•Capitolo 22•

59.6K 2.4K 1.6K
                                    

Parte prima.

Il resto della giornata proseguí tranquillamente e ne fui felice. Andrew non si presentò alla lezione di arte che avevamo in comune. Lo trovai strano, mi aspettavo che partecipasse e cercasse nuovamente di dissuadermi. Avevo incontrato Emma all'uscita. Quando mi aveva fermata per chiedermi se sapessi qualcosa dei suoi occhiali, o meglio, di chi glieli avesse riportati, le avevo confessato che sospettavo fosse stato Andrew. Era al settimo cielo e vederla tanto entusiasta mi aveva messa di buon umore. Questo era quello che continuavo a ripetermi. Questo e che Bryan mi avesse chiesto di uscire. Andrew non c'entrava proprio niente. E neanche la bellissima rosa rossa che mi aveva portato. Assolutamente no.

«Certo che no» mi ripetei.

Forse, ma solo forse si trattava del semplice fatto che non avevo mai ricevuto questo genere di attenzioni prima. Nessun ragazzo mi aveva mai portato una rosa. Sicuramente non perché gli piacessi e in effetti io a Andrew non piacevo. Lo stava facendo solo per dimostrarmi qualcosa, come il fatto che fosse un ragazzo affidabile e premuroso in fondo. Magari che avrebbe potuto fingere meglio. D'accordo, era stato particolarmente gentile nei miei confronti stavolta, ma questo non significava niente. Non cambiava il fatto che fossi la persona meno adatta su questo pianeta per diventare la sua ragazza. Stavo calpestando la ghiaia del marciapiede, diretta verso casa mia con il vento gelido che continuava a sferzarmi il viso. Mi strinsi nella mia giacca, fin troppo leggera per le temperature che sembravano essersi improvvisamente abbassate qui a Chicago. Grosse nuvole scure avevano oscurato ormai del tutto il sole. Savannah, che di solito percorreva con me il tragitto da casa a scuola, adesso si trovava a casa di Charlie, quindi mi toccava farmi tutta la strada da sola. Rabbrividii quando un'altra folata di vento mi travolse e strizzai gli occhi, che si erano inumiditi. Che cavolo, stavo congelando. Con le mani infilate nelle tasche e la testa bassa attraversai la strada e svoltai l'angolo. Mi trovavo a pochi isolati da casa mia. Uscita da scuola, avevo deciso di passare in biblioteca per prendere qualche libro, necessario per una ricerca di storia che ci avevano chiesto di fare per la settimana prossima. Di certo non pensavo che il tempo sarebbe peggiorato così tanto una volta uscita. Doveva avere piovuto durante le ore che avevo trascorso lì dentro. Il terreno era ancora bagnato. Sbuffai interiormente. Evitai di pochissimo una chiazza scura di quello che a una prima occhiata sembrava gelato spiaccicato sul terreno. Balzai giù dal marciapiede.

Per poco non rischiai di essere investita da un suv nero e lucido, molto grosso, che mi sfrecciò accanto ad alta velocità. Con il cuore in gola tornai immediatamente sul marciapiede. Mentre i miei battiti cardiaci mi risuonavano nelle orecchie e cercavo di riprendermi dallo spavento, il pick-up frenò bruscamente. Oddio. Immobile, osservai il finestrino scuro dal lato del passeggero abbassarsi. Immediatamente venni colta dal panico. Se si fosse trattato di uno stupratore che voleva rapirmi? O peggio, un serial killer? A dire il vero, non sapevo cosa fosse peggio. La mamma me lo diceva sempre che non sarei dovuta passare da queste strade poco frequentate. Ma non era buio, non ancora almeno. Il cielo era abbastanza scuro a causa del brutto tempo. Mi guardai rapidamente intorno e notai che questa strada era praticamente deserta. Non c'era traccia di abitazioni, se non per la casa disabitata da anni.
La brutta piega che stavano prendendo i miei pensieri si interruppe, non appena il vetro si abbassò totalmente. Non riuscivo a credere ai miei occhi. Per caso stavo avendo delle allucinazioni? Oppure mi ero addormentata in libreria e adesso stavo solo sognando? Nessun serial killer. Neanche uno stupratore.

Andrew mi sorrideva dal posto del guidatore, le braccia incrociate sul volante in pelle nero. Ma non sembrava divertito. Le sue labbra carnose erano piegate in un sorriso tirato, come se si stesse solo sforzando di farlo. Indossava una felpa grigia mezza bagnata con il cappuccio tirato sulla testa, da cui si intravedevano i riccioli scuri e umidi. Come se fosse rimasto sotto la pioggia per molto tempo. La cerniera era aperta sul petto, abbastanza perché ne vedessi la pelle nuda e abbronzata. Mi resi conto che la felpa doveva essere l'unico indumento che aveva indosso. Insieme a un paio di bermuda al ginocchio. Ma dovevo smettere di guardarlo come ero certa lo stavo guardando.

The bad boy's deal Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora