•Capitolo 9•

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Ero così scioccata che faticavo a dire qualsiasi cosa. L'idea di avere Andrew alla mia stessa lezione di scrittura creativa mi gettava nel panico. Non potevo condividere i momenti più tristi e felici della mia vita con lui, tutti quei pensieri e quelle emozioni che sfogavo attraverso la scrittura. Era stato difficile farlo con il resto dei miei compagni di classe, persone che inizialmente non conoscevo nemmeno e con cui avevo instaurato un bel rapporto di amicizia e comprensione sin dalla prima volta in cui ci avevo messo piede. Ma espormi con qualcuno che mi conosceva, che voleva a tutti i costi trasformarmi nella sua finta ragazza..Era tutta un'altra cosa. Forse per lui non significava niente, ma per me non era lo stesso. Mi sentivo come un uccellino che era riuscito a creare il proprio nido con tanta fatica e a cui all'improvviso quel nido sarebbe stato spazzato via. Andrew era una delle ultime persone con cui volevo condividere i miei pensieri più intimi e profondi. E se mi avesse presa in giro? Lui usciva con un sacco di ragazze cheerleader, andava alle feste e...Era Andrew Sullivan. Io ero io e per quanto confidasse in me, non mi conosceva. Non mi piacevano le feste, adoravo leggere e stavo bene così. Per la prima volta mi chiesi cosa avrebbe pensato di me se io non gli servissi per aiutare la sua famiglia. Non mi avrebbe nemmeno mai rivolto la parola. Mi si strinse improvvisamente lo stomaco a quel pensiero e alzando lo sguardo lo vidi chiacchierare con Cami, che fino a quel momento non mi ero resa conto si fosse spostata. Non era più affianco a me, ma affianco ad Andrew. Non ero sicura di quali fossero le sue intenzioni, ma doveva avere in mente qualche subdolo piano per fare finire Andrew in presidenza. Stava gesticolando con entusiasmo raccontandogli della partita di basket che aveva guardato la sera prima e con quel discorso sembrava avere catturato completamente tutta l'attenzione di Andrew, perché era voltato verso di lei. Riuscivo a vederne soltanto i capelli neri e folti, arricciarsi all'altezza delle orecchie. Continuai a fissargli la nuca mentre mi rendevo veramente conto che non lo volevo in quel corso. Ero terrorizzata al solo pensiero. I ragazzi come lui non potevano che prendere in giro le ragazze come me. Una vocina nel profondo della mia mente mi ricordò che Andrew si era mostrato gentile, quasi un amico nei miei confronti e mi aveva stupita molto. Ma la vocina restava troppo silenziosa rispetto al turbinare continuo dei miei pensieri.

E se lo avesse fatto? Magari non oggi, ma un giorno...Quando non avrebbe più avuto bisogno di me, quando si sarebbe davvero reso conto che non volevo e non potevo essergli di aiuto. Con un gran groppo in gola, nascosi le mani tremanti sotto il tavolo, cercando di mantenere la calma. Mi succedeva sempre e lo odiavo. Quando mi sentivo molto agitata le mani prendevano a tremarmi senza controllo. Forse, però se mi avesse vista in questo momento avrebbe cambiato idea sul volermi al suo fianco. Non sapevo poi controllarmi così bene come pensava.

"Kim, va tutto bene?" Sobbalzai al sentire la voce famigliare e calma di Savannah così vicina. Non era più di fronte a me, ma occupava il posto di Cami alla mia destra. Sembrava preoccupata.

"Io..."

"No." Mi interruppe prendendomi le mani tra le sue e stringendole in modo da fermarne il tremolio."Conosco quello sguardo, tu non stai bene. Cosa c'è che non va?" Parlò sottovoce, in modo che nessuno potesse sentirla. Come avrei potuto spiegarle il motivo del mio crescente imbarazzo se nemmeno io sapevo spiegarmene totalmente la ragione? A volte pensavo troppo e il pensare troppo mi portava in brutte direzioni. Anche solo l'idea di leggere qualcosa di personale davanti a Andrew mi faceva venire voglia di buttarmi da una finestra.

"Non è niente di grave, io..." Cercai di rassicurarla."Vieni con me un momento?"

"Quante belle fanciulle." La mia attenzione fu catturata dal ragazzo alto e muscoloso che ci passò davanti. Solo un attimo più tardi mi resi conto che si trattava di Roy. Savannah aumentò la stretta sulle mie mani e quando notò Roy le brillarono gli occhi.

The bad boy's deal Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora