Capitolo 48

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Eren
Nel momento in cui mi sveglio, un grande sorriso si fa spazio sul mio volto, e sono certo che mi accompagnerà per il resto della giornata.
Oggi è il mio compleanno e, si sa, ognuno il giorno del proprio compleanno è un pó più felice.
È un giorno durante il quale ti senti un pó più speciale, ed è un'occasione per festeggiarlo con le persone che ami.

Mi alzo dal letto senza nemmeno il bisogno di una sveglia, o di Levi o mia madre che vengano a svegliarmi.
Mi vesto velocemente e scendo subito il salone, saltellando.
Nel momento in cui vedo mia madre e Levi intenti a parlare, e nel momento in cui mi notano, esclamo un forte: <<Buongiorno!>> per poi sedermi a tavola.

<<Buon compleanno amore mio>> fa subito mia madre, dandomi un abbraccio ed un leggero bacio sulla testa.
Io sorrido a quel contatto, e la ringrazio, ma poi lancio uno sguardo a Levi.
Aspetto speranzoso che mi auguri un buon compleanno, ma la fatidica frase non arriva.

Dopo aver mangiato, senza dire una parola, mi affretto a lavarmi i denti e prepararmi per uscire.
Non posso negare di esserci rimasto male, mi aspettavo che mi dicesse almeno "buon compleanno" ma a quanto pare mi faccio fin troppe illusioni.
Levi è talmente tanto imprevedibile, non so mai cosa aspettarmi, ed è proprio per questo che dovrei smetterla di aspettarmi qualcosa da lui.
Lo so, ma è difficile.

Ora che siamo fidanzati "ufficialmente" la mia felicità non può essere tenuta a freno, come anche i miei film mentali.
E mi faccio del male da solo ogni volta, ma non voglio attribuirne la colpa a Levi.
Levi si è aperto a me, mi ha mostrato lati del suo carattere che non ha mai mostrato a nessuno, ed io so che dovrei accontentarmi di questo.
So che il suo carattere freddo non può essere sostituito, ed io lo amo per quello che è.
Ma a volte non posso fare altro che aspettarmi qualcosa di più.

Sospiro ai miei stessi pensieri, infilandomi le scarpe e uscendo dalla porta d'ingresso.
Per la prima volta dall'inizio di questo anno scolastico sono in pieno orario, se non in anticipo.

Quando entro in classe i miei amici mi fanno gli auguri, Armin con un grande sorriso sul volto, e Mikasa con un forte abbraccio, che ricambio volentieri.
Ricevo anche gli auguri da parte di Sasha, Annie, Connie, Marco, Christa ed Ymir, per messaggio, che mi hanno promesso che un giorno di questi faremo qualcosa per festeggiare.
Sorrido, per poi sedermi all'arrivo del professore.

Le lezioni passano in modo relativamente tranquillo, per fortuna non sono stato chiamato a nessuna materia, anche se la professoressa di inglese ha appena annunciato che ci sarà un compito in classe a breve, ed io sono già terrorizzato.

Esco da scuola dopo aver salutato Armin e Mikasa e in pochi minuti a piedi arrivo di fronte a casa mia.
Nel momento in cui apro la porta, peró, rimango senza parole.
<<SORPRESA!>> sento urlare, e ad accogliermi sono Armin e Mikasa, con dei cappellini di carta in testa, e poi dietro di loro Connie, Sasha e Annie.
Vicino ad Armin c'è anche Marco, ed in fondo alla stanza Christa e Ymir.

Il salone è decorato con festoni di tutti i colori, ed i miei amici hanno un enorme sorriso sul volto.
Anche io non riesco a cancellare il sorriso che riempie il mio viso, e non perdo tempo ad entrare in casa e ringraziare tutti della sorpresa.
<<Finalmente diciottenne eh!>> mi fa Connie, mettendomi un braccio sulle spalle.
Io sorrido in risposta.
<<Tanti tanti auguri Eren!>> mi fa poi Christa, stringendomi in un abbraccio.

Inizialmente lo ricambio con un sorriso ma, nel momento in cui noto gli sguardi che mi lancia Ymir, la stacco velocemente, imbarazzato.
<<Grazie Christa>> esclamo forzando un sorriso sotto lo sguardo omicida di Ymir, ma in seguito non posso fare a meno di ridere.

Passiamo il resto della giornata insieme, sono rimasti tutti sorpresi dalla grandezza di casa mia, e Connie non ha fatto altro che correre per tutte le stanze con la bocca spalancata.
Abbiamo parlato, riso e mangiato.
Siamo anche andati in giardino a giocare a pallavolo ma, visto lo scarso interesse di Annie in questo gioco, ci siamo fermati presto.

Dopo aver mangiato anche la torta e scartato i regali, i ragazzi mi salutano, ed io li liquido con un sorriso più che sincero.
Mi mancava passare le giornate con loro, tutti insieme.
Dopo la faccenda di Jean è stato molto più difficile passare il tempo insieme e questa è stata la perfetta occasione per divertirci senza preoccuparci di nulla.

Levi e mia madre sono rimasti in casa per la durata della festa, ma non ci hanno disturbato.
Prima di salire in stanza aiuto a pulire, lanciando sguardi fugaci a Levi che, però, non li ricambia.
Sospiro deluso perché davvero mi aspettavo un "buon compleanno" da parte sua. Ma ancora non è arrivato.

Finito di pulire la tavola, il salone dai festoni, ed i piatti vuoti grazie a Sasha e la sua onnipresente fame, mi dirigo al piano superiore, visto l'orario.
Sono già le 22, e vista la mia stanchezza mi preparo per farmi una doccia e rilassarmi in stanza.

Sotto l'acqua calda tento di dimenticare Levi e di pensare solo al pomeriggio passato con i miei amici, ma non ci riesco, perché i suoi auguri per me erano i più importanti.
Esco dalla doccia con sguardo basso, e mi maledico nel momento in cui accorgo che una lacrima mi sta rigando il volto.
Cerco di scacciarla velocemente, non voglio rovinarmi questa bella giornata con pensieri del genere.

Mi metto il mio comodo pigiama ed esco dalla doccia, con i capelli ancora leggermente bagnati.
Nel momento in cui apro la porta del bagno, trovo, peró Levi, che si stava dirigendo in camera sua.

Ci guardiamo, io non dico nulla, e lui nemmeno.
Mi osserva in silenzio, mettendomi parecchio a disagio, così, dopo qualche attimo passato a fissarci, mi volto per andare in camera, ma vengo fermato dalla sua presa sul mio polso.
Mi giro verso di lui confuso, e lui mantiene uno sguardo serio.
<<Vieni>> dice semplicemente, portandomi nella sua stanza e chiudendo la porta dietro di sè.

Rimango confuso di fronte alle sue azioni, e, dopo essere rimasto impalato in piedi all'ingresso, Levi fa una leggera risata.
<<Puoi sederti moccioso>> fa semplicemente, ed io mi risveglio dal mio stato di trance, sedendomi sul letto imbarazzato.
<<Devo darti una cosa>> fa solamente, dirigendosi poi dall'altra parte del letto e tirando fuori da un cassetto un pacchetto di medie dimensioni, dalla carta azzurro cielo.

Nel momento in cui si siede accanto a me e mi porge il pacchetto con un sorriso in volto, io mi porto le mani sulla bocca.
La verità è che ormai mi ero convinto che non avrebbe fatto nulla per il mio compleanno, eppure questo regalo mi lascia sconvolto.
<<Beh, anche se è un pó tardi, buon compleanno Eren>> sussurra, abbassando leggermente lo sguardo.
Posso notare dell'imbarazzo nella sua voce ed io, senza aspettare nemmeno un secondo, mi butto fra le sue braccia, cingendogli il collo con una forte presa, sentendolo ricambiare dopo poco.

<<Grazie Levi>> sussurro, con un sorriso, e gli occhi ormai lucidi, contro il mio volere.
Le lacrime calde cadono sul mio viso, bagnando la maglia di Levi, ma sono di gioia, pura e semplice gioia.
<<E perchè ora piangi moccioso?>> domanda Levi, ed io riesco a sentire un tono divertito nella sua voce.
<<N-non l-o so>> rispondo fra i singhiozzi, stringendolo ancora più a me.

In questo momento penso che, in questo modo, potrei anche morirci.

Spazio autrice
Capitolo totalmente a caso, abbastanza inutile a dire il vero. Diciamo che è l'introduzione del prossimo (che è già pronto e pubblicherò o domani o dopodomani).

Scusate se questo capitolo non è un granchè, ma l'ho scritto ieri (ieri ho scritto i capitoli 47-48-49) e quindi ero un pó stanca!
Fatto sta che il capitolo 49 è pronto e non dovrete aspettare molto, per ora accontentatevi di questo perché il 49 vi farà felici 😏😏😏

Ps. Finalmente ho cambiato il mio nome utente! È tipo 4 anni fa che ho scelto il vecchio (@now_gin) che ora mi fa altamente schifo e... ora sono @ayumillu che per me ha anche un significato quindi niente... alelujah
Baci,
Autrice.

My butler | ERERI/RIRENDove le storie prendono vita. Scoprilo ora