Capitolo 11

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Eren
<<Farlan...>>

Silenzio.

Seduto ancora sul materasso, osservo la scena senza sapere cosa dire.
Levi e l'uomo che mi ha portato in ospedale, che da quanto ho capito deve chiamarsi Farlan, sembrano conoscersi.

Si fermano ad osservarsi per qualche secondo, poi sento uno di loro parlare.
<<Levi... tu... non sei...>> inizia Farlan, con voce tremante, ma si interrompe quando Levi si avvicina per abbracciarlo.

Rimango talmente stupito dal gesto del corvino, che la mia bocca si spalanca, rimanendo aperta fino a quando Levi e Farlan non si staccano.
<<Credevo che tu... fossi...>> questa volta a parlare è Levi, che non completa la frase.
Abbassa solamente lo sguardo, con gli occhi lucidi, in silenzio.
<<No io... sto bene... e anche tu stai bene... sono felice di averti trovato Levi>> dice attirando l'attenzione del corvino il biondo, facendo scivolare una lacrima amara sulla guancia di Levi, che sorride.

Levi sta sorridendo.
Non l'ho mai visto sorridere eppure lo sta facendo, sta sorridendo a Farlan.
E non a me...
Penso pentendomene subito dopo. Dovrei essere felice per lui, insomma sembra aver ritrovato una persona per lui davvero importante.
Eppure non riesco a non pensare a quel sorriso, quasi invisibile, che, dentro di me, volevo vedere per la prima volta rivolto a me, non a qualcun altro.

Mi faccio scappare un sospiro, seguito da una tosse secca che rompe il silenzio creatosi.
Il dottore si avvicina a me, passandomi una mano sulla schiena e Levi si precipita nuovamente accanto al mio letto, con le mani sul materasso, intento a guardarmi con uno sguardo, per me, indecifrabile.

<<Tutto a posto dottore?>> il tono del corvino sembra talmente diverso, così... dolce.
È questo l'effetto che gli fa Farlan?
Non riesco a fare a meno di chiedermi, pensando subito dopo a quanto mi senta stupido in questa situazione.

<<Sì, può lasciare l'ospedale già da adesso, la febbre non se ne è andata del tutto, ma gli basterà qualche giorno di riposo e tornerà a stare bene>> risponde il dottore, allontanandosi da me e scrivendo qualcosa su un foglio, dopo essersi messo gli occhiali da vista, prima nella tasca del camice.
<<Bene, allora moccioso andiamo>> dice Levi, facendo per prendere la mia borsa poggiata sul lato del letto dopo essersi abbassato, ma io gli blocco il braccio, evitando di guardarlo negli occhi.
<<Faccio da solo>> dico solamente, alzandomi dal letto e abbassandomi per prendere la borsa.

In seguito faccio un inchino al dottore, che mi dice di rivolgermi all'infermiera al piano terra per pagare le cure, anche se brevi.
Annuisco e saluto, uscendo dalla stanza seguito dal corvino e dal biondo, intenti a parlare di qualcosa che non riesco a sentire, a causa della mia distanza da loro e del mio passo veloce.

Arrivato di fronte all'infermiera e fatto tutto l'occorrente, esco dall'ospedale, più felice che mai di respirare nuovamente l'aria al di fuori di quelle piccole quattro pareti.
Mi fermo appena uscito, girandomi e osservando Levi e Farlan parlare in disparte, silenziosamente, di qualcosa.
Levi sembra abbastanza preoccupato e, dopo aver detto qualcosa, si poggia due dita sulla fronte, abbassando la testa.
Farlan gli poggia una mano sulla spalla, sussurrandogli qualcosa che, a quanto pare, lo tranquillizza. Levi annuisce e si allontana da Farlan, avvicinandosi a me.

<<Andiamo moccioso, tua madre è preoccupata>> dice frugando nella tasca alla ricerca delle chiavi della macchina.
Faccio per parlare, ma vengo interrotto da Farlan che si avvicina nuovamente a Levi, urlando il suo nome.
<<Stavo per dimenticarmi, puoi darmi il tuo numero di telefono? Ti contatterò a breve per continuare a parlare di quella cosa...>> dice abbassando la voce alle ultime due parole.

Osservando Levi parlare tranquillamente con qualcuno, il meno scontrosamente possibile, ed avere segreti con quest'ultimo, non riesco a fare a meno di stringere i pugni.
Tutto questo mi irrita.
Ne capisco il motivo? No.
So solo che mi fa arrabbiare senza un motivo logico.
Levi non mi rivela mai nulla, mi risponde sempre male e non parla quasi mai, però, a quanto pare, sono l'unico con cui lo fa, perché con Farlan si comporta in modo totalmente diverso.
Farlan lo ha visto sorridere.
Farlan lo ha visto piangere.
Farlan ha visto le sue debolezze.
Farlan lo ha fatto sentire meglio.
Farlan sa i suoi segreti e, molto probabilmente, il suo passato.
Perché io no? Perché non posso saperlo?
È ovvio che Farlan e Levi si conoscono da tanto tempo, ed è ovvio che Levi si fidi di lui.
Lo capisco, ad un solo sguardo.

Merda.
Stringo i denti, girando la testa.
<<Bene allora ti chiamerò, Eren riprenditi. Ciao!>> esclama con un sorriso il biondo allontanandosi verso la sua auto.
Levi volge nuovamente a me la sua attenzione.
<<Andiamo moccioso?>> chiede con il suo solito tono distaccato.
<<Posso andare da solo>> dico semplicemente, allontanandomi da lui.
<<Idiota sei appena svenuto ti devi riposare, inoltre hai la febbre>> dice seguendomi, con le mani nelle tasche.
<<Io sto bene, preferisco andare da solo>> faccio ancora, affrettando il passo.
<<Eren->> dice alzando la voce e afferrandomi il polso.
<<MOLLAMI!>> urlo, prima di scansare violentemente la sua mano.
Lo guardo per qualche secondo, per poi correre via, verso casa.

Sono circa due ore che cammino, la verità è che non sono mai venuto in questo ospedale a piedi e non so come tornare a casa.
Non ho mai avuto motivo di venire qui spesso, così non ho mai fatto caso alla strada da percorrere.

Ormai si è fatto buio e io mi sto rendendo conto di essere stato un cretino.
Dovevo farmi accompagnare, ma la rabbia del momento mi ha travolto.
<<Cavolo... sono un idiota>> dico, passandomi una mano sulla fronte e accovacciandomi. Mi sento anche poco bene, avendo la febbre e essendo da poco svenuto.

<<Menomale che te lo dici da solo>> sento dire e, prima di alzare del tutto lo sguardo ed incontrare un paio di occhi color ghiaccio, noto la macchina nera di Levi ferma accanto al marciapiede su cui stavo camminando.
<<Sali moccioso>> dice aprendo lo sportello.
Io, senza farmelo ripetere, salgo sull'auto, in silenzio.

<<Cosa ti è preso?>> chiede il corvino guardando la strada davanti a sè, pochi secondo dopo aver azionato il motore.
<<Non lo so...>> sussurro.
<<Io...>> continuo, sentendo una lacrima bagnarmi la guancia.
<<...non lo so...>> singhiozzo, senza saperne il motivo, buttando fuori tutto ciò che mi sono tenuto dentro.

<<Ero incredibilmente infastidito... io...>> continuo a singhiozzare.
<<non so perché...>> il silenzio nella vettura è interrotto solo dai miei continui singhiozzi.
Le strade sono quasi completamente vuote e illuminate semplicemente dalla flebile luce dei lampioni.

La macchina si ferma di fronte a casa mia, ma prima di scendere Levi mi prende per un braccio, attirandomi verso di lui e stringendomi a sè.
Mi sta abbracciando, come l'ultima volta.
Le sue forti braccia mi stringono e, con la testa sul suo petto, riesco a sentire il battito del suo cuore che, al contrario del mio che sembra voler uscire dal petto, è calmo e regolare.
<<Sei proprio un moccioso>> dice staccandosi dopo qualche minuto dall'abbraccio e scendendo dalla vettura, chiudendo lo sportello, lasciandomi con il cuore a mille ed il viso completamente in fiamme.

Spazio autrice
YEE ecco un nuovo capitolo dopo 5 giorni, come sempre.
Prima di pubblicare volevo arrivare a 1k visualizzazioni (siamo a 991) ma poi ho deciso di pubblicare lo stesso! Detto questo VERAMENTE GRAZIE TANTISSIMO PER LE QUASI 1K VISUALIZZAZIONI E I 200+ VOTI! Grazie tanto tanto! Ancora non ci credo!!

Bene, adesso fatemi sapere che pensate di questa storia e di questo capitolo con un commento!
Lasciate una stellina mi raccomando... detto questo ci vediamo, alla prossima!
Baci,
Autrice.

My butler | ERERI/RIRENDove le storie prendono vita. Scoprilo ora