pensaci bene bimba.

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Passarono i giorni, io uscivo sempre con Matteo, ma nulla di speciale. Stavamo legando sempre di più, e questo mi piaceva, anche se mi aveva detto di non farlo sapere a nessuno dei miei amici.

Una sera ero con lui, quando inizió a suonarmi continuamente il telefono.

Mario:
Piccina, Gionata è fuori di se.. ma sei seria? Davvero esci con quello?

Istintivamente mostrai il messaggio a Matteo che si portó una mano sulla fronte.
-Ti avevo esplicitamente chiesto di non parlarne con loro.- disse rigido.
-Ma appunto, non l'ho fatto.-

Nicole:
Mario dai retta a delle voci di merda? Ma poi perché a Gionata interessa così tanto?

Bloccai il telefono e iniziai a guardare il mio amico in cerca di spiegazioni.
-Ma si può sapere che c'è?- chiesi incrociando le braccia. Lui si guardò intorno.
-Diciamo che tra me e Gionata non c'è un bel rapporto.. anzi direi che mi odia a morte.- rimasi sbalordita.
-Che avresti fatto di tanto grave scusa?-
-Mah.. niente..- nel frattempo mi arrivò un altro messaggio sempre dal mio migliore amico.

Mario:
Se tu me l'avessi detto prima ti avrei spiegato tutto. Matteo non è ciò che sembra! Fidati di me.

-Che dice?- chiese il mio amico, sporgendosi per guardare nel telefono, ma io scossi la testa.

Nicole:
Io vengo là.

Mario:
Non so quanto ti convenga...

Bloccai il telefono e guardai il moro che nel frattempo teneva su uno sguardo quasi a falso innocente.
-Scusami, ma devo andare ora..- lo salutai col solito bacio sulla guancia, mentre lui mi guardava abbastanza stranito, quasi deluso, per poi avviarmi a passo svelto dai ragazzi.

Che voleva dire "non è ciò che sembra"?
Quel messaggio mi risuonava in testa continuamente, mentre salivo le scale di fretta.

Notai con mio grande piacere che la porta era socchiusa così le tirai gentilmente una spallata ed entrai, e la prima cosa che vidi era Gionata che faceva avanti e dietro per la sala, e di seguito Mario preoccupato, che cercava invano di calmarlo.

-Si può sapere che cazzo succede?!- urlai, i due si girarono di scatto verso di me.
-Perchè esci con quello?- Gionata si avvicinó a me, urlando.
-È tanto grave cazzo?- urlai di rimando, al che lui mi fulminó con lo sguardo.
-Te non ti rendi conto di che persona è.. non lo sai proprio!- disse, tirando un pugno al muro appena vicino a me.

Rimasi spiazzata da quel gesto. Nel frattempo Mario era lì dietro che non sapeva cosa fare.

-Mario vai, ci penso io.-
-Chiamami.- il ragazzo uscì di casa rammaricato.

Istintivamente presi la mano di Gionata, che aveva le nocche bianche per via dell'intonaco.
Lui si dimenó, sembrava impazzito. Si giró verso il divano, ma io lo seguii, non mi arresi. Gli presi le braccia di forza per farlo calmare anche se lui all'inizio si dimenava, poi finalmente si calmó, e sotto la mia stretta si buttó sul divano.

-Ora ti calmi.- gli passai una mano sulla schiena, piano, mentre potevo sentire il suo cuore battere fin troppo velocemente.

-Senti Nicole, quello là è una persona di merda. Non ti meriti di stare male per uno come lui.- disse, ancora con la rabbia nel tono.

-Scusa, su quali basi mi dici questo?- dissi irritata.
-Lo so e basta! Senti, fai che cazzo ti pare. Poi peró non venire a piangere da me.- sbraitó acido per poi farmi cenno di andarmene. Lo guardai male, malissimo, per poi dirigermi verso la porta.

Non capivo seriamente questo suo atteggiamento. Il primo ad essersi comportato male con me, non voleva che frequentassi uno che a detta sua era uno stronzo. Ma che ne voleva sapere? Mi avesse almeno saputo dare delle spiegazioni. Invece no, mi ha cacciata di casa come al solito. Ma io col cazzo che la prossima volta mi ripresento da lui.

-Te ci sei rimasto stronzo Gionata, sul serio.- dissi sbraitando sotto il suo sguardo quasi rammaricato, per poi sbattermi la porta dietro.
Appena uscii di casa vidi che Mario era rimasto sulle scale.

Mi sedetti accanto a lui con le mani sulla faccia, stremata.
-Perché non mi date spiegazioni?- chiesi con la voce soffocata dalle mie mani.
-Vorrei farlo io ma non sono la persona più adatta penso.- alzai lo sguardo verso il mio amico che mi stava guardando nel frattempo, con i suoi occhi grandi che quasi luccicavano, gli occhi che mi hanno sempre calmata.
-Ti dico solo di pensarci bene bimba.- continuó, dandomi una pacca sulla spalla, per poi alzarsi e tornare da Gionata.

Sbuffai sonoramente, in quel momento ero confusa, incazzata, non lo so.
Un po' con me stessa per aver dato corda a Gionata sin dall'inizio, un po' però mi stava iniziando a salire il dubbio. Se matteo fosse veramente la persona che loro dicevano di essere? E iniziai ad arrabbiarmi anche con lui che, nonostante il bravo ragazzo che si mostrava a me, mi stava tenendo nascoste cose che evidentemente ero l'unica a non sapere.

E così tornai da lui, ciondolando, silenziosa.

Notai che era ancora lì, che ne stava facendo su una. Non appena mi sedetti lui fece quasi un sobbalzo, ma sorrise subito dopo.

Ma non lo guardai, ciò che mi hanno detto i ragazzi poco prima mi continuava a martellare in testa, e dovevo parlargliene assolutamente.

ciny. • sfera ebbastaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora