Quando salimmo a casa sua, mi asciugai e lui mi prestó una sua tuta.
In fin dei conti ringrazio il cielo per avermelo fatto incontrare prima, non avevo affatto voglia di tornare a casa.Rimanemmo tutto il giorno sul suo divano, come due normali amici, alla fine non era male come ragazzo. Parlammo di tutto, come se ci conoscessimo da sempre. E in effetti era così.
Forse è per questo che l'ho sentito come uno familiare, già dalla prima volta in cui ci siamo visti.
Ogni tanto c'erano degli sguardi veloci, accompagnati da un silenzio imbarazzante, per sbaglio ci sfioravamo le mani, anche se lui non lo dava a vedere era leggermente imbarazzato ed impacciato, era buffo al che quando si vedeva troppo mi faceva ridere perché cambiava completamente discorso.
Arrivó la sera, e così anche l'ora di andarmene.
-Grazie per la bella giornata..- dissi sulla soglia di casa. Lui mi seguì, accarezzandomi timidamente un braccio, al che iniziai probabilmente ad arrossire infatti lui sorrise.
Mi toccai la faccia automaticamente, quando si avvicinó, io lo guardai confusa.Strinse i denti, lo notai perché la sua mascella si squadró di tanto, per poi prendermi la testa lasciarmi un bacio sulla fronte.
-Ci vediamo.- disse quasi freddo, e chiuse la porta.Ero confusa, tanto. Mi passai una mano sulla nuca, stranita per il comportamento che aveva appena avuto Gionata. Feci per tornare a casa, quando pensai che non volevo per nulla rivedere mio padre, quindi chiamai mario.
-Ehi bella.-
-Fra, che ne dici se ceniamo fuori?-
-Non lo so..-
-Tanto avresti accettato lo stesso perché lo dico io. Andiamo alla pizzeria qua dietro tra mezz'ora.-
-Mi hai convinto.. come al solito. A dopo!-Chiusi la chiamata, poi peró pensai che avrei dovuto almeno rendermi presentabile, quindi sfilai le chiavi dalla tasca ed entrai in casa.
Per mia fortuna, mio padre non c'era.
Mi truccai un minimo, e raccolsi i capelli in una coda.
I pantaloni di Gionata mi stavano davvero troppo grandi così mi misi dei jeans miei, peró decisi di tenere la sua felpa, e mi misi le mie Nike Tn nere.Uscii di nuovo, e scese le scale trovai subito il mio amico.
Lo salutai, e mi accesi una sigaretta, mentre ci incamminammo.
Sto fumando decisamente troppo.
Pensai mentre buttavo fuori il fumo.Finimmo di mangiare e uscimmo dalla pizzeria, e ovviamente stava iniziando a piovere.
Non ci feci molto caso e tirai su il cappuccio, accendendomi l'ennesima sigaretta della giornata.
Durante la cena non ho pensato ad altro che a Gionata, al suo strano comportamento.-Come mai questa cena improvvisata?-
-Non avevo voglia di tornare a casa.- il mio sguardo si incupì.-Tutto ok?- chiese Mario premuroso, al che alzai il viso.
-Sinceramente? No.- il ragazzo mi guardó preoccupato. Avevamo appena varcato il cancello che divideva il rione dalla strada, lui mi prese e mi portò sotto il portici del nostro palazzo.-Dimmi tutto.- si mise davanti a me.
-Non voglio vedere mio padre.- dissi velocemente.
-Non voglio intromettermi, ma sai che non potrai tenergli il muso per sempre no?-
-Ha detto cose che odio sentire, e mi ha tirato un ceffone, e non te lo sto dicendo per farti pena.-Una cosa che ho sempre odiato.
Parlare di me, non ho avuto una bella vita pur vivendo tra tutte le comodità di sto mondo, ho sempre risolto tutto da sola e non sopportavo di dover chiedere aiuto.A Mario accennai cosa mi era successo prima di trasferirmi, nulla di approfondito, lui era l'unico con cui stavo costruendo un bel legame e mi sembrava brutto non parlarci mai.