Alla fine dell'ultima ora, stavo uscendo dalla classe, quando mi ritrovai di fronte una figura imponente che mi bloccava il passaggio.
Sussultai, portandomi una mano sul cuore."Andrew, questa è la seconda volta che spunti all'improvviso. Cosa sei un fungo?"
"Non farmi ricordare la prima." Disse, appoggiandosi in tutta calma allo stipite della porta."Se ti piacciono i funghi, potremmo fingere che..."
"Smettila."Sbuffai, tentando disperatamente di nascondere la risata che rischiava di emergere. Non potevo dargliele tutte vinte. Soprattutto non dopo quel quasi-bacio."Che fine hai fatto prima? Sei sparito."
"Non sono sparito." Si accigliò, lasciando passare una ragazza che gli rivolse l'occhiolino."Non ne avrei le capacità, Kimmy. Mi sono solo allontanato e ti ho detto che me ne andavo, ma tu non mi avrai sentito."
Stava mentendo. Me lo sentivo nelle ossa.
Lui non la degnò di un solo sguardo. Continuava a fissarmi, però."Vedi? Qualcuno sa apprezzarmi." E mi rivolse un sorrisetto.
"Vedo." Risposi, fingendo indifferenza. In realtà, non sopportavo quando faceva l'arrogante. Feci per passargli accanto, ma Andrew si spostò abilmente bloccandomi di nuovo la mia via d'uscita. Non la smetteva di fissarmi e sorridere. Ero tesa come una corda di violino. L'immagine di lui che avvicinava le labbra alle mie per baciarmi e poi d'un tratto si allontanava, continuava a tormentarmi. E poi voleva davvero farmi credere che questa mattina non se la fosse presa? Perché, invece era evidente che se la fosse presa eccome. Mi stava mentendo e dovevo ammettere che era bravo, ma questa volta non ci sarebbe riuscito. Col cavolo.
"Ti ricordi del patto che abbiamo stretto?" Chinò il viso, quel tanto che bastava perché potessi sentirlo soltanto io."Pensavo che oggi potremmo andare a fare una passeggiata insieme."
"Oggi ho da fare." Risposi, approfittando della sorpresa nel suo sguardo per superarlo e dirigermi verso l'uscita. Accidenti. Prima sarei dovuta passare dal mio armadietto.
Mi sentii afferrare per il braccio, quindi mi fermai nel bel mezzo del corridoio, attirando l'attenzione di tutti i presenti.
"Andiamo, sono sicuro che riuscirai a trovare un po' di tempo."Insistette, prendendomi la mano."Se lo farai ti perdonerò per avermi confrontato a Finch. E non ti concederò più un'altra occasione simile."
"E mi dirai perché sei sparito stamattina." Rilanciai sorridendo."In questo caso accetto."
Non sapevo neanche io cosa avessi appena accettato. Ma ultimamente accadeva spesso.
"D'accordo." Si strinse nelle spalle e mi lasciò la mano. Mi prese i libri, forse vedendo che stavano per cadermi di mano e mi fece strada lungo il corridoio affollato."Perché mi sono allontanato? Non mi piaceva essere confrontato ad un cazzone idiota con il nome simile a quello di un cane." Si girò a guardarmi di sbieco.
Quindi, avevo ragione. Sorrisi, vittoriosa. Andrew aveva appena ammesso che se l'era presa. Aveva appena confessato un suo stato d'animo e potevo scommettere che non lo facesse spesso.
"Kimberly, non trattenere la tua gioia. Figurati. Sorridi pure." Disse Andrew, sarcastico.
Non riuscii proprio a trattenermi e scoppiai in una fragorosa risata."Scusa." Dissi, prima di scoppiare a ridere di nuovo. Andrew mi lanciò uno sguardo strano. Stava cercando di fingersi infastidito, ma il suo sorriso lo tradì.
Cercai di tornare in me e presi un respiro profondo mentre cercavo di stargli dietro."È solo che mi hai appena confessato di essere arrabbiato e non te lo sei tenuto solo per te, quindi stai facendo grandi passi avanti."
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The bad boy's deal
Ficção AdolescenteAndrew Sullivan all'apparenza ha tutto ciò che un ragazzo di diciotto anni potrebbe mai desiderare. La sua vita è perfetta. Il suo sguardo cristallino sa attirare le ragazze come miele per le api. Ha degli amici fantastici che farebbero qualsiasi co...