Confessioni

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Mia madre non fece che sbraitare per tutto il viaggio, mentre io la ignoravo deliberatamente guardando fuori dal finestrino e ripensando allo sguardo freddo e di derisione che mio cugino mi aveva rivolto poco prima.

<< Stai facendo di tutto per farmi morire di crepacuore?>>urlò al termine del suo soliloquio, facendomi sussultare.

<<Non credo tu possa correre un tale rischio, dopotutto ti trovo ti  perfettamente in salute. Il tuo cuore sta meglio del mio >> risposi lisciandomi le pieghe del corsetto.

<<Almeno hai ascoltato qualcosa di tutto il mio discorso?>> sospirò avvilita.

<< Credo di aver colto un paio di volte il mio nome  accompagnato da espressioni di biasimo>> ribattei fissando la punta dei miei stivaletti. Non avevo alcuna intenzione di vedere il viso addolorato e deluso di mia madre.

<< Sei impossibile!>> si rassegnò lei. Il viaggio proseguì in un silenzio teso: lei era troppo arrabbiata per parlarmi e io odiavo non essere capita.

Arrivati a Pemberley, la signora Darcy fu subito impegnata nei preparativi del pranzo , a cui avrebbero partecipato  non solo i Bingley ma anche tutti i cacciatori.  Fui quindi libera di fare ciò che volessi senza rischiare di ricevere altri rimproveri,  almeno  fino all'ora di pranzo.

Dopo essermi resa nuovamente presentabile, mi rintanai nell'enorme biblioteca della magione , frutto del lavoro di intere generazioni di Darcy. Negli ultimi anni mio padre l'aveva ampliata maggiormente conoscendo il mio amore per i libri.

L'ambiente enorme era finemente ammobiliato: in un angolo davanti a un caminetto in marmo dalle linee semplici e armoniose si trovava un piccolo saloncino con due enormi poltrone in velluto.

Presi un volume fra quelli abbandonati sugli scaffali più bassi e mi immersi nella lettura. Non so quanto tempo fosse passato, quando  fui interrotta dall'ingresso del signor Wickham.

Lo guardai attonita cercando di capire cosa ci facesse a Pemberley  e per giunta in biblioteca.

<< Scusate Miss Darcy. Vostra madre mi aveva assicurato che non ci sarebbe stato nessuno in questa sala>> si giustificò sorpreso ma per nulla scoraggiato dal mio sguardo di disapprovazione.

<<Come posso aiutarvi ?>> cercai di mantenere un tono freddo e distaccato.

<<Vostro padre e gli altri gentiluomini hanno deciso di recarsi al lago per pescare prima di pranzo. Purtroppo non posseggo alcuna inclinazione per la pesca.>>

<< Se la mettete in questi termini, neanche per la caccia>> mi accorsi solo successivamente di avere espresso  il mio pensiero ad alta voce. Lui mi ignorò e continuò << Sono stato gentilmente invitato da vostro padre a usufruire della sua bellissima biblioteca>>.

Detto questo afferrò una raccolta di carmi catulliani e si sedette a leggere vicino a me. Io cercai di concentrarmi sul mio libro , ma l'occhio mi cadeva ostinatamente su quello di Wickham.

Alla fine esasperata chiusi il mio romanzo e dissi << Vi piace Catullo?>>. Lui alzò lo sguardo, sarcastico << In realtà preferisco Orazio. Non la credevo così istruita.>>

<< Essere donna, non implica l'ignoranza, signor Wickham>> lo fulminai.

<<Conoscete il latino?>> cambiò argomento, rendendosi conto della pericolosità di quello precedente. Per tutta risposta gli recitai il "Carpe Diem" di Orazio, lui sgranò gli occhi sorpreso .

The heiress to PemberleyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora