Capitolo 3

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Sorseggiai il mio caffè mentre guardavo dell'e-mail sull'iPhone.

"Già sveglia a quest'ora?" Mi domandò mio padre vestito con il suo completo firmato e cravatta inamidata.

"Si, devo fare visita alla cliente del mio forse nuovo caso. È a qualche ora di qua.." gli spiegai tranquillamente finendo il caffè.

Lui corrugò la fronte sistemandosi la cravatta "una americana che con tutti gli avvocati di Miami compreso me e gli studi legali compreso il mio, vuole espressamente una avvocatessa di Liverpool? Al quanto strano ma anche grandioso, non pensi?" Disse lui stranito e accennando un sorriso.

Ci pensai per la prima volta solo ora, era al quanto strano e forse era solo un caso, infondo lo studio in cui lavoravo era molto conosciuto ed in più mi ero fatta anche un nome grazie alcune cause.

"Non ci pensare troppo tesoro e non ammazzarti troppo di lavoro come il sottoscritto, ti fa venire prima le rughe.. aspetta" Disse lui avvicinandosi e assottigliando gli occhi " ne hai alcune proprio qui" fece per toccare il mio viso, ed io facendo una smorfia gliela scansai via, misi la tazza sul ripiano e gli risposi " si come no.. buon lavoro anche a te" .

"Grazie anche a te.. ci vediamo più tardi" Disse lui poco prima di andarsene via.

Quando fu uscito andai verso l'atrio e salì le scale andando verso camera mia, presi il trench beige e la borsa e poco prima di uscire da camera mi avvicinai verso lo specchio per farmi una controllata, guardai il viso e sorrisi per esser cascata allo scherzo di papà, fortunatamente anche dopo lo stress e tutto ero felice di essere pur sempre in forma e con il mio solito aspetto che avevo al liceo anche se più maturo e cresciuto.

*****
Guardai l'indirizzo sulla lettera e lo inserì sul navigatore dell'iPhone.
Avevo avuto modo di parlare con la donna in questione e mi aveva ringraziato per esser venuta a Miami per vederla e sentire del suo caso, era disponibile a ricevermi a casa sua.

Con l'auto che avevo preso in prestito nel garage di mio padre, ero rimasta delusa di non aver più trovato la mia bellissima vecchia auto del liceo..  comunque sia anche il Range rover bianco non mi dispiaceva.

****
Dopo quasi due ore e mezza ero arrivata a Vero Beach.

Parcheggiai davanti alla casa dove diceva l'indirizzo della sua casa, che era molto bella da fuori e poi dava sulla spiaggia.

Era veramente un bel posto..

Camminai con la borsa in mano verso la porta e suonai il campanello.

Dopo qualche istante la porta si aprì e una donna bionda mi sorrise.

Sorrisi leggermente di rimando mantenendomi comunque seria e professionale.

"Salve deve essere Christine Williams" mi disse gentilmente guardandomi attentamente.

"Piacere di conoscerla Lauren Turner." Risposi sicura allungando la mano.

Lei me la strinse e subito dopo mi fece entrare in casa sua.

Mi guardai attorno ed era veramente carina anche all'interno.

Sbadata come ero inciampai goffamente su un borsone nero enorme.

"Mi scusi.. il mio ragazzo lo lascia quasi sempre qui." Disse Lauren prendendo imbarazzata il borsone e spostandolo da un'altra parte.

"Prego.. intanto si accomodi pure nella sala." Disse lei poco prima di sparire in una stanza.

Io mi incamminai cortesemente verso la sala e mi accomodai sul divano appoggiando la borsetta affianco ai piedi, poco dopo Lauren ritornò e disse " ho preparato del caffè e del the, quale desidera lei?" Mi domandò gentilmente.

"Vorrei del the, grazie..." le dissi sorridendo.

Lei annuì e andò verso la cucina, mentre io tiravo fuori dei fogli dalla borsetta, lei intanto mi versava del the caldo in una delle tazzine che vi erano.

"Ho avuto modo di leggere la sua lettera che mandato presso lo studio in Inghilterra in cui lavoro, e nonostante la sorpresa le volevo chiedere di parlarmi in maniera chiara e più definita della sua situazione.." le spiegai cortesemente e attentamente prendo la tazzina di the e bevendone un sorso.

Lei annuì attentamente guardandomi e rispose " si.. preferisco darti del tu, visto che secondo me siamo coetanee, sempre se per te va bene." Incominciò a dire lei un po' insicura.

Io annuì tranquillamente e aspettai che lei continuasse "C'è un motivo se ti ho voluto contattare e non è per via del mio caso, che sinceramente non è vero, cioè lo è però la sentenza c'è già stata e si è risolto già tutto, comunque può sembrare strano e solo ora mi accorgo di quanto stupida ed impulsiva sono stata a cercarti e a farti venire fino qua.." tergiversò pensierosa.

Io confusa e perplessa non stavo più capendo niente finché non smisi di ascoltarla e mi persi un istante dopo in qualcosa dietro di lei. Una foto.

"Sei la sua fidanzata." Dissi semplicemente con tono freddo ancora prima che lei potesse precedermi.

Mi guardò quasi spiazzata e annuì.

Era uno scherzo? Cosa voleva da me lei?

"Per quale motivo mi hai cercata?" Le domandai mettendo i fogli nella borsa e chiudendola, riportai il mio sguardo serio e un po' diffidente su di lei.

"Avevo bisogno di vedere chi era la famosa Christine Williams di persona. Ti sembrerà stupido ma non mi sono mai data pace, Kelly e Josh hanno sempre parlato di te o meglio parlano sempre di te." Disse lei accennando un sorriso triste e guardandomi con ovvietà.

Se una pugnalata faceva male questo che stavo sentendo io allora cosa era?

"Ora che mi hai vista penso che sia meglio che mene vada.." le dissi alzandomi velocemente e prendendo la borsa.

"Scusami.. ma dovevo.." fece per dire "tranquilla.." risposi semplicemente.

"Christine?" Disse poco prima che uscissi dalla porta.

Mi fermai dandole le spalle. Cazzo questo era troppo da sopportare.

"Sarai sempre nel suo cuore, incondizionatamente che ci sia anche io" Disse lei con un sentimento che non decifravo.

Rimasi lì impalata qualche secondo e poi mi imposi di muovere i piedi e camminai velocemente verso il Range rover salendovi sopra e mettendo in moto.

Sgommai via e me ne andai da quel posto. Non potevo credere a quello che avevo sopportato fino a poco fa.

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