Capitolo 22

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Alice

La situazione nella doccia stava diventando abbastanza strana, niente e nessuno riusciva a fermare quell'eccitazione che si era creata in quel momento. Christopher a stento riusciva a fermarsi, le sue mani sul mio corpo, le sue labbra sulle mie, e i nostri respiri alternati ad ansimi.

《Chris..》 ansimo il suo nome.

Mugola, ascoltandolo. 《Dimmi cosa vuoi..》

Fortunatamente qualcuno ci chiama per la cena, la voce squillante di Chanel rimbomba per tutte le scale, permettendoci di sentirla.

Christopher si ferma imprecando contro di lei, facendo fuoriuscire una mia risatina.

Mi fermo anch'io, respirando.

Usciamo dalla doccia, afferrando un asciugamano per asciugarci. Porto l'asciugamano con me, lasciandolo da solo nel bagno, andandomi a cambiare ciò che ormai è fradicio.

Cammino verso la mia camera, andando ad indossare un paio di pantaloncini di stoffa grigi e una maglia lunga nera che arriva poco più sopra del ginocchio.
Esco dalla camera, trovandolo sul divanetto posto affianco alla camera, già cambiato con un pantalone della tuta nera e una maglia bianca semi trasparente, che mi permette di intravedere i tatuaggi sul braccio.

I suoi sbuffi sono evidenti per tutte le scale, mentre sovrastano le mie risate.

《Non ridere, ci hanno interrotti sul momento più bello.》 Quasi urla per le scale, per farsi sentire.

Allungo una mano verso la sua bocca, posizionandola su di essa.
《Shh, non urlare. Potrebbero sentirti!》 Trillo, con una voce che non riconosco.

Riesco ad intravedere il suo sorriso malizioso, per poi sentire il palmo della mia mano umida.

Bleah, mi ha leccato.

Ritraggo subito la mano, con una faccia disgustata.

Poggio la mano sulla sua maglietta, sfregando contro essa, pulendomi.

《Dai Chris, che schifo.》 Sbuffo, sventolando la mia mano.

《Mi pare che prima in doccia, non ti stavi lamentando della mia lingua..》 Sussurra, puntando il suo sguardo su di me.

Non finisco di rispondere, che siamo al piano di sotto e abbiamo tutti gli occhi puntati su di noi.
La cosa è abbastanza imbarazzante.
Avrebbero potuto sentirci davvero, tramite quelle scale.
Tutta colpa di Christopher.

Lo sguardo più attento e furioso sembrerebbe quello di Cameron, che mi squadra dalla testa ai piedi, facendomi sentire a disagio.

Con lui ho sbagliato la maggior parte delle cose, e sono abbastanza consapevole di dover dargli delle spiegazioni più che valide per averlo illuso in quel modo. Ho sempre ammesso di essere attratta sia da Cameron che da Christopher, ma in qualsiasi modo volessi interpretare quell'attrazione, Christopher lo batteva anche su quello. Non ho mai negato che la colpa fosse stata anche la mia, non avrei mai dovuto illuderlo che tra di noi potesse esserci molto più che una semplice amicizia.
Ma ammetto anche, che per quanto credessi a quella famosa attrazione, in realtà era solo tanto affetto, mutato in attrazione da me. È come se Cameron rispecchiasse il modello del "fratello" che non ho mai avuto, ma sempre desiderato avere.

Noto con piacere tutti seduti in tavola, ben attenti ad osservare il nostro arrivo.

Mi fermo, dando un rapido sguardo alla tavola.

Sarah al fianco di Aaron, con il suo braccio attorno alle spalle, mi sorride, facendomi un occhiolino.

Sono consapevole del fatto che dovrei parlare anche con lei.
È la mia migliore amica, ma è come se, una volta entrate dentro questa casa, ci fossimo allontanate un po'.
Ho abbastanza cose da chiarirle, e altre da raccontarle.

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