<< Mia piccola Lizzy, ero in pena per te. Non avevo alcuna idea che fossi con il signor Wickham>> mia madre mi sorrise amabile. Evidentemente l'arrivo di mia zia Jane aveva lenito l'ira di quella mattina.
<< Il signor Wickham e io ci stavamo dilettando in biblioteca. Abbiamo intrattenuto un piacevole dibattito sugli autori classici>> ribattei grata dell'arrivo di mia madre che aveva interrotto una conversazione piuttosto pericolosa.
<<Spero non vi abbia dato noie, Mr. Wickham>>Mrs Darcy si rivolse al gentiluomo dietro di me. Istintivamente mi voltai e notai che in lui tutta l'esaltazione di poco prima era scomparsa, cedendo il posto a una freddezza ancora più spaventosa .
<< Il confronto con Miss Darcy mi ha dato modo di costatare la differanza sostanziale che intercorre fra donne istruite e vere e proprie letterate.>> si complimentò. Non riuscivo a capire il suo comportamento: poco prima aveva ammesso di odiarmi con tutto se stesso e ora invece , quasi immemore del suo sentimento violento, mi omaggiava con l'appellativo di letterata.
<<Mia piccola Lizzy, zia Jane ti aspetta>> la voce di mia madre interruppe i miei pensieri. << Signor Wickham, naturalmente anche voi siete atteso con impazienza>>.
Detto questo Mrs Darcy ci fece cenno di seguirla, incamminandosi verso la sala della musica.
Entrati nella stanza , gli occhi di tutti furono rivolti a me e a Wickham che affiancati seguivamo in religioso silenzio la signora Darcy. Vidi Louisa sussurrare qualcosa a Mr Collins, suscitandone l'ilarità.
Io, dopo aver salutato gli ospiti, mi accomodai il più lontano possibile dal "Rinnegato", combattendo però contro il costante desiderio di voltarmi a guardarlo. Speravo sadicamente che fosse l'oggetto delle attenzioni di Louisa e che stesse patendo per la banalità degli argomenti di conversazione.
La sua dichiarazione d'odio sfrenato,invece di irritarmi e ferire i miei sentimenti, aveva suscitato la mia curiosità. Un tale sentimento, oltremodo ingiustificato, non poteva essere spiegato in altro modo che come un'esasperazione dell'antipatia che sin dal primo momento si era istaurata fra di noi.
<<Perchè ti trovavi sola con il signor Wickham?>> la voce velenosa di Louisa dietro di me mi fece sussultare.
<< Non credo ti riguardi, ma risponderò ugualmente. Non so se sei al corrente della presenza in questa villa di una biblioteca piuttosto ricca, dove sono solita passare i pomeriggi . Spero tu sappia cosa sia una biblioteca>> la apostrofai sarcastica, meritandomi lo sguardo di puro odio che mi indirizzò << Comunque sia, Mr Darcy , tediato dalla pesca, ha preferito immergersi anch'egli nel piacere della lettura>> . Leggevo nei suoi occhi il contrasto fra la convenienza e la curiosità di sapere se ci fosse qualche implicazione romantica fra me e il mio antipatico cugino.
<< Prima che ti vengano le rughe a causa del troppo sforzo intellettuale , soddisferò la tua curiosità. Il mio rapporto con Mr Darcy è un autentico legame di reciproco odio.>> sorrisi estatica.
Sembrò rassicurata: le sue mire matrimoniali nei confronti del gentiluomo in questione erano sin troppo evidenti, ma sapevo con certezza che egli non avrebbe mai ceduto alle lusinghe della mia stupida cugina.
Louisa, non avendo più alcun motivo per rimanermi accanto, se ne andò impettita raggiungendo zia Jane e mia madre. Sospirai sollevata , sperando che il resto del pomeriggio trascoresse senza ulteriori sortite nella mia tranquillità.
<< Mia piccola Lizzy, potresti suonarci qualcosa al piano?>> mia madre mi incoraggiò con uno sguardo dolce e comprensivo, infrangendo il mio desiderio di pace.
Un brivido mi scese lungo la schiena. Non mi sarei resa ridicola davanti al signor Wickham, che già mi scrutava con occhio critico. Ero sul punto di declinare l'offerta, quando intervenne mia cugina, interpretando il mio silenzio come un rifiuto. << Mia cara zia, la piccola Lizzy quest'oggi non è nella disposizione adatta per esibirsi, ma io sarei onorata di potervi allietare con una mia esecuzione>>
Ripensai allo strazio del giorno prima e guardai il mio povero pianoforte che sembrava implorarmi di non lasciarlo fra le grinfie di quell'arpia gracchiante. Ebbi pietà di lui e decisi di assecondare la sua richiesta silenziosa.
<<Mia cara cugina,credo di sentirmi disposta a cimentarmi in un'esibizione, che sicuramente sarà modesta se comparata alla tua di ieri ma spero possa divertirvi ugualmente.>>. Detto questo mi alzai , procedendo con passo deciso verso il sellino e ignorando le risatine di scherno di Louisa.
Mi sedetti e feci un profondo respiro per tranquillizzarmi. Le mie dita si poggiarono sui tasti, ormai familiari dopo le lunghe ore passate ad esercitarmi. Intonai una canzone popolare che per timbro ed estensione si adattava bene alla mia voce.
Mi lasciai trasportare dalla musica, assaporandone la bellezza e perdendo qualsiasi contatto con la realtà. Il timore di sfigurare che mi aveva quasi indotta a rifiutare sembrava scomparso, lasciando il posto al desiderio di dare libero sfogo ai miei sentimenti.
Al termine dell'esibizione,l'intera stanza risuonò di applausi e perfino la stessa Louisa, bianca d'invidia, fu costretta a complimentarsi. Wickham invece rimase invece impassibile e quando mi avvicinai per ritornare alla mia sedia lo sentii borbottare fra sè e sè in tono sufficientemente alto da permettermi di cogliere queste parole <<Mediocre. Abbastanza brava da suscitare l'ammirazione di un uditorio grossolano, ma non tale da meritarsi i miei complimenti>>
Questa affermazione ferì il mio orgoglio. Sapevo di non essere un talento,ma il giudizio di uno come lui mi irritava. Pian piano la mia profonda antipatia si stava tramutando in odio. Raggiunsi il mio posto senza ribattere ma lanciandogli un'occhiata di fuoco.
Dopo qualche tempo fu annunciato l'arrivo di coloro che erano andati a pesca e venne servito il pranzo tanto atteso dal signor Collins. Mi accomodai fra mia madre e zia Jane, mentre mia cugina occupò la sedia accanto a quella del signor Wickham. Per tutto il pranzo osservai quella coppia insolita. Lei ciarlava costantemente, mentre lui la ascoltava a mala pena trovando piuttosto interessante il retro del cucchiaio. Sorrisi compiaciuta, porgendo orecchio svogliatamente ai pettegolezzi da Londra.
Dopo il caffè, ci spostammo tutti nel salottino Ovest dove furono preparati i tavoli da gioco. Mia madre e mia zia, da sempre poco inclini alle carte, si ritirarono in un angolo a parlottare tra loro. Io invece, che adoravo scommettere e il più delle volte riuscivo a battere i miei avversari, fui confinata per tutta la sera al tavolo di canasta. Si vantavano di essere miei maestri nonno Bennet e zio Bingley che sin da piccola mi avevano iniziato ai trucchi del gioco d'azzardo.
Louisa trascinò il signor Wickham al tavolo di pinnacolo. Mi voltai di tanto in tanto per osservare il "Rinnegato", che sembrava poco attento alla partita e aveva già perso molto denaro.
Passate più di tre ore, gli ospiti si congedarono ringraziando per la piacevole serata. Sulla soglia del portone mia zia rinnovò l'invito al ballo che si sarebbe tenuto il lunedì successivo a Bingley Mannor. Il signor Beckett assicurò la sua presenza e quella dell'amico con un sorriso serafico.
<<Miss Darcy>> sentii la voce cupa di Mr Wickham dietro di me <<Spero di poterla rivedere al ballo>>. Sussultai non aspettandomi per nulla quelle parole.
<< Non sarà troppo penosa per voi la vista di una musicista mediocre nonchè vostra odiata cugina?>> lo freddai rientrando in casa senza dargli la possibilità di ribattere.
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The heiress to Pemberley
FanfictionCosa succederebbe se Helen, unica erede dei Darcy, incontrasse lo sconosciuto cugino Fitzwilliam Wickham? Fra i due si istaurerebbe solamente una feroce antipatia oppure qualcosa di più profondo e passionale? Questo sequel dell'intramontabile capol...