non te ne rendi conto?

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Mi infilai di fretta le air force e corsi alla fermata del bus dove, come al solito, Matteo mi stava aspettando.
-Sempre puntuale tu?- disse ridendo.
-Fottiti.- risposi dandogli un bacio veloce.
-Hai preso tutto?- annuii sicura mentre vidi il bus che per un pelo non persi avvicinarsi alla fermata.
Ci mettemmo nei posti in fondo e rimanemmo in silenzio per i seguenti dieci minuti di viaggio. L'atmosfera era tesa, ed ero un po' ansiosa ma essendo la prima volta era più che normale immagino. Arrivammo alla nostra fermata e ci dirigemmo verso un parchetto vicino alla scuola. In quella zona non c'ero mai stata la sera ma c'era parecchio movimento.
-Allora ricordati quello che ti ho detto, niente dodicenni ne persone losche, e i passaggi veloci mi raccomando.- disse sicuro mentre camminavamo.
Salutó un gruppetto che stava lì e inizió a presentarci, ed io feci subito amicizia con quei ragazzi che sembravano tranquilli.
Dopo un po' una ragazza si avvicinó a noi e chiese qualcosa a Matteo che mi indicó subito, facendomi il segno di un 10 con la mano, al che io capii. Feci cenno alla ragazza di seguirmi e ci appartammo per darle ciò che le serviva, fu una cosa di qualche secondo, e poi tornai dagli altri.
-Da quando?- mi chiese uno di loro, quasi sconvolto, forse perché non se lo sarebbe aspettato nessuno da una tipa come me.
-È la prima volta in realtà.- risposi sicura, mettendomi le mani in tasca.

La serata passó veloce, vendetti a un paio di ragazzi, in fondo chi verrebbe mai da una tipa tutta ben vestita a chiedere dell'erba? Doveva solo spargersi un po' la voce.
-Ok, sei promossa.- disse scherzoso Matteo mentre camminavamo verso la fermata.

Improvvisamente, vidi delle luci blu arrivare veloci verso di noi, impanicai, lo sguardo di Matteo pure, iniziammo a correre il più velocemente possibile, consapevoli di avere troppe bustine e troppi soldi, mentre la volante ci seguiva. Ci separammo senza che io me ne accorsi inizialmente, mi buttai in un vialetto buio mentre Matteo proseguí, ma la volante seguì lui. Il cuore mi rimbombava nel petto, non sapevo che fare. Le sirene si fermarono, io lasciai lo zaino in quel punto, nascosto, e mi avvicinai losca dove la macchina dei Carabinieri stava ferma ed i lampeggianti decoravano la strada.
Da lontano, vidi il mio ragazzo venire messo nella vettura in manette, mentre si dimenava.

Di nuovo, quella scena. Mi tornó in mente la sera in cui successe a Gionata.
Gionata.
Era da tempo che avevo smesso di pensarci.

Tornai nel punto in cui avevo nascosto lo zaino, e facendo la strada al contrario mi diressi alla fermata del bus, che passó dopo poco riportandomi a casa.
Dal momento in cui arrivai nel rione buttai lo sguardo sulla finestra della casa di Gionata, il quale ci era appoggiato, mentre fumava.
In quel momento ripensai a tutto ciò che era successo da quando mi trasferii lí. Solo in quel momento mi accorsi che c'era qualcosa che non stava andando. Avevo perso i rapporti con tutti i miei amici, non parlavo più con nessuno.

Abbandonai il pensiero imboccando l'androne del mio palazzo e mi diressi in camera mia velocemente, nascondendo tutto sotto al letto.

...

Il mattino seguente non trovai Matteo in classe. Immaginai il motivo, ma non sapevo come rintracciarlo, non sapevo dove trovarlo, il telefono dava irraggiungibile dalla sera prima. Non seguii per nulla nemmeno una lezione quella mattina, ero troppo preoccupata per lui.

All'uscita di scuola, camminando da sola, com'era di mio solito da ormai troppo tempo, ripensai a ciò che mi attanaglió la mente la sera prima. Cosa mi era successo? Come era cambiato tutto da un giorno all'altro? Mi sentivo quasi persa.

I Dogo risuonavano nelle mie orecchie quando una tipa mi si fermò davanti, bloccandomi il passaggio. Mi tolsi le cuffie, alzando il sopracciglio.
-Ti levi?- dissi scocciata, guardandola meglio la riconobbi: era la tipa che mi aveva rotto i coglioni qualche sera fa, mentre ero con Matteo.
-Ho sentito che hanno arrestato il tuo tipo... dicono che starà dentro per un bel po', per spaccio?- disse, facendomi innervosire solo per il modo in cui iniziò a parlare, e poi guardó la sua amica.
-Beh non cambia mai Matteuccio.. chissà se quando lo libereranno si ricorderà ancora di te.- le mollai un ceffone in pieno viso, quando inizió a prendermi i capelli e sentii delle mani sui miei fianchi trascinarmi via da lì.
-Non finisce qui, troietta!- le urlai, mentre lei si allontanó sculettando.
Mi dimenai dalla presa di quelle mani sconosciute, per poi girarmi e vedere Mario a due centimetri dal mio viso, ed alzai gli occhi al cielo.

-Ora vai a far casino in giro?- mi chiese mentre camminavamo lungo il marciapiede, una accanto all'altro.
Non dissi nulla: quello che mi aveva detto la bionda mi risuonava completamente in testa, creandomi mille domande a cui non sapevo dare una risposta. Cosa avrebbero fatto a Matteo? Ma soprattutto perché ha parlato come se lo conoscesse da una vita?
Non mi davo pace.

-Non ti sento da un po'.. va tutto bene?-
-Ieri sera hanno preso Matteo con la roba dietro mentre ero con lui, solo che io mi sono nascosta. E ora non so come rintracciarlo.-
dissi continuando a guardare in basso, mentre sentii Mario sbuffare.
-Ti cacci solo nei casini con quello..-
-Non voglio saperne nulla, voglio solo sapere come cazzo fare a parlarci.- risposi a tono, pentendomene subito.
Il moro rimase in silenzio per un po'.

-Ma cosa sei diventata stando con lui? Ricordo quando ci siamo conosciuti, eri così dolce, così tranquilla, sempre col sorriso.. ed ora sei sparita. Ma non te ne rendi conto? Quel ragazzo ti fa del male, ti farà del male, lo conosco, e tu non lo vuoi capire. Perché non hai nemmeno un po' di amor proprio?- sentenziò improvvisamente, fermandosi.
Lo guardai con stupore, stranita, non mi sarei mai immaginata una reazione così: quasi fumava dalla rabbia.
-E chi dovrebbe farmi del bene, sentiamo, Gionata? Quello con gli scatti d'ira, gli sbalzi d'umore ed il mutismo selettivo? Mi spieghi cosa cazzo vuoi Mario? Chi sei per decidere con chi sto bene e con chi no? Chi sei per venirmi a fare lezioni di vita? Non me ne frega un cazzo di Gionata o di quel che pensate voi, mi interessa solo di sapere come-cazzo-fare-per-parlare-con-Matteo.- urlai, senza pensare.
Vidi la delusione negli occhi del moro, che fece un passo indietro, scosse la testa e si girò dall'altra parte intento ad andarsene. Alzai gli occhi al cielo, sbattendo le mani contro i fianchi, per poi incamminarmi dalla parte opposta.

-E comunque, il tuo ragazzo é a casa ormai da ore.- mi urlò Mario. A quella frase mi bloccai. Perché non aveva provato a contattarmi?

ciny. • sfera ebbastaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora