Capitolo 31

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Christopher

La osservo dormire beatamente, appoggiata al mio petto, mentre ascolto il suo respiro e le accarezzo delicatamente i morbidi capelli che le ricadono sulle spalle.
È stato stupendo averla nel mio letto stanotte; la sentivo stretta a me, le gambe intrecciate e per quasi tutta la notte è riuscita a starmi praticamente attaccata.
Non avrei potuto desiderare di meglio.
Il vuoto della mia vita ha iniziato a riempirsi quando lei ha messo piede nella mia vita, e stanotte ne ho avuto la prova. Abbiamo sempre avuto un rapporto particolare, una sfida continua in tutto ciò che ci circonda, un'odio stupido trasformato in qualcosa che non riesco a spiegare, nonostante il tempo che ho trascorso con lei e il cuore che ne prende vita.

Piccola, riuscirò mai a lasciarti andare veramente?

Siamo praticamente diversi, destinati a un mondo apparentemente diverso in sé stesso, eppure abbiamo la forza di compensare vuoti e mancanze che hanno fatto parte della nostra vita per un lungo tempo.
Io il fuoco, lei acqua.
Io il buio, lei la luce.
Esempi così stupidi, ma così significativi, così azzeccati per la nostra folle vita.

La guardo ancora, mentre mugola qualcosa che non riesco a comprendere, e si stringe nelle lenzuola, affondando ancora di più la testa sul cuscino.
Il suo braccio sinistro vaga per il mio, accarezza l'addome, stringendosi a me.
Sorrido nel vederla così bisognosa della mia presenza in questo momento. Le lascio un bacio sulla fronte, spostandole il braccio, con attenzione, verso il mio cuscino mentre alzo il busto deciso ad uscire dal letto, per non rischiare di svegliarla del tutto.

Mi avvicino alle sue labbra, lasciandoci due casti baci. 《Torno fra due minuti, piccola.》 Sussurro piano, spostandole i capelli dal viso.


***

Oltrepasso l'ultimo gradino delle scale, ritrovandomi nella cucina. Tutti i sguardi presenti sono puntati contro di me, e sul mio sbadiglio mattutino che non riesco a controllare. Sposto il mio sguardo nella loro stessa direzione, e non noto nulla di strano su di me, apparte uno strano sorriso sul mio volto e la mano fasciata che, come aveva annunciato Alice, continua a farmi male.
Probabilmente è ciò che li spinge a guardarmi con tanta attenzione.

Mi avvicino a Chanel, pronta ai fornelli, che sta preparando degli ottimi pancakes, dai quali arriva un magnifico profumo fino alla mia camera da letto. Mi fissa, con un sorriso poco raccomandato sul volto, mentre gira un pancake dalla parte opposta nella padella.
《La smettete di fissarmi tutti?》 Sbotto improvvisamente, mentre afferro del succo d'arancia dal frigo. 《Cos'ho che non va?》

《Non lo so, hai uno strano sorriso sul volto. Non ti ho mai visto così, di prima mattina.》 Ammicca Chanel, parlando per conto di tutti, che annuiscono al suo pensiero.

Sbuffo deciso, e verso il succo in un bicchiere di vetro. Afferro un vassoio dal mobile più in alto, e posiziono il bicchiere con il succo e un piatto con due pancakes.
《Insomma, vuoi dirci cos'è successo?》Improvvisa Cameron, con un pezzo di pancake in bocca. 《Si, non è da te essere così..》Continua Carter, sorseggiando il suo tè verde. Sorrido pensando alla sua scorta di tè nel mobiletto.

《Cos'è successo? Niente.》 Mormoro alla fine. Il loro sguardo si posiziona nuovamente su di me, sembrano scrutarmi meglio e con attenzione, fino a quando non prendono a fissare la mia mano fasciata.
《Cristo, piantatela.》 Azzardo con un ghigno, alzando la voce e spargendo dello sciroppo d'acero sui pancakes.

Nathan si alza dallo sgabello, facendo un rumore assurdo. Lo fulmino con lo sguardo, zittendolo.
《Amico, non è che per caso c'entra Alice in quel sorrisetto? E quella mano fasciata?》 Quasi urla.
Mi passo una mano fra i capelli, scuotendo la testa. 《Ssh, non urlare, cazzo. Alice sta ancora dormendo, e si, abbiamo dormito insieme.》 Lo zittisco, ignorando del tutto l'ultima domanda chiesta.
Mi guardano a bocca aperta, aprendo un sonoro coro di "io lo sapevo" che si innalza per la cucina, mentre trattengo una risata. Tiffany osserva meglio la mia mano.
《Si può sapere cosa diavolo hai fatto?》 Mormora, indicandomela.
《Un pugno al muro, sai.》Ironizzo.《Quel coglione mi ha fatto incazzare.》 Ruoto gli occhi al cielo, mentre sbuffa, capendo la situazione della scorsa serata.
《Sei il solito impulsivo.》 Si lamenta, riprendendo a bere il succo.

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