Capitolo quarantuno

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Mi scuso in anticipo se ci sono errori. Ci tenevo a pubblicare, ma sono impossibilitata a riguardarlo adesso. Buona lettura 🙌🏻

«Un mese.» Sibilò Camila a denti stretti, stringendo i pugni sopra al tavolo.

«Calma, leone!» Scherzò Dinah, alzando le mani a testimonianza della sua innocenza.

Camila affondò il viso nelle mani, sentì le guance accaldarsi sferzate dall'alito caldo. Era sull'orlo dell'esasperazione. Lei e Lauren continuavano a vedersi saltuariamente, a casa di una delle due, di nascosto perché la corvina non si era ancora decisa a confessare la verità a Lucy.

«Dalle qualche giorno e vedrai che ne parlerà con Lucy.» La rassicurò Dinah, disponendo la questione in maniera semplice.

Camila la fulminò con lo sguardo, emulando il gesto fatto da Lauren, un mese prima, nella camera da letto. Il pollice e l'indice misuravano una stretta fessura, che Camila rimirò con la mascella serrata e gli occhi ignivomi.

«Ok, lo so.» Sospirò Dinah, reduce di innumerevoli conversazioni che riproponevano quel gesto come accusa indelebile nei confronti di Lauren.

Le afferrò la mano nella sua, percependo i muscoli contratti, confacenti alla faccia tesa.
La guardò senza dire niente, si limitò a inclinare la testa un po' di lato e innalzare un angolo della bocca, consolandola con quell'aria fraterna che la rabboniva più delle parole in se.

Le spalle di Camila cedettero, rilassandosi, spirò un sospiro esausto e scosse flebilmente la testa «Io non ce la faccio più.» Ammise sconfortata.

Quando erano una coppia effettiva, vedere Lauren baciare Lucy era un rituale al quale aveva dovuto assuefarsi, ma ora che Lauren aveva una relazione con lei, vedere ancora quei baci le provocava la nausea, sprigionava la rabbia e la cospargeva di delusione. Le prime due settimane si era adeguata, capendo le necessità della corvina, capendo la delicatezza della situazione, ma poi la promessa si era protratta. Il tempo stringeva un cappio alla sua gola, si era ritrovata a salmodiare verso di esso, sperando che l'ascoltasse. Era diventata una situazione invivibile.

Camila e Lauren ne avevano parlato, anzi più che altro discusso. La prima cercava in tutti i modi di essere accomodante, di lasciare che la situazione le sdrucciolasse addosso, ma ogni mattina che si imbatteva in quel bacio, seppur casto e distaccato, le si rivoltava lo stomaco.

Come poteva Lauren baciare Lucy, quando la sera prima l'aveva spesa con Camila?

No, era inconcepibile.

Aveva aspettato fin troppo, ora non ammetteva più di essere messa da parte e assistere al teatrino inscenato da Lauren. Per una volta voleva essere lei il perno dell'attenzione, ma non degli occhi altrui, di quelli di una sola persona. Voleva poter camminare per i corridoi senza la paura di dover compassare i suoi desideri, perché avrebbe potuto mettere a repentaglio il loro segreto. Che segreto, poi! Che si volevano, che stavano insieme, che erano innamorate, quale fra questi era il più sdegnoso? Nessuno. Ciò che avevano era reale, puro, attecchito. Lauren doveva smetterla di seviziarlo, di irriderlo e di estrometterlo come se niente fosse. Camila lo aveva accettato fin quando era stata consapevole di non essere ricambiata, ma quello era qualcosa di peggiore del non essere reciprocata. Essere beffeggiata.
Si stava beffeggiando del loro sentimento, così, con superficialità!

«Oggi le parlo e mi faccio intendere.» Concretizzò Camila, puntellando l'indice nel tavolo di legno dove erano sedute.

«Cerca solo di non pressarla, Mila.» Suggerì la polinesiana, suscitando la confusione da parte dell'amica che aveva perduto di vista la posizione di Dinah.

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