Aspettai il bus dell'ora dopo ed appena tornata a casa mi buttai subito in doccia. Tra il giorno prima e quel giorno si erano fatti un sacco di pensieri nella mia testa e stavano diventando pesanti.
Dopo mi buttai sul letto, malinconica, e non appena presi il telefono vidi una sua notifica.
Da: Dumbo💘
Scusa Nic ho avuto da fare, ti richiamo.Mi spuntó un mezzo sorriso. Stavo iniziando a preoccuparmi.
Mi tranquillizzai, mi stavo annoiando e pensai che sarebbe stato carino andare da Gionata..
Ma ci ripensai, sicuramente non sarebbe stata una buona idea, conoscendolo non avrebbe voluto vedermi.Chiamai Mario chiedendogli se poteva passare da casa mia, e così fu.
Gionata:
Non l'avevo più sentita dalla sclerata del giorno prima. E questo mi faceva male.
-Fra, calcola anche che lei non sa niente. Te la sei presa così alla cazzo, è normale che ora non voglia farsi sentire. La conosci.- Mario aveva sempre una parola per tutto.-Vorrei tanto vederla e parlarci, mi sono reso conto di aver esagerato.- dissi guardando in basso, mentre la canna che avevo appena finito di far su mi aspettava sul letto.
-Dalle tempo, alla fine è successo solo ieri. L'accendi?- rispose il mio amico cercando di tirarmi su il morale.Ero veramente deciso a scriverle, presi il telefono per farlo ma vidi qualcos'altro, una cosa non bella.
Da: Mirko
Fra ci siamo messi d'accordo. Tra non molto lo andranno a cercare.Se lo avessero fatto lei non mi avrebbe più rivolto parola, eppure era troppo tardi per fermare tutto. Non le scrissi, non potevo, pareva che l'avessi solo presa in giro altrimenti.
In quel momento avevo un nodo in gola assurdo, non stavo per niente bene, non ero lucido. Mi tremavano le mani.
-Tutto ok?- chiese Mario mentre la stava fumando.
-Si si.- mi sedetti sul letto fissando il vuoto.-Mi ha scritto, vuole che vado da lei.-
-Vai, vai pure, ora arrivano Mirko e gli altri.- mentii perché non volevo farmi vedere in quello stato, lui non sapeva niente.
Annuí e mi passó la canna e dopodiché ci salutammo a nostro modo.Non appena sentii il portone sbattere tirai su di forza la scrivania e la scaraventai contro il muro, avevo una rabbia in corpo allucinante e tutto perché reagisco sempre d'istinto, mi maledissi continuamente mentre continuavo a rifarmela con quella scrivania, ormai in preda ad una crisi di nervi assurda.
Mi sedetti sul letto con le mani sul viso, il cuore mi batteva a mille ed avevo il fiatone, sentii le lacrime che spingevano per uscire, ma non gliela diedi vinta.
Cosa avevo fatto?
Nicole:
Tempo due minuti ed arrivó mario a casa, il che mi fece felice come una pasqua. Era da tempo che non stavamo un po' insieme, mi mancava.
-Bimba!- appena entrato in camera mi salutó a suo modo, io corsi ad abbracciarlo.
Ci mettemmo sul letto assieme.
-Allora? Come sta Gio?-
-Mah.. insomma.-
Approfittai di quel momento per cercare di capire qualcosa di quella faccenda, dovevo sapere cosa l'aveva spinto a comportarsi così.-Mi spieghi perché ce l'ha così con Matteo? É come impazzito.. poi é solo un mio compagno di classe!- chiesi mettendomi a gambe incrociate sul letto.
-Penso di non essere la persona più adatta per dirtelo.. ma se mi dici che siete solo amici..- disse con lo sguardo basso.
Io nel frattempo stavo annuendo curiosa, fremevo.-..ti va di fare un giro? É una bella giornata vedi!- chiese col suo solito sorriso, deludendo tutte le mie aspettative.
-Ma si..- risposi malinconica. Al che lui mi guardò, e prima di alzarsi per andare all'uscita mi fece l'occhiolino. Che dovevo pensare?Mi diedi una sistemata veloce e scesi con lui.
Abbiamo fatto il giro del rione, tra una parola e l'altra si stava facendo già sera.Mi accesi una sigaretta, seduta su un muretto, e mentre il mio amico mi parlava iniziai a sentire un rumore lontano, come voci.
Alzai lo sguardo, cercando da dove venissero sti rumori, facendo a Mario il cenno di stare zitto.-Non senti?- mi alzai di scatto cercando di seguire quelle voci, col mio amico dietro, più confuso di me.
Man mano che avanzavo le voci erano più vicine, così che inizia a camminare veloce, andando dietro a un palazzo.
Appena svoltai, vidi un gruppo di ragazzi intenti a picchiare qualcuno.Il mio cuore inzió a battere fortissimo, quando vedevo ste cose non potevo fare a meno di mettermi in mezzo.
-Nic fermati!- la voce di Mario mi era lontana mentre stavo correndo per andare a farli smettere.-Ragazzi basta che cazzo fate!- urlai, seguita da Mario che nel frattempo stava cercando di allontanare dei ragazzi, beccandosi uno schiaffo in pieno viso. Così lo spinse tanto da farlo cadere, e tornò ad aiutarmi.
Riuscimmo a farli smettere, e vidi qualcosa che non avrei voluto vedere.