•Capitolo 23•

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Furono le prime luci dell'alba a svegliarmi. Grugnii infastidita, tirandomi le lenzuola fin sopra la testa nel tentativo di riprendere sonno. La sera precedente dovevo avere dimenticato di chiudere le tapparelle. Sospirando pesantemente, mi rigirai nel letto un paio di volte. Inutile, di riprendere sonno neanche a parlarne.
Ero quasi sicura di avere sognato Andrew. Un pensiero si annidò nel retro della mia mente ancora annebbiata dalla stanchezza. Un momento. Dovevo parlargli. Questo pomeriggio sarei uscita con Bryan e non ne avevo ancora parlato con Andrew.

Santo cielo.

Decisi di rimanere a letto ancora un po', cercando di trovare una soluzione che avrebbe risolto tutto quanto. Ero a corto di idee. Sbuffando sonoramente, mi scostai le coperte di dosso e mi girai di schiena fissando il soffitto di camera mia come se contenesse tutte le risposte di cui avevo disperatamente bisogno. Ad un certo punto considerai l'idea di annullare l'uscita con Bryan e magari rimandarla ad un'altra volta, quando Andrew si sarebbe reso finalmente conto di come stavano le cose. Si sarebbe rassegnato, avrebbe scelto un'altra ragazza più simile a Samantha o a Zoe e io sarei uscita con Bryan senza avere sensi di colpa. Senza preoccuparmi di quale sarebbe potuta essere la reazione dell'insistente ragazzo dagli occhi di cristallo. Il problema era che se annullavo l'uscita con Bryan, non ero sicura me lo avrebbe chiesto di nuovo. Aspettavo questo giorno da tempo, quindi sarei stata una stupida a non uscirci. Se un'altra fosse stata al mio posto, forse avrebbe lasciato che gli eventi scorressero secondo la mano del destino. Lei sarebbe uscita con Bryan, avrebbe atteso che Andrew ne fosse venuto da solo a conoscenza e fine della storia. Andrew non provava niente per me, si trattava solo di finzione.

Invece...Io ero io, quindi come sempre mi ritrovavo incastrata in un mare di dubbi e incertezze. Se per certi versi affidarmi al destino era allettante e incredibilmente semplice, per altri non lo era affatto. Non era facile immaginare il suo sguardo abbattuto e colmo di tristezza. Sguardo che avrebbe sicuramente avuto non appena ne fosse venuto a conoscenza.

«Ehi, hai presente il ragazzo che praticamente odi? Bryan, esatto. Non posso essere la tua ragazza, neanche per finta. Questo pomeriggio ci uscirò perché ho una cotta da sempre per lui.»

Scossi la testa, esausta e mi tirai su dal letto. Che idea stupida. Mi strofinai gli occhi. L'idea di Andrew era stupida, perché come cavolo faceva a pensare che una come me potesse fare quello che lui si aspettava facessi? A causa sua adesso mi ritrovavo in questa situazione surreale, che sfiorava l'assurdo. Andrew la sera della festa aveva preso una decisone, ubriaco o meno che fosse. Aveva baciato Zoe e io ci ero passata sopra. Non era poi così grave dato che tra noi non c'era assolutamente niente. A malapena potevamo considerarci amici, ma non potevo più permettere che mi coinvolgesse.

Credevo che le cose si fossero sistemate. Ognuno per la sua strada. Invece, lui era venuto a casa mia e si era scusato. Mi aveva fatto trovare ciambella e pancakes, un frappé e...una rosa. E me l'aveva data davanti a tutti. Poi, mi aveva trascinata in pasticceria. Be', non proprio trascinata.

Combattuta, emisi un lamento e mi alzai. A passo pesante uscii da camera mia e scesi velocemente le scale, diretta in cucina. Non appena varcai la soglia, trovai mia sorella Maddison a tavola intenta a inzuppare deliziosi biscotti con scaglie di cioccolato nel latte. Aveva i capelli ricci sciolti in un caschetto che aveva insistito per farsi la settimana scorsa.

"Quanto hai dormito?" Sospirò esasperata, interpretando nostra madre. Lanciò un'occhiata all'orologio appeso alla parte che segnalava le dieci, inzuppando un biscotto con la mano grassoccia."È molto tardi."

The bad boy's deal Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora