Capitolo 23

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Alice

《Bene, ragazzi, la spiegazione è terminata. Ci vediamo martedì.》
Conclude, il professore di Lettere e Filosofia, non appena la campanella della prima ora inizia a suonare.

Prende la sua valigetta, ed esce dall'aula insieme al libro di Filosofia stretto al petto.

Mi spunta un sorriso amaro sul volto, mentre raccolgo il quaderno e la penna nello zaino.
Raggiungo a passi veloci la porta, per andare ad aspettare Chanel e Tiffany al di fuori di essa.

Qualcuno mi blocca.

Il mio nome viene richiamato più volte, ma riconoscendo la voce, la voglia di fermarmi e di sentire cosa ha da dirmi, è pari a zero.

Controvoglia, sono costretta a farlo, nonostante lui mi abbia toccato continuamente la spalla mentre mi chiamava.
《Alice, per favore, fammi spiegare.》 Sussurra, prima di essersi accertato che io mi fossi girata.

《Hai altri commenti da fare?》
Il mio tono sarcastico lo introduce in un senso di colpa.
Lo vedo nei suoi occhi castani, quello sguardo quasi del tutto pentito.

《Ascolta, ho dato retta a quelle stupide voci ma non puoi certo negare che non sia vero. Passi con McCrory e la sua banda molto tempo, credo sia normale che io abbia pensato quelle cose.》
Mormora, con una mano dietro la nuca.

《Non ho negato nulla, ma per quanto riguarda ciò che faccio o con chi passo il mio tempo, è un problema esclusivamente mio.》 Alzo la voce, permettendomi di scandire le ultime parole.
《Non ho bisogno di continue voci o battibecchi che nascono in questa scuola.》

《Non ho bisogno nemmeno di finti amici, ciò che sto facendo riguarda soprattutto me stessa. La colpa non è né di Christopher, né delle sue amichette, che per la cronaca sono anche le mie. Vuoi unirti a tutti i giudizi della gente falsa in questo posto? Fai pure, ma stai pur certo che io non ne sarò d'accordo.》

Detto ciò, mi volto nuovamente, senza dargli il minimo tempo per rispondere, e mi incammino verso il corridoio.

Trovo Tiffany appoggiata al muro, con al suo fianco Chanel che mastica un chewingum, mentre si sistema i capelli.
《Ehi ragazze, eccomi.》
Faccio un cenno con la mano, mentre richiamo la loro attenzione.

Tiffany mi sorride tranquillamente.
《Com'è andata la lezione?》 Ammicca, sorridendo.

《Piuttosto bene, solo un po' noiosa. Il tempo sembrava non passare mai.》 Sospiro, sentendomi già un po' stanca.

Chanel fissa davanti a sé, e sembra sbiancare alla sua vista, tanto quasi che smette di masticare il chewingum che ha in bocca. La guardo incredula, per poi spostare lo sguardo in ciò che sta guardando.
È li che lo vedo.
Per la prima volta riesco a riconoscere la famosa spia della gang avversaria, con tanto di cravatta rossa legata al collo e infilata dentro una camicia bianca, coperta da una giacca in jeans. Il suo sguardo sembrerebbe essere abbastanza cupo e rigido.
È appogiato ad un armadietto, e ricambia nettamente lo sguardo di Chanel.

《Si chiama Brian. Lo riconosco, ci siamo frequentati per più di un anno, ma poi mi ha mollato per una troia di questa scuola.》 Mormora Chanel, senza smettere di guardarlo.

《Mollare te, per prendersi una delle tante?》 Ribatto, pronunciando le sue stesse parole.

《A quanto pare.. 》 Risponde sarcastica, guardandomi.

《Smettetela di fissare quel deficiente, vi ricordo che tra meno di un quarto d'ora inizia la prossima lezione. Dobbiamo muoverci.》 Ricorda puntualmente Tiffany, prendendo entrambe per un braccio e provando a trascinarci.

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