Una lettera amara

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Rimasi sola, immobile e attonita sia  a causa della reazione di Wickham  sia per le parole enigmatiche e inquietanti di Mr.Beckett.  Mi accasciai sul pavimento freddo e scuro della serra, su cui spiccava l'ovale pallido della luna, i cui raggi penetravano come dardi argentati dalle ampie vetrate. Le lacrime incominciarono a scendere copiose dal mio viso , imbrattando il corpetto dell'abito.  Perchè piangessi non lo sapevo neanche io . Sentivo solamente un dolore lancinante straziarmi l'animo e il presentimento di qualcosa di terribile cresceva sempre più nel mio cuore. Quell'uomo, penetrato così prepotentemente nella mia vita, ero certa mi avrebbe causato molte sofferenze con il suo terribile odio.  

Non so per quanto fossi rimasta in quello stato, quando una domestica allarmata irruppe nella serra facendomi sussultare. Nascosi il mio viso nell'oscurità per celare i solchi delle lacrime,oramai asciutte sulle mie guance.

<<Signorina, vi abbiamo cercata dovunque>> disse trafelata. Mi strofinai gli occhi, tentando disperatamente di ricompormi e assumere un atteggiamento il più possibile tranquillo. Mi alzai, sistemando la gonna e la seguii nella sala da ballo in silenzio, temendo che la mia voce potesse rivelare il lungo pianto. Le note di un minuetto mi raggiunsero come un lontano sottofondo appena percettibile rispetto al tumulto dei miei pensieri.

<< Miss Darcy, mi concede l'onore di questo ballo?>> mi chiese Mr. Beckett, mentre mi aggiravo solitaria per il salone gremito d'invitati.

<< Sono desolata, ma ho una scarsa inclinazione per il ballo. Ma credo che mia cugina Caroline sarebbe ben contenta  di accettare il vostro invito>> risposi con voce roca per il prolungato mutismo.

<<Mia cara Lizzy, dovresti assecondare un uomo così affascinante>> mi apostrofò la voce gracchiante di mia nonna, accanto alla quale mi ero inavvertitamente fermata. La fulminai con lo sguardo. 

<< Nonna, oggi credo che i  vostri nervi stiano abbastanza bene da concedere un ballo a Mr. Beckett. Perchè non accettate al posto mio il braccio di un  tale gentiluomo ?>> soffiai quando l'amico di Mr.Wickham si fu allontanato. Lei scosse la testa esasperata e continuò la conversazione interrotta poco prima con una delle sue comari pettegole.

Mi spostai il più lontano possibile, approdando in un angolo dimenticato della sala da cui la musica si percepiva appena. Wickham mi passò davanti altero nel suo elegante incedere, lanciandomi uno sguardo freddo e penetrante con cui mi intimava a tacere riguardo alla conversazione di poco prima. Poi storse la bocca disgustato e raggiunse Mr. Beckett, immerso  nel frattempo  in una conversazione piacevole con Caroline.

Quando la festa terminò, mi catapultai in carrozza non rispettando i convenevoli e ignorando i rimproveri di mia madre e le occhiate preoccupate di mio padre. Arrivati a Pemberley, mi barricai nella mia camera  e  immobile nel letto  iniziai a fissare il soffitto affrescato in preda alle riflessioni.   

Dorothy bussò alla porta verso mezzogiorno , comunicandomi l'arrivo dei Bingley ed offrendosi di aiutarmi a vestirmi. Non avevo chiuso occhio tutta la notte  e non mi ero neanche tolta l'abito del ballo, ormai completamente stropicciato e impresentabile.

Mi feci coraggio e iniziai a prepararmi.  Ogni mio movimento risultava di una lentezza esasperante . Mi lavai il viso incrostato di sale, mescendo le mie lacrime con l'acqua della tinozza. Notai  con orrore che il mio volto allo specchio risultava gonfio e rosso di pianto. Scelsi un vestito di mussolina a fiori e , dopo essermi data un contegno, raggiunsi il salottino ovest, dove mia madre  riceveva gli ospiti.  

Fui accolta da una compagnia festosa: mia zia mi stritolò in un abbraccio affettuoso , mio padre sembrò sollevato mentre Mrs. Darcy mi guardò ancora lievemente irata per il mio comportamento della sera prima.

The heiress to PemberleyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora