Capitolo 38

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Eren
<<Leeevi per il mio compleanno mi regali una macchina? Se possibile una Ferrari ma mi accontento anche se non è l'ultimo modello... capisco tu possa avere difficoltà>>.
La lunga richiesta del bambino, poco distante da me che guarda con un grande sorriso Levi, è seguita da un altrettanto lungo silenzio.

<<Cosa?>> domanda dopo un pó il corvino, con un'espressione sbigottita in volto.
<<Ho detto che voglio che mi regali una Ferrari per il mio compleanno!>> ripete Jude, con un sorriso sempre più grande.
<<Col cazzo!>> risponde tranquillo Levi, voltandosi e ritornando a fare ció che stava facendo prima di venir interrotto, ovvero apparecchiare la tavola in religioso silenzio.
<<Peeeerchè no? Eren mi farà una villa a due piani e tu non puoi farmi una Ferrari?>> domanda, attaccandosi alla sua gamba.

Levi mi guarda per un attimo, come a domandarmi di cosa sta parlando il più piccolo. Io, in risposta, alzo le spalle ridendo leggermente.
<<Moccioso levati dalle palle, compi appena quattro anni e già pensi a queste cose>> dice Levi, trascinandosi Jude appeso alla sua gamba, mentre si muove per la stanza.
<<Ne compio sette!>> lo corregge Jude con un leggero broncio.
<<Sì quello che è, ora va a pettinare le bambole e non stare a scassare a me>> continua con tono duro.

Jude si stacca e, dopo aver fatto una smorfia, corre al piano superiore, urlando il nome di mia madre.
<<Tsk... che moccioso>> dice fra sè e sè Levi, finendo di apparecchiare la tavola.
<<Ahahah è colpa tua se è scappato, a quanto pare non sei abituato a stare con i bambini>> dico ridacchiando, guadagnandomi un suo sguardo.
<<Io? Non abituato? Ma se ci sto ventiquattro ore su ventiquattro>> risponde tranquillo.
<<Ma se Jude viene qui solo due volte a settima->> a quel punto mi blocco, capendo che si stava riferendo a me.
<<Hey! Io ho quasi diciotto anni sai!>> esclamo arrabbiato.
<<Sì sì, ora lasciami stare anche tu, non ho tempo di stare appresso a un altro moccioso, devo lavorare>> mi ignora completamente, facendomi venire il broncio.
<<Bene allora ciao!>> esclamo, andando al piano superiore e sentendo un sospiro da parte sua.

Domani festeggeremo il compleanno di Jude. Verranno alcuni bambini del suo orfanotrofio ed altri della sua classe e, per questo, Levi è abbastanza scocciato.
Per un pomeriggio intero la casa sarà straripante di bambini che urlano, ridono, corrono e, soprattutto, sporcano.
Per Levi è una tragedia.
Esagera... per un po' di bambini...
Mi ritrovo a pensare, per poi buttarmi sul letto della mia camera.

Mi fermo a guardare il soffitto per qualche secondo, ripensando alle parole che mi ha rivolto Levi solo qualche giorno fa.
Mi ha detto che non c'è bisogno che sappia cosa è successo per farmi pensare al suicidio perché basta che io sappia che è al mio fianco, ma è davvero così?
Ogni volta che ci penso mi sento uno stupido, lui mi ha parlato del suo passato e, anche se non mi ha detto tutto, si è aperto e ha dimostrato di fidarsi di me. Dovrei farlo anche io?
Ma il problema qui è un altro. Io mi fido di Levi e vorrei raccontargli tutto, solo che qualcosa mi blocca.
La voce non mi esce dalla bocca, sono così spaventato di mostrare la parte più debole di me.

Nonostante sia Levi, nonostante abbia detto di starmi accanto, ho paura di ció che potrebbe pensare di me, a quel tempo non sono riuscito a reagire, e nemmeno ora. Sono così debole... posso davvero farmi aiutare quando non ho provato nemmeno a risolvere la faccenda da solo? Ormai devo imparare ad essere più indipendente, a risolvere i miei problemi senza aver bisogno di qualcuno che mi dia una mano.
E poi... chi è Levi per potermi aiutare? Puó davvero fare qualcosa? E perché lo vuole fare? Perché ci tiene a me? Come amico? O come qualcosa di più?
Posso dire con certezza che io e Levi non siamo amici.
La sensazione che provo quando mi tocca, mi guarda o quando semplicemente penso a lui, non è amicizia.
Io lo so, lui lo sa.
E allora che siamo? Dopo avermi detto che gli piaccio la situazione è rimasta la stessa. Siamo fermi allo stesso punto da tempo ormai, ed io non posso più sopportarlo.

Perché è così complicato?
Sospiro, se davvero fossimo fidanzati andrebbe bene? Insomma se venisse fuori che sto con un ragazzo cosa accadrebbe?
Scuoto la testa velocemente, scacciando le preoccupazioni.
Mi alzo dal letto con uno scatto e, con passo lento, mi dirigo di nuovo in salotto, dove ormai la cena è pronta.
Levi sembra ancora più scocciato, ha dovuto attaccare dei festoni colorati per tutta la casa, inoltre ha preparato anche una torta.
Domani sarà una lunga giornata.

Il giorno seguente, poco dopo aver pranzato, la casa si riempie di grida.
La maggior parte degli invitati sono arrivati e la casa è già sottosopra.
Mia madre sta parlando con alcune delle madri dei bambini e Jude ride a crepapelle assieme a due suoi compagni di classe.
Un sorriso involontario mi compare sul volto, quando, seduto su una sedia, mantenendosi il più lontano possibile da tutti, noto Levi, concentrato a leggere un libro dalla copertina blu, con espressione tutt'altro che rilassata.

Mentre mi avvicino assisto alla fuga di una bambina terrorizzata che, dopo essersi avvicinata a Levi ed aver visto il suo sguardo omicida, scappa via in lacrime.
<<Heey Levi!>> esclamo raggiungendolo.
<<Tsk, ci mancavi solo tu>> fa, tornando a leggere il suo libro.
<<Che ne dici di andare a giocare con i bambini con me?>> domando, levandogli il libro dalla visuale e avvicinandomi a lui con sguardo supplichevole.
<<No>> risponde secco, riprendendosi il libro e tornando ad ignorarmi.

<<Sei così freddo...>> mi lamento piagnucolando, per poi avvicinarmi ancora e sedermi sulle sue gambe, cercando in qualche modo di attirare la sua attenzione.
<<Che cazzo fai moccioso?>> domanda, finalmente alzando lo sguardo dalle pagine.
<<Beh... io...>> inizio a parlare, ma poi la mia sicurezza va pian pian ad affievolirsi e, sotto il suo sguardo, non mi sento più tanto sicuro dell'azione che ho appena compiuto.
<<Emh... scusa mi alzo...>> concludo, imbarazzato, facendo per alzarmi.
<<Tsk, non importa, basta che mi fai leggere in pace>> dice, stringendomi per i fianchi e facendomi risedere sulle sue gambe.

Arrossisco talmente tanto da sentire la faccia andare completamente a fuoco, ma al contempo mi sento immensamente felice, così mostro un grande sorriso.
<<Okey!>> esclamo.
Per qualche secondo restiamo in silenzio, lui a leggere ed io a guardarmi intorno, benedicendo il fatto che questa casa sia così grande e piena di persone da non farci notare, ma poi io inizio a parlare.
<<Hey Levi lo sai che ieri a scuola Armin ha->> vengo immediatamente interrotto.
<<Ti ho detto di stare in silenzio>> fa Levi, scocciato.
<<Ahahah scusa>> dico, grattandomi la testa, imbarazzato.

Per il resto del tempo cerco di distrarmi, osservando i bambini che giocano, anche se, involontariamente, non riesco a fare a meno di lanciare qualche sguardo di sottecchi a Levi, che, concentrato nella lettura, con gli occhi grigi puntati sulle pagine ed il volto rilassato, sembra ancora più bello di quanto non lo sembri solitamente e, pensando a questo, non posso fare a meno di arrossire.

Spazio autrice
Ho una grande sorpresa per voi... ovvero... un doppio aggiornamento!
Ho scritto un altro capitolo che pubblicherò a breve (devo solo rileggerlo).
Spero vi faccia piacere!*^*
A fra poco!
Baci,
Autrice.

My butler | ERERI/RIRENDove le storie prendono vita. Scoprilo ora