non si dica è scoppiata a piangere.
"HO FAME! HO FAME!!!"
"Dai, su, piccina! Non piangere! Ora che ci penso non è così tardi, dal momento che tua sorella ha smattato tanto per poter andare al parco coi suoi amichetti, oggi."
"A-ch'io pa-co!" grida Silvia, scuotendo le braccia.
"Ok, anche tu parco. Allora verrai con noi. Facciamo che, quindi, le svegliamo insieme? Ci stai?"
"Sì..."
"Benissimo." sorrido. "Allora al mio tre devi dire piano piano: "Sara, ti svegli?". Ok?"
"Sì!"
"Bene... Allora mi raccomando eh... Uno... Due...T-"
"-A-A TI -VEGLI?!?" grida la sua sorellina, ignorando completamente la mia richiesta di far silenzio.
"Shh... Non così!"
L'avessi mai detto, ha ricominciato a piangere di nuovo. Sto notando con dispiacere che la mia Silvietta, stamattina, si è svegliata abbastanza inversa, sta frignando davvero per qualsiasi cosa che vada contro la sua volontà. E, semplicemente, mi tocca accontentarla: oggi non voglio proprio incominciare la giornata partendo con il piede sbagliato, e so che un'eventuale predica graverebbe solo su di me, per questo...
"Non piangere, amore!" cerco di calmarla. "Che, che... Ehm... Che adesso mangiamo!"
Il mio ennesimo tentativo, da quel che ho potuto vedere, ha avuto i risultati sperati.
"YEEE! LATTE! CIOCCO-ACO!" (nda: cioccolato) grida, felicissima, mentre la sua sorellona si è finalmente svegliata.
"Buongiorno..." mi saluta, sbadigliando e stropicciando gli occhi.
"Buongiorno amore! Hai dormito bene?"
"Sì... Ma si mangia il latte al cioccolato?"
"Sì amore! Vieni che la mamma ti ha preparato la colazione, che poi andiamo al parco!"
"A-CH'IO PA-CO!" mi strilla Silvia in un orecchio.
"Sì amore, anche tu. Però adesso scendiamo a fare colazione." le dico, scendendo in cucina, dove Sabrina ha appena tirato fuori dal microonde i due biberon delle piccole.
"LATTE CIOCCO-ACO!" esclama Silvia, correndo dalla sua mamma e prendendo la sua bottiglietta.
"Come si dice?"
"G-azie mamma!"
"Prego amore." sorride sinceramente mia moglie, venendo successivamente verso di me.
"Ah, Sabrina Sabrina Sabrina... Che stress, se questa già piange di prima mattina... La giornata sarà molto lunga... Ma molto lunga." sbuffo, appoggiandomi al bordo cucina e indicando Silvia con la testa.
"Chi è Sa-ina?"
Eccola. Parli del diavolo e spuntano le corna, proprio.
"Sono io, parlantina che non sei altro!" le risponde sua mamma, avvicinandosi a lei e lasciandole un giocoso bacio sulla guancia.
"MA NOOOO! TU SEI LA MAMMA! NO SA-INA! MAMMA!"
"Ma come no!" scoppia a ridere la diretta interessata. "Anche io ho un nome! Non solo tu! Tu mi chiami mamma, ma io ho comunque un nome!"
"Te l'ho mica detto che vuole venire al parco con Sara e i suoi amici?"
"Vedi di farla arrivare a casa intera, altrimenti stanotte ci sarà qualcosa che non vedrai nemmeno lontanamente."
"Che cosa?" Sara smette per un secondo di bere il suo latte, per rivolgersi a noi. "Tu che ti togli i vestiti davanti al papà?"
"Io cosa?"
"Come ieri!"
"Ieri quando?"
"Quando sono venuta a dormire nel lettone!"
"Ieri notte avevo caldo, Sara."
(nda: prima di leggere la prossima frase, ricordatevi sempre che sta parlando una bambina di quattro anni, e la correttezza grammaticale è quello che è. Insomma, non potete pretendere mica troppo da una bambina così piccola!)
"Lo so! Me lo ha detto il papà! Tu avevi sopra le coperte, però lui voleva che ti svegliavi perché voleva che ti rimettevi i vestiti, però io gli ho detto di no perché se ti svegliavi ti arrabbiavi con lui! Però poi mi ha detto che vi volete tantissimo bene, e che siete marito e moglie, e allora potete vedervi senza vestiti, ma però solo voi due! Perché vi volete tantissimo bene e perché siete marito e moglie! E poi ha parlato del signore dei bambini... Che è il papà il signore dei bambini!"
Nonostante fosse girata di spalle, ho capito subito che nel suo timbro vocale c'è una buonissima dose di scocciatura. "E dimmi un po', piccola Sara, visto che tuo padre è così tanto bravo a spiegarti le cose, ti ha anche spiegato che le bistecche si devono mangiare senza fare scene?"
"No, quello no!"
"Eh, lo immaginavo tesoro mio. Lo immaginavo proprio."
Perché dentro di me sento come... Un vuoto? Come se avessi fatto qualcosa di male? Le ho semplicemente nascosto tutto, spiegandole lo spiegabile in maniera molto implicita, senza nascondere la verità! Cos'altro potevo fare? Eppure a Sabrina non sembra essere piaciuto, ciò che ieri ho fatto, o magari ha semplicemente frainteso. Fatto sta che, con due ampie falcate, è tornata vicino a me, ancora appoggiato sul bordo cucina, e i suoi occhi minacciosi si sono incatenati in un attimo ai miei.
"Ma che diamine le hai detto?"
"Amore, ci ha visti! Mi continuava a fare domande, e dovevo spiegarle qualcosa! Dove dovevo, le ho detto la verità!"
"Va bene..." Sabrina rilassa le spalle, tuttavia mantenendo il suo sguardo serio. "Quando torni ne parliamo con calma, non mi piace non essere messa al corrente di qualsiasi cosa."
"Ok, dopo ne parliamo..." rispondo, titubante, osservandola tornare al tavolo e ritirare i due biberon vuoti delle bambine.
"Dai, vai a prepararle, prima che peggiori la situazione..." sospira, buttando le due bottigliette di plastica dura nel lavandino e guardandomi in maniera molto più rilassata. "Tanto, in cuor mio, lo so che sei il migliore." abbozza successivamente un sorriso, per poi stamparmi un bacio, ricambiato, sulle labbra.
"Dai papà, aspettano solo te."Ciuffy's Corner:
Ok, allora, in primo luogo scusatemi il ritardo. Solo che Wattpad è un grandissimo figlio di puttBRAVA DONNA e, dal momento che avevo scritto il capitolo sulle note e NON ME LE FA INCOLLARE, ho dovuto TRASCRIVERE TUTTO. E fidatevi, il doppio del lavoro.
In secondo luogo, scusatemi l'andamento morto del capitolo, ma è un intermezzo tra una scena e l'altra, poi avrò modo di ricollegare tutto. Non è revisionato, quindi boh quando ho voglia lo correggo.
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How Long is Your Love?||Saschina [SEQUEL]
Fanfiction[INTERROTTA PER OVVI MOTIVI 🦌] Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio: non sempre le persone sono capaci di mantenere la parola data, e la situazione si aggrava quando di mira viene presa un'intera famiglia. Ebbene, purtroppo a volte ritornano... E...