Camila si recava, come ogni altro giorno, a scuola. Avrebbe potuto usare l'autobus di linea, ma lei affermava che le piacesse percorrere a piedi il tragitto casa-scuola.Dinah, la sua migliore amica, l'aspettava di fronte all'edificio come sempre. In realtà, la polinesiana, era l'unica amica che aveva all'interno dell'istituto.
Camila non era mai stata ben apprezzata. Inizialmente si era fatta detestare per gli ottimi voti che raggiungeva. Poi, quando i suoi compagni avevano capito che poteva essere utilizzata come risorsa, non si erano fatti tanti scrupoli a subissarla anche con i loro compiti. Per un po' era andata avanti, era un "gioco" nel quale vincevano tutti: gli alunni conseguivano ottimi risultati, mentre Camila veniva integrata nella classe. A lei stava bene, purché di non sentirsi emarginata... Poi il preside aveva scoperto il loro sotterfugio e di conseguenza ne avevano pagate le azioni tutti coloro coinvolti, eccetto Camila, alla quale era stata fatta solo una raccomandazione di non farsi raggirare più.
Ovviamente i compagni avevano attributo a lei la colpa della loro punizione. Il giorno seguente non era stata più invisibile come un tempo, ma era divenuta lo zimbello di tutto il liceo.Quanto avrebbe voluto riavvolgere il tempo e tornare ad essere la ragazza che nessuno notava, quella che quando passava per i corridoi nessuno si interessava ad alzare la testa. Era come se non fosse nemmeno lì, un'ombra a cui nessuno faceva riferimento.
Aveva voluto cambiare quella condizione ed ora se ne pentiva amaramente. Non c'era giorno in cui non desiderasse di tornare ad essere il fantasma che aleggiava indisturbato nella scuola. Ma una volta commesso un errore, al liceo ne paghi le conseguenze fino alla fine. Non c'è nessun pulsante che deteriori il tempo, nessuna clemenza da parte di coloro che si sollazzano con il nuovo zimbello.«Buongiorno, Mila.» La salutò calorosamente Dinah, porgendole un cornetto che aveva acquistato al bar.
Lei era davvero sua amica, ma perché loro due si conoscevano da sempre, fin dall'infanzia. Camila si era chiesta spesso se avesse potuto contare sull'appoggio della polinesiana se non l'avesse incontrata dieci anni prima, ma bensì al liceo. Forse sarebbe stata un'altra di quelli che si divertivano a deriderla. Ma non voleva pensarci, era grata di poter contare sul sostegno di qualcuno... Questo le bastava: il non sapersi completamente sola.
«Ancora quel diario, eh?» Domandò retoricamente Dinah, indicando, con un cenno del capo, l'oggetto stretto al petto di Camila.
La cubana abbassò lo sguardo sulle pagine rilegate con una copertina rossa, dura e smerigliata. Accennò ad un flebile sorriso e sollevò le spalle, minimizzando l'importanza di quel diario. Sembrerà banale, forse anche un po' patetico, ma per Camila l'inchiostro era l'unico modo valido per esprimere ciò che le parole non riuscivano a dire. Lì dentro c'era tutto ciò che custodiva nei recessi della sua coscienza. Insulti, dichiarazioni, appunti, descrizioni delle sue giornate, sensazioni, ricordi, scene immaginarie che si animavano sulla carta... Forse era banale, ma scrivere era il suo modo per sentirsi viva in un Mondo in un cui non aveva mai avuto il privilegio di esserlo.
«Vorrei tanto sapere che cosa ci scrivi. Penso che un giorno mi intrufolerò nella tua stanza e te lo sottrarrò di nascosto.» Scherzò Dinah, punzecchiandole i fianchi con le dita, in maniera amichevole.
Camila, che soffriva tremendamente il solletico, si contorse anche sotto il tocco effimero dell'amica, ridendo. Fece un passo indietro, proteggendosi dall'attacco infertole da Dinah.
«Ehi, perché non pranzi con me oggi?» Le propose gentilmente Dinah, reclinando la testa per intercettare lo sguardo di Camila che vi era poggiato sul suolo arenoso.
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She Loves Her
Fanfiction17/12/2017 #12 in fanfiction 27/12/2016 #4 in fanfiction 02/01/2018 #7 in fanfiction Camila è innamorata di Lauren da tre anni, ma Lauren è fidanzata con Lucy. Camila, non potendo esternare i suoi sentimenti a causa di un'innata timidezza, scrive q...