dannato orgoglio.

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Dopo aver sceso le mie valigie dalla macchina, mi diressi verso uno dei presunti ingressi di quella schiera di edifici, con gli occhi delle poche persone che stavano nel piazzale tutti addosso. Mi sentivo leggermente a disagio.

Mi fermai sotto l'androne, per dare un'occhiata in giro. Mi appoggiai al muro, ed iniziai ad analizzare la situazione. Quei palazzi erano talmente trasandati, che se non fosse stato per le luci che si vedevano dalle finestre e i vestiti appesi, sarebbe sembrato un posto abbandonato.
Scarabocchi sui muri, perdite di acqua, intonaco cadente. In compenso peró, c'erano delle misere piante che erano messe là come per abbellire, senza molto successo, la situazione.

Un attimo prima di prendere le mie valigie diedi un'occhiata veloce a un gruppo di tre o quattro persone che non stavano molto lontano da me, lì notai che uno di loro mi stava fissando, ma non ci feci molto caso, così che sbuffai e presi le mie valigie con l'intento di salire in casa.

Improvvisamente peró, qualcosa attiró la mia attenzione.

-Avresti una sigaretta?- una voce maschile lontana mi fece girare di scatto. Era proprio il tipo che mi stava fissando, che nel giro di pochi secondi era già li dietro di me. Con quei vestiti larghi, e quel piercing sul labbro, aveva anche il suo fascino.

Senza proferire parola, anzi guardandolo con aria sicura, presi il pacchetto che avevo in tasca e ne sfilai una sigaretta, porgendogliela e facendo un cenno con la testa non molto interessato, per poi girarmi di nuovo verso le mie cose e salire nella mia nuova dimora.

-Ti serve aiuto?- chiese sempre il ragazzo.
-Ce la faccio da sola.- risposi secca. In realtà mi sentivo abbastanza ridicola perchè erano due valigie enormi ed un borsone, e da sola non ce l'avrei mai fatta. Analizzai la situazione, quando il ragazzo prese una valigia e facendomi un ghigno inizió a salire le scale.

Odio quando qualcuno mi aiuta senza che ne abbia bisogno, ma dannato orgoglio, in quel momento ne avevo davvero bisogno.
Rimasi comunque sulle mie e sicura di me, anche se stavo iniziando a sentirmi a disagio alla vista di questo ragazzo che dal nulla è sbucato e sicuro di se ha iniziato a salire le scale con le mie valigie come se nulla fosse.

-Sto al nono..-
-So qual è il tuo appartamento.- mi interruppe con la voce spezzata per via della sigaretta che teneva in bocca ancora spenta. Mi chiesi come facesse a saperlo. Decisi solo di non fare domande e prendere il resto, e aspettare che quello strazio finisse.

Una volta arrivati davanti alla porta di casa poggiammo le valigie, e feci un sorriso forzato come per ringraziarlo del suo aiuto che non avevo richiesto.
Decisa più che mai iniziai a portare le mie cose dentro casa, per liberarmi della sua presenza, ma sembrava non volersene andare.

-Dopo scendi che ci fumiamo una sigaretta.- disse, con tono sicuro, dopo qualche secondo di silenzio, per poi tornare di sotto. Mi girai di scatto, inizialmente non pensai molto a quella frase, così entrai in casa con le mie cose.

La casa era molto più piccola della mia vecchia. Appena entrata vidi davanti a me uno spazio che doveva essere il salotto, con a destra una grande porta-finestra che si affacciava a un terrazzo. A sinistra uno spazio per la cucina a penisola, che era già montata, mentre a dritto c'erano tre porte. Andai a vedere e la prima porta a destra era una camera, quella in mezzo il bagno e quella a sinistra un'altra camera più grande.

Io mi presi quella a destra perché era quella più illuminata, ed iniziai a sistemare le valigie da una parte della stanza.

Mi sedetti sul materasso spoglio del letto che era già li, e pensai.

Non avevo intenzione di scendere con quel ragazzo, ma allo stesso tempo non avevo intenzione di rimanere sola per il resto della vita, perché insomma quando mi sarebbe ricapitato che qualcuno si facesse avanti con me?
Mi sdraiai di peso, poggiando le mani sulla pancia, e pensai a lungo. In fondo, cosa sarebbe andato storto?

ciny. • sfera ebbastaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora