•Capitolo 13•

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Il giorno seguente, a scuola ero considerata un'eroina. Venivo definita come la ragazza che aveva avuto il coraggio di sfidare il bullo della scuola, nonché Derek Lawrence. Un sacco di studenti che non conoscevo erano venuti a complimentarsi con me e a ringraziarmi per averlo fatto espellere. Non avevo idea di cosa pensassero a proposito di Andrew, ma per me l'unico vero eroe della situazione era stato proprio lui. Se non fosse intervenuto, probabilmente il livido che avevo sul braccio non sarebbe stato il solo. Non lo vedevo dal giorno prima, quando si era comportato in modo tanto strano e sinceramente non sapevo proprio che cosa aspettarmi. Ero impaziente di vederlo e parlargli, peccato che ancora non si fosse fatto vivo. Durante la notte non avevo dormito molto. Non avevo fatto altro che pensare alle svariate possibilità e motivi per i quali Roy ed Andrew erano scomparsi dal giorno prima. Magari Drew si era sentito male, forse gli aveva chiesto di non dirmelo. Questa era la più sensata, o per lo meno lo era per Savannah. Io, al contrario non ne avevo idea.
Mi ero appena seduta al mio posto nell'aula di spagnolo tra il chiacchiericcio degli altri studenti, quando un foglio bianco cadde dall'alto finendo svolazzando sul mio libro di testo. Completamente presa alla sprovvista, corrugai la fronte e alzai lo sguardo.

"Sono gli appunti di arte."

Questo non aveva assolutamente senso. Proprio in piedi di fronte a me c'era l'ultima persona che mi sarei aspettata potesse rivolgermi la parola oggi. Anzi, no. L'ultima persona che mi sarei aspettata potesse rivolgermi mai la parola, se non per prendersi gioco di me o insultarmi. Stavo parlando di Finn, che mi osservava dall'alto in basso senza traccia della sua solita aria da superiore. Notai con non poca sorpresa che oggi non portava gli occhiali e i suoi occhi azzurri non risultavano più così piccoli sotto le lenti spesse come negli ultimi anni. Lunghe ciglia chiare li incorniciavano.
I suoi capelli rossi erano scompigliati e alcune ciocche gli ricadevano sulla fronte e sulle orecchie donandogli un aspetto ribelle che non aveva mai avuto. Non c'era alcuna traccia del solito gel che si ostinava a mettere. Questo non era il Finn degli ultimi quattro anni. Accigliandomi sempre di più, abbassai lo sguardo sulla maglietta rossa a maniche corte che indossava. Dov'erano finiti i suoi maglioni? Le sue camicie? D'accordo, incominciavo ad essere veramente sconvolta. Era così...diverso. Per un momento mi chiesi se non avesse un gemello diverso di cui non conoscevo l'esistenza. Ma conoscevo Finn e non potevo aspettarmi niente di buono. Abbassai lo sguardo e riconobbi la sua scrittura. Sembravano davvero gli appunti di arte, ma perché li stava dando a me?

Schiarendomi la voce, mi misi in guardia."Perché me li hai dati?" Chiesi fissandolo negli occhi di un azzurro limpido. Non sembrava sul piede di guerra come al solito, ma meglio essere prudenti.

Vidi un leggero rossore formarsi sulle sue guance e ricoprire le sue lentiggini."Ieri avevi saltato l'ora di arte, quindi pensavo che potessero servirti."

Battei le palpebre, sotto shock."Finn, sicuro di sentirti bene?" Tutto questo non era da lui.

Si irrigidì da capo a piedi e allungò la mano per riprendersi il suo foglio."Sto benissimo, evidentemente ho pensato male."

"No, aspetta!" Mi affrettai a dire appoggiando la mano sul foglio, per impedirgli di riprenderselo. Mi guardò perplesso.

"Intendevo dire che è strano che tu lo faccia, ma grazie per averlo fatto."Continuai sorridendo. Non volevo che cambiasse idea. Finalmente si dimostrava non solo civile con me, ma anche amichevole. Non potevo perdere quest'occasione. Era come se tutti i miei sforzi per capire il motivo per cui ce l'avesse tanto con me e i tentativi di fargli abbassare l'ascia di guerra finalmente fossero serviti a qualcosa.

Lui esitò un momento guardandomi con sospetto, senza allontanare la mano dal foglio. Alla fine, però sembrò capire che ero sincera e mollò definitivamente la presa.

The bad boy's deal Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora