Capitolo 9

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Alice

Qualcuno bussa alla porta. Alzo la testa, da sopra il cuscino, e fisso la porta che fino a pochi secondi fa era interrotta da qualche piccolo pugnetto.
《Chi sei?》domando, con una voce ancora sconvolta.
Da quando, Christopher e Jason si sono presi a pugni, sono salita in camera e non sono più scesa.
Non avevo il coraggio di vederli nuovamente, soprattutto mio fratello.
Probabilmente è stupido come comportamento, ma tutto ciò mi ha messo a disagio e al momento l'unica soluzione che sono riuscita a trovare era quella di stare sola.

《Sono Sarah. Ali, aprimi per favore.》Riconosco la voce delicata della mia migliore amica, e sorrido. Forse, ho bisogno di parlare con qualcuno che mi capisce.
Mi alzo dal letto, e a passi lenti le apro la porta, permettendole di entrare per poi riuchiuderla alle sue spalle.
Mi butto nuovamente sul letto, posizionando la faccia sul cuscino girata verso di lei che nel frattempo, si è seduta sul suo letto.

《Come ti senti?》domanda, notando la mia faccia confusa e sconvolta. Non so cosa rispondere, attualmente non so nemmeno io come sto.
《Non lo so. Tutta questa storia è iniziata già male, non voglio scoprire il resto.》Sussurro, con uno sbuffo alquanto sonoro. La guardo mordersi un labbro, nervosamente, senza trovare le parole giuste.

《Mi dispiace per ciò che è successo. Non lo meriti, Ali. Vedere Jason dopo molto non è stata una buona idea.》

《Esatto. Avrei preferito non farlo.》
Sbuffo, ancora. È strano che sia lei a dispiacersi della questione, quando non c'entra assolutamente nulla.
《Beh, almeno affronteremo questa cosa insieme, come abbiamo sempre fatto.》Sussurra, stendendosi sul letto.

Annuisco, con la testa appoggiata al cuscino. 《Si, ma non c'è nulla da affrontare. Jason non mi vuole nella sua vita, e questo ho imparato ad accettarlo. Spero che Christopher la pianti di intromettersi.》Sussurro, dando voce ai miei pensieri, e a quell'amara frase che spero non dover ripetere più.
Dovrei ancora capire il motivo del suo comportamento nei miei confronti. Non ho bisogno di protezione, so cavarmela da sola o meglio, ho imparato a farlo.

《Va bene Ali, il comportamento di Christopher è stato alquanto strano. Non so perché abbia reagito in quel modo.》Rivela Sarah, passandosi una mano sui capelli. La fisso sorridendo, per quel buffo gesto. 《Non ridere di me, stronza.》Azzarda, con un sottile sorriso.
Alzo le mani in segno di arresa, sorridendole. 《Come vuoi tu.》

Ride alla mia risposta. La sua risata risulta contagiosa, non avevo mai notato prima quanto potesse esserlo. Mi sembra quasi di ricordare Taylor, con quel buffo suono che esce dalle sue labbra, comunemente chiamato "risata".
Ad interrompere le sue risate, però è lo strano bussare della porta.
《Chi è?》ripeto, di nuovo, girandomi verso la porta stessa. Una voce maschile, si fa strada nella mia domanda per rispondere. 《Sono Cameron, Alice e Sarah.. la cena è pronta, se avete fame.》Sussurra con il suo timbro maschile, leggermente marchiato. 《Vi aspetto di sotto.》continua poi, aggiungendo una risatina alle parole.

Scendo dal letto, invitando Sarah a fare la stessa cosa, e apro la porta. 《Andiamo a mangiare qualcosa, e poi torniamo in camera. Non ho voglia di ascoltare o rimanere lì sotto.》Esclamo, prima di oltrepassare la soglia della stessa porta. 《Va bene, Ali.》Risponde Sarah, con un tono un po incerto.
L'unico motivo per quale scendo è proprio quello del cibo. Non ho voglia di rivedere mio fratello, ogni sua parola e ogni suo gesto nei miei confronti è decisamente troppo da subire. Anche se sono abituata a ciò non mi sarei immaginata di rivederlo qui, ed è stato davvero un colpo basso.  Non ho intenzione di subire altro da lui, e farlo quando siamo nella stessa stanza, è ancora più complicato.

Scendo le scale lentamente, sentendo i loro mormorii tacersi per il nostro arrivo. Sarah è dietro di me, percepisco lieve tensione dalla casa stessa, e non ho voglia di sapere il motivo dei loro sussurri.
Quando finalmente, arrivo nella loro sala da pranzo, mi rendo conto che avrei preferito rimanere in camera. Tutti i loro sguardi sono puntati su di me, e la cosa mi infastidisce molto. Perfino quello di mio fratello.
E di Christopher.
Odio stare al centro dell'attenzione.
Mi siedo, nell'unica sedia libera, vicino Sarah e Tiffany, e guardo un punto a caso della stanza per non ritrovarmene altri puntati contro.

《Finalmente siete scese. Dobbiamo parlare, ragazze.》Ora è Christopher a prendere la prima parola, con quella sua voce roca e marchiata. Il suo timbro sembra decisamente più serio delle altre volte in cui ho potuto ascoltare i suoi discorsi.
Lo fisso, senza proferire parola, facendogli capire con lo sguardo di andare avanti. 《La scena che oggi si è presentata in questa casa, non è stata delle migliori. Alice, voglio che tu sappia che io e Jason abbiamo parlato, e lui ha deciso di rimanere qui, alla condizione di non dover parlarti. Mi ha spiegato la vostra faccenda, mi dispiace di essermi messo in mezzo ma io ho il dovere di far rigare dritto in questa casa.》Sentenzia poi, guardandomi negli occhi durante il suo discorso.
Mi sollevano le sue scuse, e il fatto che lui è Jason abbiano parlato di questa storia. Spero non ci siano problemi in futuro, data la mia permanenza in questa casa.
《Ora, buon appetito.》continua poi, guardando uno a uno, ognuno di noi.

Tengo lo sguardo fisso sul mio piatto, e incomincio a mangiare lentamente, senza prestare attenzione ai loro discorsi. La questione è stata chiarita, io non ho bisogno di ascoltare ciò che hanno da dire. Non sono ufficialmente parte di questa gang, lo sarò solo per un po e questo non mi dispiace, anche se dovrei ancora capire il motivo.
Chistopher è schietto, freddo, ed evasivo come ragazzo, non lascia trasparire emozioni o sentimenti, e per quanto alcune volte può facilitare le cose oppure peggiorarle, è comunque il capo di questa suddetta gang.

I loro discorsi non mi importano, continuano a parlare del prossimo attacco, di come prepararsi. Sono scesa soltanto per mangiare qualcosa, dati i continui lamenti del mio stomaco.
Una volta finito il cibo nel mio piatto, appoggio il tovagliolo vicino ad esso, e mi alzo, facendo puntare ogni sguardo presente in questa sala su di me.
《Io torno in camera. Buonanotte.》
Annuncio, con una sottile nota amara nelle mie poche parole pronunciate.
Detto ciò, ordino ai miei piedi di salire  alla svelta i gradini che giungono al piano di sopra, e di intrufolarmi di nuovo nella mia camera.

Noto la luce abbagliante della luna riflettere sul vetro della camera, che a sua volta si riflette sui miei occhi incantati nel vederla.
Mi avvicino alla finestra, aprendola il poco giusto per far passare il mio corpo e poggiarmi sul terrazzo per ammirarla meglio.
Una luce limpida, pulita e accesa è quella che si riflette, dando un colore più luminoso ad ogni casa sotto di essa.
È una delle cose piu belle che ho avuto mai modo di vedere.

《Incantata dalla luna, Alice?》Una voce che riconoscerei tra centomila, una delle quali è stata la prima a parlarmi quella sera.
Mi giro verso di lui, notando le sue mani portate alle labbra per accendersi una delle tante sigarette. Chistopher mi guarda, ricambia il mio sguardo facendo fuoriuscire fumo dalla bocca, dopo aver aspirato.
《Incanta molti da come vedo. Tu che ci fai qui?》Ammicco, fissando nuovamente i suoi movimenti. Lo guardo venire all'estremità di quel terrazzo. 《Sono passato a darti un occhiata, ma ho visto la porta chiusa e sono venuto qui.》Mi sorride per poi sparire nuovamente dentro la camera.

Sento alcuni passi vicino la mia porta, e un poi un leggero bussare trasformarsi in qualcosa di forte.
Rientro nella camera stessa, per aprire e notare che la persona che bussava cosi delicatamente è proprio uno dei deficienti, chiamato Chistopher.
《Perché sei venuto qui? Ti avrei comunque risposto anche da lì.》Rivelo, chiudendo la porta. Fisso il suo movimento, i suoi passi verso il terrazzo per poi seguirlo e riprendere ad ammirare la luna.
《Mi andava di farti compagnia.》Sorride, nuovamente.
《Gesto molto nobile, lo ammetto, ma non ne avevo bisogno.》Continuo, spostando il mio sguardo verso di lui per una frazione di secondo.

《Io credo di sì.》Azzarda, con quel sorrisino. Ripeto che sto cominciando ad odiarlo questo sorrisino spontaneo.

《Credi quello che vuoi, McCrory.》Sussurro.

《Ottimo.. comunque volevo scusarmi per il mio comportamento oggi. Non è stato molto gradito, e lo so.》
Apprezzo le sue scuse, e mi solleva il fatto che volesse scusarsi di persona.

《Non fa niente. Non ho ben capito il motivo però, del tuo comportamento verso me e Jason.》
Sussurro ancora.

《Veramente non ne ho idea.》


***
Eccomi qui, ciao piccole lettrici.
Sono tornata, vi prometto che se ho tempo, aggiornerò spesso.
Un bacio.😚🌱

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