ho sbagliato tutto.

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Nicole:

Non andai da Gionata, non gli scrissi, non parlammo per un mese credo, non volevo averci a che fare.

Mi aveva fatto male quella sera, decisi che era meglio ascoltarlo e lasciarlo perdere, era un bene per entrambi.

Stavo giù all'androne con i ragazzi, quando lo vidi scendere. Lo guardai amara.

-Fra, non dovresti stare in casa?- chiese Mario preoccupato. Gionata mi diede un'occhiata veloce, mista tra incazzato e forse, rammaricato? Non gli diedi peso, alzai un sopracciglio costruendo la mia solita espressione, per poi guardare altrove.

-Volevo prendere aria.- disse, fingendo un sorriso, salutando gli altri. A me, mi salutó con un cenno di testa, che non ricambiai.

Passammo uno strano pomeriggio, c'era tensione, forse la percepivo solo io ma non sono stata allegra come al solito. Ogni tanto, Gionata mi lanciava sguardi, che io non ricambiavo sempre, ma ogni volta che incrociavo il suo sguardo sentivo la stretta allo stomaco di un mese fa.

Stavo salendo le scale, per tornare a casa, quando mi sentii prendere per un braccio.
Mi girai di scatto, sussultando, e persi un battito.

-Nic..- scossi il braccio per liberarmi.
-Che vuoi Gionata?- chiesi impaziente. Lui abbassó lo sguardo.
-Mi spiace..- sussurró. Gionata Boschetti, mi aveva appena chiesto scusa?
-Alla buon ora.- dissi, mettendomi le mani sui fianchi.

-Bene.- disse freddo, agitando un braccio e superandomi.
-Qual é il tuo problema cazzo?- urlai. Lui si giró di scatto.

-Ti ho chiesto scusa, non ti basta?- disse avvicinandosi a me.
-..Va al diavolo.- dissi infuriata per poi correre in casa.

Mi buttai sul letto, con un nodo in gola assurdo.
Sembrava mi avesse chiesto scusa tanto per fare, sembrava non gli interessasse davvero. Una lacrima scese bagnandomi i capelli, al che mi asciugai di fretta la tempia e mi cambiai, per poi buttarmi sotto la coperta.

Stavo fissando il cielo che ormai era quasi completamente scuro, quando mi arrivó un messaggio.

Da: Gionata
Esci.

Sussultai leggendo quel messaggio. Lo ignorai.

Gionata:
Non ignorarmi, esci.

Alzai gli occhi al cielo, per poi poggiare il telefono e girarmi dall'altra parte.

Il telefono continuava a vibrare, non lo sopportavo più. Guardai le notifiche, sbuffando.

Gionata:

Smettila

Non fare la bambina

Esci, voglio parlarti

Ok, l'hai voluto tu.

Bloccai immediatamente il telefono, iniziando a pensare all'ultimo messaggio. Non capii le sue intenzioni. Stavo rimuginando, quando sentii bussare alla finestra. E lì capii.

Trovai il viso di Gionata appiccicato alla finestra, quasi a cane bastonato. Decisi comunque di andare ad aprirgli.

Allargai le braccia, a segno di farlo parlare.
Lui invece entró in camera, facendosi spazio.

-No aspetta, che fai?- chiesi irritata.
-Se non esci, come faccio a parlarti?- disse sedendosi comodamente sul mio letto.

-Datti una mossa.-

-Senti Nicole, ho intenzione di ricominciare da capo con te.- disse senza peró guardarmi in faccia, quasi sforzandosi.
-Che intendi?- ero confusa.

-Ho sbagliato tutto con te, non dovevo trattarti male, non dovevo comportarmi così. Avevo paura.- disse marcando l'ultima parola, stavolta incrociando il mio sguardo.

Vedendo i suoi occhi sinceri, mi si strinse lo stomaco. Quella rabbia inizió a passare, lentamente.

-Ma di cosa?- risposi sedendomi accanto a lui.
-Passato. Mi ci appiglio e non vado avanti. Vorrei averti vicina in realtà. Insomma, esserti amico, o robe simili, capiscimi, non sono bravo in ste cose.- disse passandosi una mano sulla fronte.

-Ma va..- risi.
-Mi trovi qui. Non ce l'ho con te, averti vicino era il mio scopo dall'inizio in realtà, mi sei sempre ispirato..- dissi con un tono quasi scherzoso. Lui mi guardó, sorridendo.

-Almeno so che non staró male di nuovo..- disse.
-Figurati, è l'ultima cosa che voglio.- gli misi una mano sulla spalla, e lui sussultó. Pensai poi a quello che mi disse Mario.

-Vieni..- dissi, accingendomi ad abbracciarlo. Lui, inizialmente titubante, si fiondó tra le mie braccia, potevo sentire il suo cuore battere all'impazzata. Gli accarezzai la testa, poi peró dalla finestra, vidi per pochi secondi luci blu lampeggianti, al che scossi Gionata.

-Sbirri, vai a casa, verranno da te.- lui annuì, io di rimando gli sorrisi. Mi passó una mano sulla guancia, e potei sentire un brivdo che mi salì per il collo. Corse fuori, ed io mi buttai sul letto. Sentivo ancora il suo odore addosso, era piacevole.

Dopo aver avvisato gli altri dei carabinieri, mi misi a letto, e mi addormentai, finalmente serena, anche se a pensare a ciò che era appena successo, mi si rigirava lo stomaco.

questo capitolo non mi piace molto, ma avevo bisogno di scrivere. so che è corto, ma don't worry, il prossimo sarà più lungo. ciao ciao

ciny. • sfera ebbastaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora