Le ombre di Pemberley

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Dorset Street si trovava all'altro capo della città. Le carrozze ingombravano la strada e più volte rischiai di essere travolta. Nonostante Invictus si facesse agilmente strada nell'ingorgo, diventavo sempre più impaziente e lo incitavo a velocizzare l'andatura . Il vento pungente penetrava sotto gli strati del mio abito leggero, facendomi rabbrividire. 

I miei pensieri vagavano  altrove, rivolti ai luoghi della mia infanzia che non avrei mai dimenticato. I boschi di Pemberley  ammiccavano al sole circonfusi dall'aura dorata dei ricordi, mentre lo scrosciare allegro del ruscello dove mio padre soleva pescare  risuonava leggero nella mia mente.La nostalgia  delle battute di caccia e delle corse a cavallo con Mr. Darcy mi rattristò. Perfino il cielo blu del Derbyshire attraversato dagli stormi che giocavano a nascondino tra le nuvole iniziò a mancarmi. Non ero sicura di trovare dentro di me la forza per abbandonare tutto questo, ma almeno avrei dovuto fare un tentativo.

Presa da queste riflessioni non mi accorsi di aver superato la City e di essermi già addentrata nei bassifondi di Londra. Quella zona della città mi risultava completamente sconosciuta. Più volte mi avevano messo in guardia sulla pericolosità di quei quartieri dove la bestialità dell'uomo si manifestava in tutta la sua crudezza.  Lo spettacolo della povertà mi turbò più di qualsiasi delitto.  Quel luogo assomigliava a un girone infernale: le esalazioni pestilenziali delle fognature a cielo aperto rendevano l'aria irrespirabile e si mescolavano al puzzo di letame e di marcio dei rifiuti abbandonati dovunque. Fui costretta a coprirmi il naso con la stoffa dell'abito.  Sul ciglio delle strade,quasi morti di ipotermia,uomini che  un tempo erano stati vigorosi elemosinavano miseramente. 

 Schiere di bambini macilenti e scalzi coperti da pochi stracci si azzuffavano per un tozzo di pane.  

Uno si avvicinò allungando una mano.  Frugai nella borsetta e trovai solamente un penny. Lui lo nascose furtivo sotto la camicia  strappata custodendolo come se fosse un tesoro.  Gli altri lo videro e dopo averlo picchiato a sangue davanti ai miei occhi lo derubarono. Cercai di intervenire ma quei monelli non sembravano ascoltare le mie preghiere, arrivando a minacciarmi con un coltello.  Sorpresi un fanciullo tisico di non più di cinque anni bere dalle acque di scolo, mentre una donna  con il lattante al seno spirava tra i liquami.  Visi sinistri di uomini viziosi comparivano dovunque , svolgendo i loro traffici illeciti in pieno giorno. Un vecchio con il volto stravolto da un ghigno si trascinava dietro una mannaia insanguinata, prova dell'omicidio appena commesso. Un ragazzo gettò a terra una vecchietta frugando nel suo misero borsellino e rubando pochi spiccioli.  Rimasi terrorizzata. Corsi senza voltarmi indietro finchè non scorsi nel volto di un uomo i segni dell'umanità. Lo fermai  e mi disse di chiamarsi Ludd e di essere un operaio giunto dalla campagna con tutta la sua famiglia per lavorare in una fabbrica tessile. A causa dello scarso salario appena sufficiente per comprare il pane  non aveva trovato sistemazione migliore  di una piccola stanzetta a due isolati di distanza. Vivevano insieme ad altre due famiglie stipati come sardine in uno stanzino. Gli chiesi se conoscesse Madame Lacerteaux.  Egli , stranito che una signorina ben educata cercasse una donna simile, mi indicò un palazzo cadente che sorgeva in un vicolo fetido e buio. Mi addentrai in quel labirinto di stradine fino a quando mi ritrovai all'interno di un cortile da cui si udivano le urla sguaiate degli ubriachi della bettola a pianoterra. La mia forza d'animo vacillò. Temetti di non reggere l'umiliazione di entrare in un posto tanto squallido. Ma l'immagine di mio padre sofferente rafforzò la mia risolutezza.

Entrai nel tugurio stracolmo di gente. In un appartamento di appena due stanze si accalcavano individui di ogni estrazione sociale avvinghiati a donne volgari e licenziose.  Riconobbi addirittura il figlio di un alto funzionario. Il fumo dell'oppio annebbiava la sala permeandola del suo forte profumo allucinogeno. Le urla oscene delle donne si mischiavano a quelle cupe dei giocatori d'azzardo. 

The heiress to PemberleyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora