«Si signore.» Annuì ieratica, congiungendo le mani in grembo.«Quando è successo?» Domandò, mentre la sua penna scriveva lenta sul foglio e la montatura degli occhiali pencolava sulla punta del naso.
«Ieri mattina.» Rispose prontamente, allungando il collo e spingendo leggermente il mento in alto per mettere in evidenza il livido violaceo che le sfigurava la faccia.
L'uomo alzò per un secondo lo sguardo per esaminare i danni, annuì flebilmente e riassestò le lenti al posto giusto, curvandosi nuovamente per compilare la descrizione fornita dalla ragazza.
«E l'ha colpita senza motivo?» Si accertò ancora una volta, garantendosi uno sbuffo annoiato da parte di Lucy che odiava doversi ripetere.
«Si signore.» Ammise, serrando la mascella quando il preside le rivolse un'occhiata pregna di scetticismo.
L'uomo dovette accorgersi del fastidio provato dalla ragazza perché si affrettò a rendere chiara la sua posizione neutrale, adducendo, però «Trovo solo strano che una studentessa modello come Camila le abbia inferto un colpo senza un perché.»
Lucy inspirò profondamente, tenne a bada i nervi, sapendo che una scenata irosa avrebbe giocato a suo svantaggio e adottò un temperamento bonario, quasi succube degli atti incoscienti della cubana.
«Non so che dirle, signore. Anch'io sono rimasta sconvolta da questa sua uscita, ma se non mi crede due mie amiche erano presenti durante l'accaduto, potrebbero dichiararle le identiche cose che le ho spiegato io oggi.» Alla sua recita aggiunse un tocco drammatico, sfiorandosi appena il punto contuso e contraendo la faccia in un'espressione dolente che non lasciò al preside altra scelta se non svolgere il suo dovere.
«Prenderò presto provvedimenti.» Poi la congedò e la ringraziò per l'avvertimento, ricordandole che quella era una scuola in cui le regole erano uguali per tutti.
*****
Camila era seduta in biblioteca, a consumare il suo sandwich quotidiano e ripassare biologia. Non aveva raccontato a nessuno, neanche a Dinah, cosa le era successo il giorno antecedente, ne tantomeno l'aveva ragguagliata sul gesto increscioso che aveva fatto.
Serrò il pugno e rimirò le nocche ancora arrossate. Si sentì in colpa, per la prima volta, ad aver tirato un pugno a Lucy. Adesso che la rabbia andava scemando le sue azioni le apparivano più limpide e, a tratti, nemmeno lei si riconosceva in ciò che aveva commesso. Questa era una delle cose che aborriva maggiormente in tutta quella storia: Lucy era riuscita a lederla a tal punto da tramutarla in qualcuno che non era mai stata prima d'allora.
I pugni fanno male, è violenza gratuita che non dovrebbe mai essere inflitta, ma anche le parole indossano i guantoni da boxe, anche le parole possono ferire e magari lasciano ematomi non visibili, ma dentro la percossa c'è. Siamo stati dotati di due strumenti di connessione potenti, ma costantemente li utilizziamo nel modo sbagliato tanto che ambedui si sono trasformati in armi. Quando impareremo ad usare le mani per profondere amore e le parole saranno solo un mezzo di giuntura, solo allora potremmo considerarci essere umani degni di tale epiteto.
Schiuse la mano e la poggiò sulle pagine del libro aperto, riprendendo a leggere dal punto in cui si era interrotta.
«Ciao.» Una voce timida la intralciò nel suo intento. Camila voltò la testa per scorgervi Lauren.
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She Loves Her
Fanfiction17/12/2017 #12 in fanfiction 27/12/2016 #4 in fanfiction 02/01/2018 #7 in fanfiction Camila è innamorata di Lauren da tre anni, ma Lauren è fidanzata con Lucy. Camila, non potendo esternare i suoi sentimenti a causa di un'innata timidezza, scrive q...