Capitolo 52

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Ho pubblicato insieme capitolo 51 e 52 quindi leggete anche il 51 (vedo che molte persone lo saltano credendo che sia solo una revisione o perché non è arrivata la notifica)
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Non so quante volte ho scritto la parola disperato fra questo e lo scorso capitolo😂...

Levi
Le dita continuano a muoversi repentine sui tasti, tutto ció che voglio dargli, glielo sto dando attraverso questa melodia.
Questa melodia racchiude tutto me stesso, e io gliela sto donando.
Spero ti stia arrivando tutto questo...

Le note non sono sicure, le dita leggermente tremanti, non suono da diversi anni, eppure, in qualche modo, le dita sembrano ricordarsi questa dolce melodia.
Forse grazie al mio forte desiderio di fargli capire tutto, o forse grazie al suo sguardo puntato sul mio, che mi sprona ad andare avanti senza fermarmi.

E continuo a suonare, gli occhi chiusi.
Le emozioni trasmesse dalla punta delle dita, al pianoforte, che le esprime in note, in suoni.
E poi, mi blocco.

Apro gli occhi con lentezza e alzo le mani dai tasti.
Non mi giro a guardare Eren, rimango ancora qualche secondo a fissare il pianoforte, ringraziandolo di avermi dato modo di trasmettere ad Eren quel qualcosa che cercavo disperatamente di fargli capire.

Dopo un forte sospiro mi giro, e vedo Eren, in piedi, dietro di me.
Le lacrime scendere ancora copiose sul suo volto, ma i singhiozzi bloccati.
Un pianto silenzioso, lo sguardo distrutto.
<<Ti è arrivato?>> vorrei domandargli, ma il suo sguardo sembra esprimere più di quanto una sua ipotetica risposta possa fare.
Si avvicina lentamente e mi prende una mano, io ancora seduto sullo sgabello nero.
Accarezza la mia pelle bianca, e fissa il suo sguardo sui cerchi immaginari che traccia con le sue dita.
Il silenzio domina impetuoso il grande salone.

Il mio sguardo non si stacca dai suoi lineamenti ed il mio cuore sembra farsi più leggero nel momento in cui, all'improvviso, si butta fra le mie braccia.
Lo stringo forte, e me ne frego di quanto tutto questo possa essere sbagliato, perché, probabilmente, amarlo è stata la cosa più giusta che abbia mai fatto in tutta la mia vita.

Le sue lacrime non sembrano fermarsi ed io, finalmente, sento la voce salirmi in gola.
<<Scusa...>> sussurro nel suo orecchio, accarezzandogli lentamente i capelli castani, in un gesto che trapela solo dolcezza e dispiacere.

Rimaniamo abbracciati per tanto di quel tempo.
Siamo solo due ragazzi, uno stretto all'altro, o meglio, due umani.
Due umani, che si scambiano in questo semplice gesto tutte le loro emozioni.
<<Ti amo, ti amo, ti amo>> sussurro ancora nel suo orecchio, e sento la sua presa stringersi ancora di più.

Quando le sue braccia si sciolgono, lasciando la presa sul mio busto, prende a fissarmi intensamente negli occhi, in un silenzio struggente, ma al contempo leggero.
I suoi occhi lucidi, di quel colore che tanto amo, sembrano scavarmi dentro, ma io non lo fermo.
Voglio che veda ció che sento.
<<Levi...>> sussurra, e nel momento in cui le sue labbra prendono a muoversi, il desiderio di sfiorarle in un delicato bacio non tarda ad arrivare.
E lui sembra volere lo stesso, perché conclude la frase con un leggero: <<...baciami>>.

E a quel punto mi fiondo sulle sue labbra, in uno scatto violento, bisognoso, disperato.
Il desiderio di riassaporarle nella loro consistenza, nel loro dolce sapore.
Il desiderio di sentirlo di nuovo tanto vicino.
Lo amo da morire...

Un gemito strozzato esce dalle sue labbra, e, a quel suo dolce suono, non posso fare a meno di approfondire il bacio.

Gli mordo le labbra perché ormai baciarle non è più abbastanza.

Solo baci, baci sul suo labbro inferiore, leggeri morsi, i nostri respiri connessi.
Nessuno di noi due cerca un contatto più intimo.
Ci limitiamo a perderci l'uno nelle labbra dell'altro, e ad assaporarci come se fosse la prima ma, al contempo, l'ultima volta.

My butler | ERERI/RIRENDove le storie prendono vita. Scoprilo ora