Passai la notte con Matteo, all'ospedale.
Il viso gonfio dalle botte e ancora qualche residuo di sangue sul collo, tutto ciò mi faceva pensare, e più pensavo più mi bruciava lo stomaco dalla rabbia.Lui dormiva, io piangevo in silenzio.
E lacrima dopo lacrima capii che da quel momento non conoscevo più nessun Gionata.[...]
Il mattino dopo mi svegliai per via della luce, lui dormiva ancora. Chiamai Mario per venirmi a prendere e portarmi a casa.
-Come sta?-
-Gonfio.- mi concentrai sul casco che il mio amico mi aveva appena passato.
-Non ne avevo la minima idea di quello che voleva fare, te lo giuro. Sono arrabbiato quasi quanto te, non me l'aspettavo.- poggiò un piede a terra cercando stabilità.
-Non ho più intenzione di pensarci. Quel che è fatto è fatto, e per me Gionata può andare all'inferno.- dissi con forse troppo disprezzo nel tono, per poi mettermi il casco e salire dietro Mario, seguita da un suo sonoro sospiro.Decisi che una volta arrivati era meglio mi chiudessi in camera, non avevo manco intenzione di vedere la sua faccia di merda affacciata alla finestra.
L'immagine di Matteo pieno di bende e lividi mi si ripeteva continuamente in testa e dio mio quanto volevo che al suo posto ci fosse Gionata in quel momento.
Mi misi a letto per poi scoppiare a piangere, ancora incredula che lui avesse potuto farmi una cosa del genere, senza un valido motivo.[...]
No one pov:
Furono dei giorni strani a Crocetta.
Matteo si stava riprendendo, anche se era ancora all'ospedale.
Gionata non passava una giornata senza crogiolarsi nei sensi di colpa, mentre Nicole quasi non usciva mai di casa.
Quel fatto l'aveva stesa e non poco, e se prima nei confronti del suo vicino provava qualcosa di bello, dopo quella brutta sera provava solo odio.Gionata pov:
Ormai era quasi un mese che mi mettevo sulla porta aspettando che lei uscisse. Avevo bisogno di sentirla, di vederla. Non ero ancora riuscito nel mio intento: non era più uscita di casa, e oltretutto mi aveva bloccato il numero. Odiavo sentirmi in quel modo, con le mani legate..
Mentre pensavo, sentii la sua porta sbattere, e corsi all'ingresso.
La vidi, sembrava felice senza di me. Solo che la sua espressione cambiò di netto quando mi vide, e non potei fare altro che ingoiare quel nodo in gola che mi si era formato pensando al male che le avevo fatto.-Ti posso parlare?- dissi tutto d'un fiato, non sapendo con quale coraggio.
-Non sono uscita di casa per due settimane proprio perché volevo evitare di vedere la tua faccia di merda e sentire la tua voce, non rovinare tutto come al solito per favore.- secca e fredda da far invidia al polo nord.
-Ti prego Nic.- mi appoggiai stanco allo stipite, osservando i suoi occhi che non erano più uguali a prima quando mi guardava.
-Non pregarmi, non sono la Madonna. E se permetti, devo andare. Sai, oggi dimettono Matteo.- l'ultima frase le uscì con tanto di quel veleno da farmi ribollire il sangue nelle vene. L'aveva detto apposta, sapeva bene come toccarmi dentro, come distruggermi con poco, era l'unica a saperlo fare. E io dovevo subirlo, perché me lo meritavo.Sbattei il portone con forza, mentre lei aveva già iniziato a scendere le scale.
Mi appoggiai alla porta con le mani in testa lasciandomi scivolare fino a terra.
Bollivo di rabbia, ma avevo bisogno di parlarle.
Così decisi che preferivo passare un minuto con lei piuttosto che un anno ai domiciliari.
Aprii il portone e di corsa scesi le scale finché la presi per un braccio.
La sua reazione non fu delle migliori, infatti mi tiró uno schiaffo con abbastanza rabbia dentro da farmi allontanare.
-Ma che cazzo ti passa per la mente?-
-Nicole, io ho bisogno di parlarti. Per favore ascoltami..- non finii in tempo la frase che la cavigliera inizió a suonare.
-Ti conviene rientrare.- disse indicando l'oggetto con lo sguardo.
-Solo se vieni con me.- risposi beffardo, anche io sapevo come vincere su di lei seppur difficile.
Alzó gli occhi, capii che l'avevo convinta, e sorrisi a dispetto, così mi spinse per farmi tornare in casa.-Solo perché poi ti rischi il carcere.- disse decisa. Almeno però era lì con me.
-Ascolta, non so manco come esprimermi senza farti incazzare..-
-Lo stai già facendo, ti conviene sbrigarti che ho da fare.- solito tono acido, e notai che non mi aveva ancora guardato in faccia. Deglutii.
-Ero solo preso da un attacco di rabbia. Non cerco giustificazioni, voglio solo farti capire che persona è lui veramente. Tu non lo conosci. Vederlo con te dopo quello che mi ha fatto mi ha scatenato una rabbia assurda Nicole, è da tempo che sto cercando di dirtelo ma tu non vuoi ascoltarmi.- liberai ciò che avevo dentro velocemente.-Fatti due domande Gionata, perché secondo te non voglio mai ascoltarti? Perché cazzo non sai tenere un discorso normale senza urlare o incazzarti, sei permaloso e pesante quando si tratta di me..- girò la testa in modo che non riuscisse a guardarmi ma io gliela presi tra le mani e la obbligai a farlo stavolta.
-Appunto, quando si tratta di te.-Rimasi in silenzio guardando i suoi occhi riempirsi di lacrime, inerme.
-Non ho più intenzione di stare male per te. Non dopo quello che hai fatto.- rispose solamente, con una tale amarezza da farmi venire i brividi. E si alzò, per poi uscire da casa mia, asciugandosi il viso.
Non feci niente, ero bloccato, non sapevo come fare a farmi ascoltare.
Rimasi a guardarla andarsene da casa mia come se ne stava andando da me.scusate l'assenza amori sono tornata🥺
spero vi piaccia sto capitolo anche se un po' statico💖
-v