Capitolo 32

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Eren
Nonostante siano appena finite le vacanze di Natale, le giornate libere dalle stressanti ore scolastiche e dai compiti da svolgere, io sono più felice che mai.
Ultimamente passo veramente molto tempo con Levi e lui sta iniziando a dimostrare sempre più attenzione e interesse nei miei confronti, certo, sempre a modo suo.

Le giornate passano tra qualche occhiata fugace, qualche tocco veloce e qualche bacio fuggente ed effimero anche se, in realtà, ancora non ho chiaro quale sia il mio rapporto con Levi.
Sono felice delle attenzioni che mi rivolge ma questa mattina mi sono svegliato con questa domanda in testa: in che rapporti siamo io e Levi adesso?

Fino a qualche mese fa potevo dire tranquillamente che lui era il mio maggiordomo, un importante conoscente e che, anche se provavo qualcosa per lui, era qualcosa di nascosto da tenere per me.
Eppure dopo essermi dichiarato, dopo il primo bacio, dopo il suo "mi piaci" quasi sussurrato, non abbiamo mai realmente affrontato l'argomento, abbiamo semplicemente fatto ciò che sentivamo di fare nel momento in cui sentivamo di farlo.
Ora non riuscirei a dire che lui è semplicemente il mio maggiordomo, o una semplice conoscenza, perché è diventato e sta diventando sempre più importante nella mia vita.
Forse una dipendenza, ma se ci penso mi sento solamente più stupido.

Tutte le emozioni che provo quando quando mi sfiora, mi bacia o semplicemente mi guarda non possono essere appiattite in un semplice "è il mio maggiordomo" o "una conoscenza".
Forse dovrei domandarglielo semplicemente?
Eppure non riuscirei mai a farlo probabilmente, a causa della mia impacciataggine soprattutto in sua presenza. Sarebbe troppo imbarazzante.
Perciò ho semplicemente deciso che per ora mi terrò tutto per me.
Affogherò nei miei dubbi e nelle mie incertezze, come mio solito.
O almeno così pensavo.

C'è una cosa che non ho tenuto in considerazione, ovvero il fatto che lui riesce a vedere tutto.
Riesce a capire ciò a cui penso, ció che provo, con un semplice sguardo.
Non posso nascondere i miei dubbi a lui, è impossibile.
Ogni volta mi ritrovo disarmato di fronte al suo sguardo di ghiaccio.
<<Cosa ti preoccupa moccioso?>> domanda durante la colazione.
Proprio come pensavo, non posso nascondergli nulla.
<<Niente>> rispondo semplicemente, fissando lo sguardo sul pezzo di pane che stavo mangiando.
<<Dimmi la verità>> continua.
Riesco a sentire il suo sguardo attento su di me.
<<Io->> inizio, ma vengo interrotto da mia madre che, con una veloce occhiata sull'orologio, si accorge che è tardi.
<<Eren veloce! Sei di nuovo in ritardo>> esclama tutto d'un tratto.

Mi alzo velocemente facendo un sorrisetto forzato a Levi, sospirando e sentendomi immediatamente sollevato.
L'ho scampata...
Penso, prima di lasciare il salotto correndo per andare a prendere la cartella al piano superiore.
Esco da casa il più velocemente possibile, ma non per evitare di fare l'ennesimo ritardo a scuola, ma per scappare dalle sue domande.

Appena suonata la campanella, dopo un compito a sorpresa di storia e un'interrogazione di arte, l'unica che probabilmente ha avuto un'esito soddisfacente, mi accascio stremato sul mio banco, chiudendo gli occhi e rilassandomi, lasciando volare il pensiero fra le mie preoccupazioni.
Vengo interrotto solamente qualche minuto dopo, da un mio compagno di classe che mi scuote leggermente dalla spalla, per farmi capire che ormai non c'è più nessuno nella stanza.
Che strano... Armin e Mikasa non mi hanno aspettato
Penso, alzando la testa dal banco appena resomi conto della situazione.

Mi dirigo fuori dalla classe e , completamente ignaro del motivo per cui Armin e Mikasa se ne siano andati così presto, tento di raggiungere il più velocemente l'uscita, per arrivare il prima possibile a casa e riposarmi.

Riesco ad arrivare presto davanti alla villa, grazie al mio passo svelto e alla strada poco lunga però, appena di fronte all'ingresso, rimango sorpreso alla vista di Jude, mano nella mano con mia madre, intento a canticchiare una filastrocca che conoscevo anche io quando ero un bambino.
<<Jude?>> domando, facendo voltare il bambino che, dopo un'espressione sorpresa, mi corre incontro abbandonando la stretta della mano di mia madre.
<<Come mai qui?>> domando poi, lanciando uno sguardo a mia madre, che solitamente mi avverte quando decide di andare a prendere Jude all'orfanotrofio.
<<C'è stato un piccolo problema>> risponde leggermente preoccupata mia madre.
La guardo stranito ma lei mi fa cenno di entrare.

Appena superata la porta d'ingresso, trovo Levi al telefono, intento a messaggiare velocemente, con aria nervosa.
Lo schermo del telefono illumina il suo viso pallido ed i suoi occhi sembrano quasi trasparenti.

<<Vedi Eren, oggi Jude ha avuto un piccolo litigio con un bambino>> inizia mia madre, posando la borsa sul divano dopo aver chiuso la porta principale.
<<Non è stata colpa mia! Aveva offeso Emma!>> esclama prontamente Jude, interrompendo mia madre.
<<Emma?>> domando velocemente.
Lui annuisce arrabbiato, riprendendo a parlare con tono duro.
<<È la mia amica, ha 5 anni ed è molto simpatica. Ci gioco sempre, però poi è arrivato Julian che ha iniziato ad insultarla senza motivo, così io gliel'ho fatta pagare!>> continua, con le braccia incrociate e il mento alto, con un portamento orgoglioso ma al contempo altezzoso.

<<Non doveva prenderla in giro, ma questo non era comunque un buon motivo per dargli un calcio>> lo rimprovera mia madre.
<<Tsk, un moccioso che dà un calcio ad un'altro moccioso per difendere una mocciosetta a 6 anni mi mancava>> sento dire da Levi, che parla per la prima volta da quando sono entrato.
<<Se lo è meritato!>> esclama ancora Jude.
<<Il problema non è solo quello, perché poi hai risposto male anche all'educatrice?>> domanda in tono severo ancora mia madre.
<<Perché aveva rubato la mia lettera!>> urla questa volta Jude, più nervoso che mai, con le lacrime agli occhi.
<<Quale lettera?>> domanda subito mia madre, sorpresa dalla sua reazione.
<<La lettera della mia mamma...>> sussurra Jude.

<<Ma tua madre...>> inizio io, ricordandomi del modo in cui trattava Jude, e dei lividi che gli aveva procurato.
<<Non lei, la mia vera madre!>> esclama di nuovo.
Vuol dire che non si riferisce a sua madre adottiva ma a sua madre biologica?
Mi domando, sempre più sorpreso.
Cala il silenzio per qualche secondo, fino a che mia madre riprende a parlare con tono calmo e dolce.
Si abbassa all'altezza di Jude, inginocchiandosi.
<<Te l'ha lasciata la tua vera mamma?>> domanda gentile.
Jude annuisce.
<<Quando te l'ha lasciata?>> domanda ancora.
<<Prima di morire a causa mia>> fa Jude singhiozzando, distogliendo lo sguardo.
<<Me l'aveva data una dottoressa prima che venissi adottato, me l'aveva lasciata lei...>> sussurra.
<<È morta dopo aver partorito... per colpa mia...>> continua.

Il silenzio regna di nuovo sovrano, interrotto solamente dai singhiozzi di Jude.
Rimango fermo a fissare il bambino, incapace di dire qualcosa.
Quanto dolore ha dovuto patire?
Mi domando nella quiete della stanza, ma quest'ultima viene interrotta, dall'insistente suono del campanello.

Mi alzo, andando ad aprire la porta e, ció che mi ritrovo davanti, sono due figure, una di una donna, dai capelli castani, legati dietro alla testa, un paio di occhi luminosi dello stesso colore, e un paio di grandi occhiali sul viso, ed una di un uomo alto, biondo, dai lineamenti forti e con un paio di occhi color del cielo, due folte sopracciglia bionde sopra di essi.
Entrambi sembrano preoccupati.

Non faccio in tempo a dire una parola che la voce di Levi, che nel frattempo si è alzato dal divano ed è venuto dietro di me, mi interrompe.
<<Hanji? Erwin? Che cazzo...?>> inizia, ma la donna, che riconosco come Hanji, con cui ho parlato al telefono anche qualche tempo fa, entra in casa velocemente.
<<Levi abbiamo trovato una sua lettera>>> fa solamente, porgendogli un pezzo di carta.

Rimaniamo tutti fermi a fissare la scena, a parte Jude, che piange a dirotto sulla spalla di mia madre.
Non so di cosa stiamo parlando.
Lettera? Di chi?
Mi domando, incredibilmente confuso.

Levi apre il foglio velocemente e, con sguardo inizialmente malinconico, ma in seguito preoccupato, alza lo sguardo con fretta per poi fissare Hanji.
<<Isabel...>> inizia, ma prima di finire punta di nuovo uno sguardo sulla lettera e poi su Jude, piangente.
<<Isabel è la madre di Jude...>>

Spazio autrice
Perfavore ditemi cosa ne pensate di questo capitolo perché sono immersa in dubbi e preoccupazioni...
DISASTRIIII non so come la prenderete questa cosa ma... niente... finalmente sono riuscita a scrivere questo capitolo che aspettavo di scrivere con ansia dall'inizio della storia.
E da qui inizieranno taaante cose che non vedo l'ora di scrivere.

Molte delle mie idee stanno prendendo forma e questo mi rende molto felice! :3

Buonanotte, vi lascio sommerse/i dai dubbi...
Baci,
Autrice.

My butler | ERERI/RIRENDove le storie prendono vita. Scoprilo ora