Capitolo quattordici

5.1K 348 115
                                    



Dinah impedì categoricamente a Camila di seguire le direttive di Jamie. Se l'avessero scoperta, non solo l'avrebbero espulsa, ma l'anno successivo non le sarebbe nemmeno stato permesso di conseguire l'esame di maturità.

Ma per Camila era più importante non deteriorare l'amicizia con Lauren; divulgando quelle pagine avrebbe svelato a tutti che la sua Luna era lei. Non voleva perderla. Averla vicina anche solo come amica la gratificava, si accontentava di tenerla accanto come le era concesso.

«Non puoi farlo.» Si impose la polinesiana, austera. Non le avrebbe permesso di fare una sciocchezza simile.

«Dinah, non te lo sto chiedendo.» L'avvertì Camila perentoria, ma dopo un attimo di irripetibile spavalderia, lo sguardo della polinesiana la fece ripiombare negli insondabili abissi della timidezza.

Le sue guance si imporporarono e, abbassando lo sguardo, aggiunse «Insomma te, te lo stavo.. stavo dicendo e basta.»

Dinah si frappose nel suo cammino, poggiò le mani sulle sue spalle e rallentò il passo della cubana; poi, guardandola negli occhi «Ti giochi l'anno così, Mila.»

Con uno sberleffo la cubana screditò le presunzioni infondate della polinesiana e, divincolandosi dalla morsa, la oltrepassò non curante.

Dinah tornò ad aggredirla, imponendosi più duramente questa volta. Arrestò del tutto la camminata della ragazza, esercitando più mole nella presa che le impedì di dibattersi.

«Mila, sono seria. Cosa pensi che succederà se scoprono quello che hai fatto?» Sussurrò la polinesiana, cercando di non attirare attenzioni indesiderate perché attorniate dagli studenti.

«Dj, non lo scoprirà nessuno. Rilassati.» La rassicurò la cubana, liberandosi dalla stretta rigida dell'amica, contorcendo le spalle all'indietro per svincolarsi.

Dinah si arrese davanti all'ostinazione pertinace della sua migliore amica, caracollandosi dietro a Camila che l'anticipava già di qualche metro.

Quando sopraggiunsero davanti all'ingresso, la polinesiana stava ancora bisbigliando consigli allusivi all'orecchio della cubana, sobillando le sue intenzioni a convertirsi, quando due ragazze interruppero i suoi sussurri.

«Ciao. Tu sei Camila, vero?» Chiese quella più alta e con la pelle brunita, sorridendo simpaticamente.

La cubana si trovò subito in difficoltà. Gli estranei le recavano sempre un'irruente agitazione. Balbettò qualcosa d'incomprensibile, scaturendo confusione da parte delle due sconosciute che si accigliarono, tramortite.

«Sì, è lei. Ha evidenti problemi di salivazione congeniti e... Si, beh, ok.» Si intromise Dinah, peggiorando una situazione già precaria di suo.

«Bene...» Rispose quella più bassa, scambiando un'occhiata d'intesa con l'altra «Io sono Ally.» Allungò la mano verso di loro, ma solo la polinesiana ebbe la prontezza di afferrarla, mentre Camila mosse solo un cenno nella direzione della bionda, con lo sguardo ancora fisso sul pavimento.

«Normani.» Si presentò l'altra, stringendo la mano solo di Dinah perché Camila non aveva mosso un muscolo.

«Noi volevamo soltanto dirti che Lauren ci ha detto di quello che ha fatto Lucy. Non ne sapevamo niente e siamo in totale disaccordo con ciò che ha architettato.» Sintetizzò Normani, dando una distinta gomitata ad Ally per trovare anche la sua approvazione; la bionda si affrettò ad annuire.

She Loves HerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora