Capitolo 29

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POV ERMAL
Nonostante tutti questi giorni, non riesco a smettere di pensare a lei. Le sarò mancato? Avrà mai pensato a me? Certamente per me è diventata un' ossessione e da bravo stalker, non potevo non informarmi sulla sua vita, a sua insaputa.

Oggi finalmente si laurea e io sto cercando di trovare il coraggio di raggiungerla. Non voglio avvicinarmi, non voglio importunarla, voglio solo vederla. Questo mi basterebbe.

-" Marco, io ci vado!"
-" E vai!"
-" Non hai altro da dirmi?"
-" ehm... Buona fortuna?"
-" Lascia stare."

Esco dalla stanza del mio amico, che ormai occupo perennemente e che ho invaso con il mio malumore. Mentre Guido verso il policlinico, sento aumentare l' ansia e l' agitazione. Ho il batticuore e l' ipersudorazione. Mai nessuna ragazza mi aveva provocato tutto questo.

Appena scendo dall' auto, mi accodo ad un gruppo di persone ben vestite e sorridenti, sicuramente degli invitati. Riesco ad entrare senza che nessuno mi riconosca e mi siedo in fondo, in un angolino.

Appena entra la riconosco. Così truccata e vestita, non sembra lei, ma è sempre bellissima. Sorrido all' idea di essere l' unico a sapere cosa ci sia là sotto. È molto agitata e nel momento in cui arriva il suo turno, aumenta esponenzialmente.

Ad un tratto la sua espressione cambia e interrompe il discorso. Sta guardando proprio verso di me. Mi avrà visto? Le sorrido, sperando che sia così.

La sua voce così sensuale, i gesti della mano sinistra sono sinuosi, ma decisi, lo sguardo sfida quello della commissione, mentre la mano destra sembra incollata al fianco. Quando finisce la discussione, pare ricominciare a respirare e prima di sedersi torna a fissare nella mia direzione. Vorrei correre da lei e baciarla come se non esistesse un domani.

Quando finiscono la proclamazione dei voti vorrei alzarmi, batterle le mani e magari prenderla in braccio. Dalla sua espressione si capisce che non si aspettava la menzione speciale, mentre io ci avrei messo la mano sul fuoco.

Tutto ciò mi tranquillizza, perché significa che nonostante tutto ciò che è successo tra noi, è riuscita a concentrarsi. Decido che è il momento di andare via, ma nel momento in cui sparano un tubo di coriandoli e aprono lo spumante, per lo spavento lei porta le mani alle orecchie, rivelando cosa tratteneva nella mano destra, facendo fermare il mio cuore. Il mio ciondolo, quello con le ali.

Mi inchiodo all' albero che mi protegge da occhi indiscreti. Lei mi vede e inizia a venire verso di me, non so se andare via o aspettarla. Valeria viene interrotta dalla sua docente e poi torna dalla sua famiglia. La sua espressione cambia nuovamente. Cosa le avranno detto? Ma poi ecco che torna alla carica verso di me. Ermal, stai tranquillo e non dirle niente.

-" Ehi..."
-" Ehi..."
-" Sei stata bravissima. Auguri dottoressa!"
Nessuno dei due fa un passo verso l' altro.
-" Come hai fatto a saperlo?"
-" Ho le mie fonti e poi non potevo perdere lo spettacolo della mia caviglia proiettato su maxi schermo."
Risata imbarazzata.
-" E-Ermal..."
-" Dimmi."
-" No, niente... In bocca al lupo per tutto."
-" A te."

Per il mio cuore questo è troppo. Prima di perdere il controllo, mi giro sui tacchi e vado via, correndo verso la mia auto e sbattendo un pugno contro la portella. Anche la mia mano non dimentica, infatti questo colpo le ricorda l' ultima volta che ci siamo parlati.

-" Ermal..."  Rientrato dal mio amico, scatta subito in piedi per sapere ogni dettaglio. Purtroppo però gli regalo solo lacrime. " amico mio, tu la ami ancora...e l' amerai per il resto della tua vita."
Lascio che il suo abbraccio conforti il più possibile la mia piccola anima, adesso più oscura che mai.

Trascorriamo la sera sul divano, a ingozzarci di schifezze e a bere birra, fin quando non ne potremo più. Idea di cui al mattino ci pentiamo amaramente. Quando il sole inizia a baciarmi il viso, sento dei suoni strani ripetersi più volte.

-" Marco...Marco!!!!"
-" Che vuoi adesso??"
-" Non li senti?"
-" Cosa? "
Ancora quei suoni. Ci alziamo in piedi e all' ennesimo rintocco, capiamo che è qualcuno che sta bussando alla porta.
-" Arrivoooo!" grida il mio amico.
Gli tiro un pugno, perché in effetti non sappiamo chi sia, ma poi da sotto la porta spunta una lettera.

Marco la prende in mano.
-" È, è per te..."
Gliela strappo dalle mani e rompo la busta. Non appena la apro, riconosco la sua scrittura, l' ho scoperta guardandola scrivere delle cartelle. Con il cuore in gola inizio a leggerla ad alta voce, come se la cosa potesse aiutarmi a capire che è tutto vero.

"Caro Ermal, scusa se mi sono sempre comportata da egoista, non credo che per questo riuscirai a perdonami. Questi mesi che ho trascorso con te, non li dimenticherò mai, li porterò nel cuore per tutta la vita. Non poterti più vedere mi fa sentire un po' sola, ma non so ancora cosa sia meglio fare, perciò pubblica presto un nuovo album così potrò ancora sentirti cantare e vederti! Non importa quale donna tu ami, il mio EROE sarai soli tu Ermal, perché non credo che conoscerò mai una persona fantastica quanto te e perché mi hai ridato fiducia nel prossimo. Così è stato e così sarà per sempre..."

Senza rifletterci oltre inizio a correre. Corro per raggiungerla il prima possibile, per poterle dichiarare una volta per tutte il mio amore, per dirle finalmente " IO TI AMO".  Avrei dovuto farlo tanto tempo fa, ma ero spaventato. Ora non lo sono più, voglio lei e solo lei, per il resto della mia vita.

Supero ogni incrocio, scanso i pedoni, passo con i semafori rossi, ma alla fine raggiungo casa sua e inizio a suonare come un folle.
-" Chi è? " rispondono al citofono.
-" Giovanni! Sono Ermal, devo assolutamente parlare con tua sorella!"
-" Ermal...mia sorella non c'è. "
-" Quando torna?"
-" Non torna...lei... Lei è partita, è andata a studiare in Inghilterra."

Resto paralizzato. Non capisco, ieri era qui, poi stamattina mi ha lasciato quella lettera, a meno che non lo abbia fatto fare a qualcuno.
-" Quando è partita?"
-" È andata in aeroporto questa mattina presto, l' aereo parte per le 10.30. Corri da lei, vai a riprenderla e portala a casa"
-"Giovanni io..." Le persone più importanti della sua vita sanno di noi e tifano per noi. " Allora corro!"

Riprendo la mia folle corsa per l' aeroporto, pregando e sperando che il suo areo sia in ritardo. Di certo qualche santo mi sta ascoltando, altrimenti qualche macchina avrebbe già preso la mia.

Arrivato a destinazione, non entro neanche nel parcheggio, lascio l' auto praticamente in mezzo alla strada e proseguo correndo. Salto i tornelli, salto ogni metal detector, iniziando a farmi seguire da una serie di agenti.

Mi fermo solo per un istante a leggere i tabelloni delle partenze, ma non trovo il suo volo.
-" Signorina! Il volo per l' Inghilterra è già partito??".
-" Si, puntuale come sempre, proprio pochi istanti fa."

Mi giro d' istinto e vedo un aereo alto nel cielo, attraverso le vetrate dell' aeroporto. Immagino che lei sia lassù, ormai distante anni luce da me. Mi accascio per terra e lascio che la sicurezza mi ammanetti e mi porti via. Via dal dolore di vederla andare via per sempre.

L' angolo di Melissa
Scusate se ieri non ho aggiornato, ma ho una vita anche io ahahah, però me siete mancate😘 Oggi torno con un nuovo capitolo, diverso da quello che avevo programmato, ma volevo darvi un regalino per la mia assenza  e per questo ho prolungato un pochino il capitolo. Spero vi piaccia 🐺💜💛😘

Era una vita che ti stavo aspettando-Ermal Meta- Wattys 2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora