Capitolo 15

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QUESTA STORIA È DISPONIBILE IN VERSIONE MIGLIORATA E REVISIONATA SULL'APP DREAME GRATUITAMENTE, se volete supportarmi anche lì ne sarei davvero felicissima. Mi trovate sempre sotto il nome AYUMILLU.

Eren
Gli occhi chiusi ed il ricordo della scorsa sera.
Stamattina non ho potuto dire una parola, a causa della comparsa improvvisa di mia madre, anche se in realtà probabilmente non sarei riuscito ad avviare una conversazione in nessun caso.

<<Jaeger svegliati immediatamente!>> sento urlare.
Alzo la testa dal banco, come una molla, appena accortomi di essere a scuola, con la testa sul banco e gli occhi chiusi, a pensare.
<<Professore non stavo dormendo... stavo solo riposando gli occhi...>>

Lo sguardo del professore è talmente spaventoso da farmi rabbrividire. Si prepara ad aprire la bocca, probabilmente per urlarmi contro qualcosa, ma la campanella suona appena in tempo.

Non perdo un attimo, e mi alzo come una scheggia dal banco infilando l'unica penna sul banco nella borsa e mettendomela in spalla.
<<Arrivederci professore!>> esclamo, correndo alla stessa velocità della luce verso la porta della classe, sotto lo sguardo divertito di alcuni dei miei compagni.

Appena uscito da scuola, non posso fare a meno di tirare un sospiro liberatorio.
Mikasa e Armin mi raggiungono presto, e, vedendomi nuovamente sovrappensiero, mi guardano preoccupati.
<<Che cos'hai Eren?>> domanda Mikasa.
<<Niente...>>
<<Ma come niente? Non ti vedi? Hai due borse viola sotto agli occhi e lo sguardo perso nel vuoto, è ovvio che ci sia qualcosa che non va>> continua Mikasa, che non ascolto fino a quando non dice qualcosa che attira la mia attenzione.
<<Andiamo, vengo a casa tua oggi>>
<<Che? Mikasa ti stai autoinvitando?>> domando, quasi ridendo per la sua reazione ovvia.
<<Certo!>> esclama, alzando le spalle.

<<Per tirarti su di morale verremo a casa tua ad aiutarti a studiare!>> esclama, con tono piatto, ma comunque convincente.
<<E studiare dovrebbe tirarmi su di morale?>> domando alzando un sopracciglio.
<<Zitto e cammina, andiamo Armin!>> fa poi, chiamando Armin ed iniziando a camminare.

Arrivati di fronte alla porta di casa mia, non ritrovandomi le chiavi in tasca, suono il campanello.
Ad aprire la porta, fortunatamente, non è il mio maggiordomo, ma mia madre che, visti i miei due amici, inizialmente rimane sorpresa, ma poi sorride, invitandoli ad entrare.

Appena varcata la soglia, il salotto è completamente vuoto, come la cucina.
<<Levi è andato a comprare una cosa quindi torna più tardi>> dice mia madre, apparecchiando la tavola, non avevo intenzione di chiedergli dov'è Levi, ma, dentro di me, lo volevo sapere con tutto me stesso.

<<Va bene...>> strascico annoiato.
Armin mi lancia uno sguardo, sapendo già tutto di Levi, a parte della mia dichiarazione, così gli mimo con le labbra un "ti spiego dopo" in risposta.

Ci sediamo a mangiare, parlando, soprattutto di scuola, fra di noi.
Sparecchiamo, liberando il tavolo e aprendo le borse con i libri.
<<Allora io direi di iniziare con... geometria!>> esclama Armin, prima osservando con un dito sul mento i libri disposti in riga sul tavolo, e poi fermandosi al indicare il libro di geometria, dalla copertina verde.

<<Ok ho cambiato idea, me ne vado!>> esclamo, girando i tacchi ed allontanandomi dal tavolo sotto lo sguardo dei due. Ma mi fermo immediatamente quando sento i passi veloci di Mikasa avvicinarsi a me.
Mi prende per un orecchio e mi tira verso il tavolo, facendomi gemere dal dolore.
<<Ahi ahi ahi... va bene ho capito... ho capito...>> ma quando ormai Mikasa mi molla l'orecchio, sono già seduto sulla sedia di legno con il libro di fronte, aperto.

My butler | ERERI/RIRENDove le storie prendono vita. Scoprilo ora