•Capitolo 18•

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Cercai di sbrigarmi a cambiarmi, in modo che potessi essere vestita e pronta per uscire prima di tutti gli altri. In modo che non potessi incontrare Roy. Non sapevo se Jason gliene avesse già parlato, oppure se ancora non lo aveva fatto. Ma in ogni caso, volevo prendere precauzioni. E dovevo mantenermi lontana anche da Andrew, almeno per oggi. Dovevo dare il tempo necessario a Jason per parlargliene. Ero più che certa che se esisteva una persona in grado di tenere Andrew sotto controllo, quello era Jase.

Allora, perché avrebbero chiesto aiuto a te?

Scacciai quella voce fastidiosa dalla mia mente e mi concentrai sulla borsa che stavo cercando di riempire il più velocemente possibile, infilando i vestiti che avevo utilizzato per ginnastica. Dovevo assolutamente sbrigarmi ed entrare a scuola, prima che suonasse la campanella e gli studenti si riversassero fuori dalle classi come un gigantesco gregge. Dovevo inviare un messaggio a Savannah e dirle tutto. Anche perché non potevo pranzare a mensa, non oggi per lo meno. Chiusi la borsa e me la misi in spalla, avviandomi verso l'uscita. Avrei potuto pranzare nel bagno delle donne, anche se sarebbe stato davvero di cattivo gusto. Oppure..Potevo tornare a casa! Mi sarei preparata un panino al volo e poi sarei tornata a scuola. Mi bloccai, proprio di fronte alla porta. Questo pomeriggio avevo anche il corso di scrittura creativa con Andrew e di conseguenza lo avrei visto per forza. Oppure potevo saltarlo. Già avrei potuto farlo. Scossi la testa, decidendo che ci avrei pensato più tardi. Uscii dallo spogliatoio femminile con largo anticipo congratulandomi con me stessa per avere convinto la signora O'Connell di sentirmi poco bene. I miei occhi lucidi dovevano averla intenerita molto, data la velocità con cui mi aveva spedita a cambiarmi. Attraversai il corridoio buio a passo svelto, guardandomi continuamente intorno, come se potesse spuntare un orso e sbranarmi. Ma il corridoio era vuoto. Almeno fino a quando non svoltai l'angolo e vidi un'ombra scura in lontananza. Proprio di fronte alla porta che mi avrebbe portata nei corridoi della scuola. Sussultando, rallentai. Sentii il cuore attivarsi alla modalità turbo mentre cercavo di scorgere le sagome dello sconosciuto. Doveva trattarsi di un bidello. Mi avvicinai e notai quella figura fare lo stesso. Corrucciai la fronte, studiandone i contorni. No, quello non poteva essere un inserviente. Era una figura alta e massiccia. Quando mi avvicinai abbastanza da distinguerne i tratti andai nel panico e spalancai gli occhi.

"Oh, cavoli secchi."Sussurrai tra me e me, maledicendo la divinità degli appuntamenti andati male.

Riconobbi immediatamente la mascella volitiva, le braccia larghe quanto due tronchi d'albero. Braxton, adesso si stagliava proprio di fronte a me in tutta la sua stazza imponente. Indossava dei pantaloni mimetici, simili a quelli di un soldato e portava una medaglietta d'argento al collo.

Deglutii, chiedendomi cosa ci facesse qui."Braxton."Dissi, cercando di nascondere l'agitazione con un sorriso forzato. Continuavo a mantenere le distanze. Lanciai un'occhiata alle sue spalle, dove si trovava la porta che dovevo sbrigarmi ad attraversare. Dovevo farlo prima che suonasse la campanella.

Il ragazzone bruno mi rivolse un sorriso sghembo."Kimberly."Disse con la sua voce incredibilmente profonda, squadrandomi da capo a piedi. Mi irrigidii. Ero fiera di me stessa per avere deciso di indossare dei jeans lunghi questa mattina e anche per la mia maglietta a maniche lunghe. Tutto quello che avrebbe potuto intravedere era coperto.

Mi dispiace per te, ma resta solo la faccia.

"Dove stavi andando?"Chiese incrociando le braccia al petto e quando cercai di passargli accanto, me lo impedì bloccandomi la strada."Ho provato a chiamarti, ma diceva che il numero era inesistente."

Perché non avrei voluto dartelo."Devo...devo essermi sbagliata."Balbettai cercando di essere credibile. Mordicchiandomi il labbro, aggiunsi:"Ma non importa, tra qualche giorno cambierò numero."

The bad boy's deal Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora