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Eren
Una volta rientrati in casa mi dirigo subito nella mia stanza, visto il tardo orario.
Domani ho scuola e sono a dir poco terrorizzato.Appena aperti gli occhi, mi accorgo di essermi addormentato vestito, come ieri sera. Mi alzo lentamente dal letto e, una volta guardato l'orologio, spalanco la bocca, lanciando un urlo.
Sono le 7:45 e la scuola inizia fra soli quindici minuti.
Perché non mi ha svegliato nessuno?
Mi domando, correndo per la stanza cercando la divisa scolastica e spalancando la porta una volta preparatomi, per mangiare qualcosa.
Scendendo le scale, pronto a chiedere perché nessuno mi ha svegliato come sempre, mi fermo all'improvviso, vedendo chi si trova in salotto.Mi ero completamente dimenticato che Farlan è rimasto qui per la notte.
<<Buongiorno...>> sussurro imbarazzato, guardando Farlan parlare con Levi sul divano.
Tutta la rabbia accumulata sembra affievolirsi, preferisco non fare una scenata davanti ad un quasi-sconosciuto.
<<Buongiorno Eren>> risponde sorridendo.
Il mio sguardo in seguito cade su Levi che, appena mi nota, spalanca leggermente gli occhi per un secondo.
<<Giusto, oggi avevi scuola!>> esclama.
Ma dai... e per colpa tua che non mi hai svegliato farò tardi per la millesima volta...
Penso, ma le parole che mi escono di bocca sono differenti.
<<Sì, ora mi devo sbrigare peró, o faró tardi di nuovo>> faccio, per poi mangiare velocemente un pó di biscotti, lavarmi i denti, e tornare velocemente all'ingresso per infilarmi le scarpe sotto lo sguardo perplesso di Farlan, che, al contempo, sembra divertito.<<Io vado! Cia->> faccio per uscire, ma vengo fermato da Levi, che mi prende per il polso e mi fa girare all'improvviso verso di lui.
Il viso incredibilmente vicino al mio e lo sguardo attento.
Sembra studiare ogni minimo dettaglio del mio viso.
Rimango perplesso di fronte al suo comportamento e, quando si avvicina ancora, non posso fare a meno di arrossire.
Non dirmi che vuole baciarmi?!
Mi ritrovo a pensare, arrossendo ancora di più al sol pensiero.
Così, pronto per ricevere un suo bacio, con il cuore a mille, rimango deluso quando mi mette una mano sulla testa e mi sistema le ciocche di capelli fuori posto.
<<Non puoi uscire così moccioso>> dice, continuando a sistemarmi i capelli, per poi passare al nodo della cravatta verde.
<<E tieni questa>> continua, porgendomi la cartella, che mi stavo dimenticando.
<<Ah... sì...>> dico, con tono di delusione nella voce, per poi uscire in fretta e furia.
Davvero pensavo che stesse per baciarmi? Mi sento così stupido!
Durante il tragitto riesco solo a pensare alla mia stupidità, dimenticandomi totalmente cosa mi aspetta a scuola.<<Eren!>> appena arrivato di corsa in classe, raggiungo Mikasa e Armin.
Sono riuscito ad entrare in aula circa tre minuti prima dell'inizio delle lezioni, anche se con un forte fiatone.
<<Ce l'ho fattaaa>> esclamo, sedendomi al mio banco e poggiandoci la testa, ansimando per la fatica della corsa.
<<Buongiorno>> sento dirmi. Tiro su la testa e sorrido ad Armin, che mi ha parlato e poi dó il buongiorno anche a Mikasa, accanto a me.
<<Senti Eren, forse per oggi è meglio se esci dall'uscita posteriore>> mi sussurra Armin all'orecchio, sotto lo sguardo curioso di Mikasa.<<Eh?>> domando confuso, ma poi improvvisamente ricordo perché ero così preoccupato ieri sera di venire a scuola.
<<Emh sì... lo penso anch'io...>> sussurro, abbassando la testa a disagio.
<<Che succede?>> domanda Mikasa, non ottenendo una risposta da parte mia.
<<Niente!>> dice Armin velocemente.
La professoressa entra in aula poco dopo e, prima di girarsi per seguire la lezione, Armin mi sussurra un'ultima cosa.
<<Dovresti parlarne al più presto con Mikasa>>
<<Andrebbe fuori di testa>> rispondo sussurrando, per poi fare finta di niente, e fissare la professoressa spiegare, senza sentire realmente quel che sta dicendo, sentendomi lentamente affogare nelle mie preoccupazioni.
Una forte ansia mi attanaglia fino alla fine delle lezioni, fino all'ultimo suono della campanella.
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My butler | ERERI/RIREN
Fiksi Penggemar[COMPLETA] "Gli mordo le labbra perché ormai baciarle non è più abbastanza." Nonostante i dodici anni che lo separano dal loro primo incontro, Eren Jaeger non si è mai dimenticato del suo maggiordomo. Proveniente da una ricca famiglia del Giappone...