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Eren
Gli occhi chiusi ed il ricordo della scorsa sera.
Stamattina non ho potuto dire una parola, a causa della comparsa improvvisa di mia madre, anche se in realtà probabilmente non sarei riuscito ad avviare una conversazione in nessun caso.<<Jaeger svegliati immediatamente!>> sento urlare.
Alzo la testa dal banco, come una molla, appena accortomi di essere a scuola, con la testa sul banco e gli occhi chiusi, a pensare.
<<Professore non stavo dormendo... stavo solo riposando gli occhi...>>Lo sguardo del professore è talmente spaventoso da farmi rabbrividire. Si prepara ad aprire la bocca, probabilmente per urlarmi contro qualcosa, ma la campanella suona appena in tempo.
Non perdo un attimo, e mi alzo come una scheggia dal banco infilando l'unica penna sul banco nella borsa e mettendomela in spalla.
<<Arrivederci professore!>> esclamo, correndo alla stessa velocità della luce verso la porta della classe, sotto lo sguardo divertito di alcuni dei miei compagni.Appena uscito da scuola, non posso fare a meno di tirare un sospiro liberatorio.
Mikasa e Armin mi raggiungono presto, e, vedendomi nuovamente sovrappensiero, mi guardano preoccupati.
<<Che cos'hai Eren?>> domanda Mikasa.
<<Niente...>>
<<Ma come niente? Non ti vedi? Hai due borse viola sotto agli occhi e lo sguardo perso nel vuoto, è ovvio che ci sia qualcosa che non va>> continua Mikasa, che non ascolto fino a quando non dice qualcosa che attira la mia attenzione.
<<Andiamo, vengo a casa tua oggi>>
<<Che? Mikasa ti stai autoinvitando?>> domando, quasi ridendo per la sua reazione ovvia.
<<Certo!>> esclama, alzando le spalle.<<Per tirarti su di morale verremo a casa tua ad aiutarti a studiare!>> esclama, con tono piatto, ma comunque convincente.
<<E studiare dovrebbe tirarmi su di morale?>> domando alzando un sopracciglio.
<<Zitto e cammina, andiamo Armin!>> fa poi, chiamando Armin ed iniziando a camminare.Arrivati di fronte alla porta di casa mia, non ritrovandomi le chiavi in tasca, suono il campanello.
Ad aprire la porta, fortunatamente, non è il mio maggiordomo, ma mia madre che, visti i miei due amici, inizialmente rimane sorpresa, ma poi sorride, invitandoli ad entrare.Appena varcata la soglia, il salotto è completamente vuoto, come la cucina.
<<Levi è andato a comprare una cosa quindi torna più tardi>> dice mia madre, apparecchiando la tavola, non avevo intenzione di chiedergli dov'è Levi, ma, dentro di me, lo volevo sapere con tutto me stesso.<<Va bene...>> strascico annoiato.
Armin mi lancia uno sguardo, sapendo già tutto di Levi, a parte della mia dichiarazione, così gli mimo con le labbra un "ti spiego dopo" in risposta.Ci sediamo a mangiare, parlando, soprattutto di scuola, fra di noi.
Sparecchiamo, liberando il tavolo e aprendo le borse con i libri.
<<Allora io direi di iniziare con... geometria!>> esclama Armin, prima osservando con un dito sul mento i libri disposti in riga sul tavolo, e poi fermandosi al indicare il libro di geometria, dalla copertina verde.<<Ok ho cambiato idea, me ne vado!>> esclamo, girando i tacchi ed allontanandomi dal tavolo sotto lo sguardo dei due. Ma mi fermo immediatamente quando sento i passi veloci di Mikasa avvicinarsi a me.
Mi prende per un orecchio e mi tira verso il tavolo, facendomi gemere dal dolore.
<<Ahi ahi ahi... va bene ho capito... ho capito...>> ma quando ormai Mikasa mi molla l'orecchio, sono già seduto sulla sedia di legno con il libro di fronte, aperto.
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My butler | ERERI/RIREN
Fanfiction[COMPLETA] "Gli mordo le labbra perché ormai baciarle non è più abbastanza." Nonostante i dodici anni che lo separano dal loro primo incontro, Eren Jaeger non si è mai dimenticato del suo maggiordomo. Proveniente da una ricca famiglia del Giappone...