Nicole pov:
Durante il tragitto per l'ospedale non riuscii a levarmi dalla testa il suo sguardo e le sue parole, continuavo a pensarci, forse troppo.
Fino a quel momento ero passata sopra a troppi suoi comportamenti sbagliati, ma quello li aveva superati tutti. Non riuscivo a perdonarlo, non riuscivo più a pensare a Gionata come persona di cui ci si può fidare. E mi faceva male.Le braccia aperte di Matteo mi accolsero all'uscita dell'ospedale, mandando via in mezzo secondo tutti i pensieri che mi ero fatta fino a quel momento. Finalmente, corsi ad abbracciarlo.
-Come stai testina? Sono contenta di rivederti in piedi.- risi, lo ero davvero.
-Un po' ammaccato, ma sto bene.-
Non gli avevo detto che era stato Gionata a farlo menare, sapevo ci fosse astio tra di loro e volevo evitare altri casini, era meglio per tutti.Durante il tragitto per tornare a casa lo vedevo abbastanza silenzioso, cupo. Provai a chiedergli cosa avesse ma la riposta era sempre la solita: niente. Quindi lasciai stare, non mi piaceva pregare le persone. Quando arrivammo in quartiere, Matteo era deciso a stare al parchetto come sempre ma io lo obbligai praticamente ad andare in casa con una scusa, sia mai che quel malato di Gionata si inventasse altro.
Così andammo verso casa sua, ma nel frattempo le parole di Gio che continuavano a risuonarmi in mente da ormai un mese era come se stessero spingendo per uscire, mi avevano portato tanti di quei dubbi che prima o poi ne avrei dovuto parlare con Matteo, e pensai che quella era l'occasione per farlo.
-Ho bisogno di parlarti di una cosa.- dissi buttandomi sul suo divano.
-Dai spara.- disse seguendomi. Deglutii, non sapevo manco come iniziare.
-Un po' di tempo fa ecco, mi sono state dette delle cose sul tuo conto, e volevo sapere la tua versione.- appena finii di parlare, lui fece uno sguardo come a far intendere che questa cosa non gli era nuova.
-So già di cosa parli Nic. Sono liti passate, ragazzate, nulla di serio. Incomprensioni, se vogliamo essere precisi. Nulla di cui tu debba preoccuparti, e la persona che ti ha parlato di questo l'ha fatto guidato ancora dall'odio, perchè dopo due anni non ha ancora trovato pace con se stesso e con gli altri, e anche perchè é immaturo.- sull'ultima frase abbassò la testa. Era sicuro di se, quasi come se avesse già preparato cosa dire. C'era qualcosa che non mi convinceva nel suo sguardo e nelle sue parole, in fondo Gionata non mi aveva dato particolari, mi aveva solo messa in guardia.-Posso sapere di che si tratta?- chiesi incrociando le gambe, ed eliminando ogni traccia di sospetto.
-Te l'ho detto, ragazzate. Niente di speciale.- annuii senza dire altro.Il pomeriggio passò in fretta, proposi così di andare a cena fuori insieme, giusto perchè non mi andava di passare la serata seduti sulla panchina esattamente sotto la finestra di Gionata.
Insomma, mangiammo fuori, e per tutta la serata non fece altro che guardarmi, sorridendo. Non capivo bene cosa stesse succedendo, capii solo che era una bella sensazione.-Dai andiamo, ti porto in Duomo.- chiese all'improvviso. Eravamo usciti a fumare, mi afferrò il braccio senza manco aspettare una mia risposta, e mi portò al motorino.
-Così, a caso, che ci vuoi fare in Duomo poi?- chiesi infilandomi il casco, confusa.
-Sta un po' zitta e non rovinarmi il mood per favore.- rise, mettendo in moto il mezzo. Quel ragazzo mi confondeva e non poco, ma ero curiosa quindi obbedii.Arrivammo in centro e voglio essere sincera, non ci ero mai stata. Il Duomo di notte, tutto illuminato, era bellissimo, rimasi quasi incantata. Matteo nel frattempo non perdeva un minuto senza guardarmi, e quella sensazione mi stava facendo bene, forse troppo. Mi girai verso di lui, che mi prese sotto un braccio.
-Che ci facciamo qui?- chiesi, come al solito non sapevo mai stare zitta. Non rispose, si limitò a girarsi verso di me.-Sai, col tempo mi hanno insegnato una cosa.. o forse l'ho capita da solo. Non importa, però Nic con te voglio essere sincero..- disse, staccandosi da me e facendosi serio. Iniziai a preoccuparmi, potevo sentire il cuore uscirmi dal petto.
-Preferisco rischiare che vivere col senso di colpa.-
E improvvisamente le sue labbra erano sulle mie, e le sue mani sul mio collo. E ci baciammo, come due che si volevano da troppo, ma troppo stupidi per capirlo.
Finalmente ammisi a me stessa che lo volevo tanto quanto lui.
Ci staccammo, mi sorrise, ed io mi dimenticai di tutto per un momento.
Mi strinse a se, e potevo sentire il suo cuore battere fortissimo.[...]
-Allora ci vediamo domani.- disse timido.
-A domani.- mi lasciò sulle scale con un bacio veloce, per poi sparire nel buio del rione.Quella sera andai a letto col sorriso. Rinnegavo sempre a me stessa ciò che provavo, finchè non succedeva qualcosa che me le faceva buttare tutte fuori in un attimo, e quel bacio ne era stato l'esatto esempio.
ehi belli, mi sto superando con gli aggiornamenti😂
insomma spero vi piaccia❤️
-v