Capitolo 43

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È proprio vero che capisci di amare qualcuno solo quando rischi di perderlo. Vorrei tanto essere in una fiaba, dove la principessa bacia il suo principe e lui torna alla vita, ma non credo sia questo il caso.

Ermal pare addormentato, su questo letto io non vedo un paziente in coma, ma vedo l' uomo che amo dormire profondamente, proprio come fa dopo che abbiamo l' amore. Io resterò qui, vicino a lui, a tenergli la mano, a lavargli il viso, ad accarezzargli la testa e a digli quanto lo amo.

Ogni tanto gli canto qualcosa, per lo più canzoni sue, le mie preferite, domandandogli perché ha scritto un determinato verso, sperando che un giorno o l' altro mi dia una risposta.

-" Vale,dovresti tornare a casa e riposarti un po'."
-" No Marco, io non vado da nessuna parte."
-" Ma devi dormire decentemente, farti una bella doccia e mangiare qualcosa di diverso dalle focacce del bar."
-" Lui mi ha inseguita, lui non si è arreso con me, lui mi ha dichiarato il suo amore. Io posso superare un po' di stanchezza."

Seduta vicino a lui, stringendogli la mano, spero di infondergli un po' della mia vitalità, ma lui non reagisce. Marco, Lucia e tutti i suoi amici sono sempre con me, resto sola solo la notte e sinceramente è il momento che preferisco perché nessuno mi chiede come sto, se ho bisogno di qualcosa.

Non che non apprezzi il gesto, ma credo sia palese che sto male e che vorrei l' uomo che amo al mio fianco. Quando vanno via, mi sdraio sul letto e lo coccolo, gioco con le sue mani, i suoi ricci e prego che tutto vada per il meglio.

-" Ciccia, allora noi andiamo...cerca di dormire."
-" OK Lu, buonanotte. "
La mia amica mi abbraccia forte e nel suo sguardo leggo qualcosa, come se mi volesse dire qualcosa, ma non può.
La notte cala, anche le luci dell' ospedale si spengono.

-" Ehi Amore..." mi stendo con lui "è stato bello vedere la tua famiglia oggi vero? Tua madre è veramente preoccupata, devi svegliarti sai?"
Gli do un bacio sulla guancia. " Mi sono vergognata tanto quando la tua famiglia è passata. Io mi sento ancora come l' altra donna, come quella che ti ha strappato ad una modella, ma devo ammettere che sia i tuoi fratelli che tua madre non mi hanno mai fatta sentire tale, anzi, mi sono sentita amata come un' altra figlia."

Inizio a piangere, ma cerco di restare con il sorriso.
-" Ermal...lo so che ti ho fatto impazzire, fin dal primo giorno, ma almeno per loro puoi svegliarti no? Io n-non riesco a immaginarmi la vita senza di te. È vero, volevo tranciare i ponti...ma siamo sinceri...chi ci crede che lo avrei fatto veramente." rido amaramente. "Io la studentella timida e impacciata sono stata il tormento di Ermal Meta.... Ermal amore, ti prego apri gli occhi, vorrei darti un milione di ragioni per farlo, ma adesso mi viene in mente solo che ti amo. Penso e ripenso alla nostra storia e potrei dirti l' istante esatto in cui mi sono innamorata di te."

Scendo dal letto, mi asciugo le lacrime e prendo la mia borsa. Dopo aver cercato in mezzo al caos dovuto alle numerose cianfrusaglie che ho in questo accessorio, finalmente trovo ciò che cercavo. Torno da lui e mi siedo sul bordo del letto, poggiandogli  l' oggetto sul petto, sostenuto dalla mia mano.

-" Quando sulla schiena hai cicatrici...è che ci attacchi le ali,no? Una mattina, avevo appena finito la doccia,mi sono ritrovata a cantare avanti allo specchio tutto appannato del bagno. Come sempre ho tamponato i capelli con l' asciugamano, pettinati e asciugati. Ad un certo punto decido di usare la piastra, per provare a renderli più lisci, ma come una stupida mi sono scottata, facendo cadere il pettine per terra. Mi sono piegata e l' ho raccolto, ma nel rialzarmi il ciondolo ha sbattuto contro il lavandino. Non mi ero neanche resa conto di averlo addosso. Non lo toglievo mai, lo portavo sempre. L' ho stretto tra le dita e la tua figura è apparsa avanti ai nei occhi. Il cuore ha iniziato a battere forte e mi veniva da piangere, ma invece ho sorriso. L' ho stretto ancora più forte e sono andata a vestirmi. Avrei voluto vederti, correre da te e proprio in quel momento mi chiami sul cellulare. Quando ho letto il tuo nome sul display ho capito che era tutto quello che desideravo. Ho capito di essere innamorata di te."

Prendo un bel respiro.
-" Quindi io ti amo da più di sue anni ormai, ma sono spaventata. Ho bisogno che ci sia tu a trascinarmi, a portarmi alla ragione,a dirmi che niente è impossibile. Dimmi che mi ami ancora e ancora... Non sono pronta a far si che diventi solo un ricordo. Voglio che sia il presente."

Mi accascio sul suo petto e inzio a cantare " Ragazza Paradiso". Prendo la sua mano e intreccio le sue dita alle mie. Nel momento in cui chiudo gli occhi la mano di Ermal stringe la mia.
-" Ermal! Ermal! Stringimi la mano di nuovo!" mi stringe ancora. " Oh Dio amore, sei sveglio!!! Puoi sentirmi?" aumenta la stretta e inizia ad aprire gli occhi. " Infermiera!!! Infermiera corra! "

Ermal prova a biascicare qualcosa, ma non riesce.
-" Non ti affaticare, hai tutta una vita per parlare..."
Ma lui, testardo come sempre ci riprova.
-" V-vuoi..." si vede che fatica.
-' Vuoi cosa?? Riprova amore, non capisco "
-" V-vuoi sposarmi?"

Mi ghiaccio all' istante e inspiro, trattenendo l' aria. Le infermiere arrivano e si buttano intorno a lui, per controllare parametri e funzioni vitali, ma i nostri sguardi non si staccano un momento. Sarà un delirio da coma o me lo ha chiesto veramente?

L' angolo di Melissa
Dopo 24 ore di tortura...ecco un nuovo capitolo. Spero vi piaccia😘😘😘

Era una vita che ti stavo aspettando-Ermal Meta- Wattys 2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora